Nicolasan
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@Danda88
Prima che tu iniziassi ad usare il TC, qual’era la coil che utilizzavi con soddisfazione sul tuo vampire?
Materiale, diametro, numero spire, ohm, wattaggio?
Riuscivi a finire un tank senza che il sapore si deteriorasse ancor prima di aver ultimato il tank?
Avevi un valore della res sempre uguale?
Detto questo, inizierei a concentrarmi utilizzando il solo nife48 (il nife30 è più ostico perché basta una minima differenza della temp della coil per variare sensibilmente il valore della resistenza rendendo piuttosto ostico inizializzare la coil al valore corretto). Un solo diametro (awg28) e scegli una ed una soltanto coil con cui provare (magari la stessa geometria che utilizzavi in vw).
La cosa più importante è individuare il corretto valore a freddo (20 gradi) e sincerarsi che la board Dicodes rilevi solo e sempre quello stesso valore.
Questo è l’aspetto principale su cui si basa il funzionamento della modalità termocontrollata.
A questo punto dipende tutto dall’alimentazione e dalla cotonatura.
Da quel poco che ho appreso in cinque anni di uso quasi esclusivo del tc e provando riprovando , negli ultimi anni, a trasmettere ad altri utenti quel poco che so (con scarsi risultati) son giunto alla conclusione che ci sia una tendenza piuttosto diffusa ad utilizzare, in vw, potenze sovradimensionate rispetto all’alimentazione della coil.
Motivo per cui, una volta passati al tc, iniziano i problemi con board che dimezzano i wattaggi impostati, poca produzione di vapore troppo freddo ed un vaping insoddisfacente.
Lascerei perdere il dry cotton test. La tua Dicodes funziona egregiamente. Ho più di un dispositivo Dicodes e diversi colleghi che usano questi dispositivi.
Mi concentrerei invece sul monitorare le temperature (ed i wattaggi in caso di tagli della board) limitandomi ad irrorare la coil drippando qualche goccia di liquido sulla stessa senza rimontare l’atom.
Nei dati che monitorerai (bastano un paio di attivazioni di 5/6 secondi... magari ripetute drippando nuovamente) bisogna considerare che non avremo riscontro dell’incidenza del flusso d’aria generato dal tiro (che mediamente incide dai 10 ai 20 gradi celsius) ma avremo una coil irrorata perfettamente ed anche l’assenza della camera di vaporizzazione porterà ad ottenere risultati un po’ diversi rispetto a quelli che riscontreremo quando tutto sarà montato.
Cerchiamo di ‘stare’ nel canonico flusso di calore 200mw/mm2 impostando il wattaggio corrispondente.
Se tutto funziona correttamente, con una coil appena irrorata (in dripping e simulando un puff senza montare l’atom) dovresti stare abbondantemente sotto i 200 gradi... con la temp che sale man mano che la coil si prosciuga sino a generare tagli di erogazione.
Considera che è praticamente impossibile ricreare quel tipo di alimentazione a sistema chiuso! Ma possiamo andarci vicino.
Nella mia poca esperienza utilizzando estratti (5-7%) e macerati (10%) lt, ho individuato in 200-210 gradi la temperatura di vaporizzazione ideale (imposto la temp protection sempre 5-10 gradi più su in modo tale da evitare che la board intervenga spesso facendolo solo in caso di anomalia) per ottimizzare la durata della coil (max 4-5 ml).
Occhio a non confondere quella temp con quella del vapore generato... la board rileva la temp raggiunta dalla coil e non dal vapore. Quest’ultimo è influenzato, oltre che dalla temp del wire, dalla geometria della coil, dalla camera di vaporizzazione, dall’AFC, dal camino, dal drip tip ecc ecc.
Molto spesso mi spingo oltre i 210 gradi arrivando frequentemente a 220 o anche 230. La coil dura meno, si rovina di più ma nulla di preoccupante soprattutto considerando che ho la buona abitudine di cotonare e lavare il deck ogni 3-4 ml.
Nota inoltre che la composizione del liquido gioca un ruolo fondamentale.
Io mi son sempre trovato bene utilizzando prima le premiscelate avoria 55-35-10 (a cui aggiungevo i 10ml di aroma in pg) pre tpd... dopo quest’ultima ho iniziato a comprare i componenti singoli per ottenere liquidi miscelati con composizione finale 50/40/10, 60/30/10, 55/35/10. Già con un 50/50 trovo che le temp di vaporizzazione salgono un po’. Poco adatte, imho, al tc basi con troppo vg (con i 30/70pg ed i 40/60pg le temp di vaporizzazione salgono vertiginosamente costringendoti anche ad impostare una temp protection a 250 gradi).
Con i liquidi che mi preparo io (uso basi Pure) tutto fila liscio e riscontro un comportamento lineare stappando le varie boccette. In passato mi è capitato di ricevere qualche liquido da qualche amico riscontrando comportamenti molto diversi: temp di vaporizzazione schizzati alle stelle, tagli frequenti, coil devastate molto più rapidamente. Analizzando il liquido... la differenza era tutta nella densità dello stesso... molto più denso quello ricevuto... costringendo a cotonare in modo molto diverso. E nonostante questo... mi vedevo costretto ad abbassare il wattaggio perché l’alimentazione garantita alla coil era molto più lenta.
Ci vuole pazienza... ed un po’ di dedizione e sperimentazione ma... una volta entrati in sintonia con il sistema... tutto diventerà estremamente semplice ed intuitivo.
Talmente tanto che oggi, senza tc, son quasi spaesato nel settare un wattaggio adeguato e perfettamente bilanciato alla coil che ho appena montato!
Prima che tu iniziassi ad usare il TC, qual’era la coil che utilizzavi con soddisfazione sul tuo vampire?
Materiale, diametro, numero spire, ohm, wattaggio?
Riuscivi a finire un tank senza che il sapore si deteriorasse ancor prima di aver ultimato il tank?
Avevi un valore della res sempre uguale?
Detto questo, inizierei a concentrarmi utilizzando il solo nife48 (il nife30 è più ostico perché basta una minima differenza della temp della coil per variare sensibilmente il valore della resistenza rendendo piuttosto ostico inizializzare la coil al valore corretto). Un solo diametro (awg28) e scegli una ed una soltanto coil con cui provare (magari la stessa geometria che utilizzavi in vw).
La cosa più importante è individuare il corretto valore a freddo (20 gradi) e sincerarsi che la board Dicodes rilevi solo e sempre quello stesso valore.
Questo è l’aspetto principale su cui si basa il funzionamento della modalità termocontrollata.
A questo punto dipende tutto dall’alimentazione e dalla cotonatura.
Da quel poco che ho appreso in cinque anni di uso quasi esclusivo del tc e provando riprovando , negli ultimi anni, a trasmettere ad altri utenti quel poco che so (con scarsi risultati) son giunto alla conclusione che ci sia una tendenza piuttosto diffusa ad utilizzare, in vw, potenze sovradimensionate rispetto all’alimentazione della coil.
Motivo per cui, una volta passati al tc, iniziano i problemi con board che dimezzano i wattaggi impostati, poca produzione di vapore troppo freddo ed un vaping insoddisfacente.
Lascerei perdere il dry cotton test. La tua Dicodes funziona egregiamente. Ho più di un dispositivo Dicodes e diversi colleghi che usano questi dispositivi.
Mi concentrerei invece sul monitorare le temperature (ed i wattaggi in caso di tagli della board) limitandomi ad irrorare la coil drippando qualche goccia di liquido sulla stessa senza rimontare l’atom.
Nei dati che monitorerai (bastano un paio di attivazioni di 5/6 secondi... magari ripetute drippando nuovamente) bisogna considerare che non avremo riscontro dell’incidenza del flusso d’aria generato dal tiro (che mediamente incide dai 10 ai 20 gradi celsius) ma avremo una coil irrorata perfettamente ed anche l’assenza della camera di vaporizzazione porterà ad ottenere risultati un po’ diversi rispetto a quelli che riscontreremo quando tutto sarà montato.
Cerchiamo di ‘stare’ nel canonico flusso di calore 200mw/mm2 impostando il wattaggio corrispondente.
Se tutto funziona correttamente, con una coil appena irrorata (in dripping e simulando un puff senza montare l’atom) dovresti stare abbondantemente sotto i 200 gradi... con la temp che sale man mano che la coil si prosciuga sino a generare tagli di erogazione.
Considera che è praticamente impossibile ricreare quel tipo di alimentazione a sistema chiuso! Ma possiamo andarci vicino.
Nella mia poca esperienza utilizzando estratti (5-7%) e macerati (10%) lt, ho individuato in 200-210 gradi la temperatura di vaporizzazione ideale (imposto la temp protection sempre 5-10 gradi più su in modo tale da evitare che la board intervenga spesso facendolo solo in caso di anomalia) per ottimizzare la durata della coil (max 4-5 ml).
Occhio a non confondere quella temp con quella del vapore generato... la board rileva la temp raggiunta dalla coil e non dal vapore. Quest’ultimo è influenzato, oltre che dalla temp del wire, dalla geometria della coil, dalla camera di vaporizzazione, dall’AFC, dal camino, dal drip tip ecc ecc.
Molto spesso mi spingo oltre i 210 gradi arrivando frequentemente a 220 o anche 230. La coil dura meno, si rovina di più ma nulla di preoccupante soprattutto considerando che ho la buona abitudine di cotonare e lavare il deck ogni 3-4 ml.
Nota inoltre che la composizione del liquido gioca un ruolo fondamentale.
Io mi son sempre trovato bene utilizzando prima le premiscelate avoria 55-35-10 (a cui aggiungevo i 10ml di aroma in pg) pre tpd... dopo quest’ultima ho iniziato a comprare i componenti singoli per ottenere liquidi miscelati con composizione finale 50/40/10, 60/30/10, 55/35/10. Già con un 50/50 trovo che le temp di vaporizzazione salgono un po’. Poco adatte, imho, al tc basi con troppo vg (con i 30/70pg ed i 40/60pg le temp di vaporizzazione salgono vertiginosamente costringendoti anche ad impostare una temp protection a 250 gradi).
Con i liquidi che mi preparo io (uso basi Pure) tutto fila liscio e riscontro un comportamento lineare stappando le varie boccette. In passato mi è capitato di ricevere qualche liquido da qualche amico riscontrando comportamenti molto diversi: temp di vaporizzazione schizzati alle stelle, tagli frequenti, coil devastate molto più rapidamente. Analizzando il liquido... la differenza era tutta nella densità dello stesso... molto più denso quello ricevuto... costringendo a cotonare in modo molto diverso. E nonostante questo... mi vedevo costretto ad abbassare il wattaggio perché l’alimentazione garantita alla coil era molto più lenta.
Ci vuole pazienza... ed un po’ di dedizione e sperimentazione ma... una volta entrati in sintonia con il sistema... tutto diventerà estremamente semplice ed intuitivo.
Talmente tanto che oggi, senza tc, son quasi spaesato nel settare un wattaggio adeguato e perfettamente bilanciato alla coil che ho appena montato!