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I nodi vengono al pettine. Si parla addirittura di rivedere la norma ammazza e-cig... di rimandarla, ecc. ADESSO?! Un po' tardi direi. Fare una respirazione bocca a bocca ad un cadavere di ormai qualche mese... non serve. Molti negozi ormai hanno chiuso... o lo stanno per fare con il 31/12/2013... o sono falliti sotto l'effetto dei media opportunamente istruiti per trovare metalli pesanti che non ci sono... o che se ci sono... sono inferiori a quelli contenuti in una bistecca.
Da notare che "i consulenti" del governo hanno opportunamente messo in guardia chi ci governa che la legge, così come è scritta, è una porcata. Ma Letta e Saccomanni han tirato dritto. A voi la risposta del perchè...
n.b. le parti interessanti su cui riflettere saranno indicate con caratteri sottolineati. Ogni tanto qualche mio commento. Buona lettura.
E-CIG: ECCO COME TASSE E DIVIETI RISCHIANO DI SPEGNERLA DEFINITIVAMENTE
Bonaccorsi (Pd): Attenzione a non usare interi settori industriali come bancomat. Abrignani (Fi): Demonizzazione che si fa del fumo elettronico è assurda.
È forte la polemica all'interno della maggioranza sul tema della sigaretta elettronica. Prima di tutto l'introduzione di un’imposta di consumo del 58,5% del prezzo di vendita. Le sigarette elettroniche vengono definite prodotti succedanei del tabacco, compresi i dispositivi meccanici ed elettronici e le parti di ricambio (la Direttiva UE in corso di approvazione a Bruxelles parla di “prodotti contenenti nicotina” a partire dal 1 gennaio 2014). Anche batterie, cavi USB e aromi alimentari privi di nicotina, saranno soggetti alla tassazione. Il provvedimento prevedeva che il Ministero dell’Economia e delle Finanze dovesse adottare entro il 31 ottobre 2013 un decreto ministeriale per definire tempi e modalità per agli adempimenti amministrativi, dal momento che potrebbero essere necessari sino a 120 giorni. Il decreto però è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il 9 dicembre, dando pochissimo tempo agli operatori per adeguarsi. Un ritardo che ha portato il Ministero dell'Economia a ricevere un richiamo da parte della Corte dei Conti. Tutto l’impianto della norma sta creando forti divisioni e rischia di costare alle casse dello Stato i 117 milioni previsti per la copertura della Legge “IVA e Lavoro”.
Già lo scorso luglio il Servizio Bilancio del Senato aveva sottolineato come “non si è chiarito in base a quali parametri, ovvero trend osservati, si sia giunti a ipotizzare un mercato del settore di 200 milioni di euro a partire dal 2014″. Anafe-Confindustria in una recente audizione in Commissione Finanze, ha sostenuto che con l'introduzione di imposta del 58,5%, l'impatto reale sui prezzi sarebbe del 140%, con un crollo totale delle vendite.
(come ben sapete... Anafe... non è da ieri che dice che una simile tassazione avrebbe portato alla morte del settore... ma il duo Letta&Saccomanni ha tirato dritto)
Il decreto prevede una sorta di webtax, che alcuni parlamentari giudicano in odore di violazione dei Trattati UE per quanto riguarda la libera circolazione delle merci. Qualunque soggetto che voglia vendere sigarette elettroniche dall’estero via internet dovrà dotarsi di un rappresentante fiscale italiano e versare una cauzione. Non appare chiaro come questa norma potrà essere applicata dal momento che le sigarette elettroniche vendute all’interno dell’Unione Europea non passano attraverso il sistema doganale.
(è evidente! Non potrà essere applicata salvo tirata d'orecchie da parte dell'Europa)
Ultima, ma non meno rilevante, è la questione dei divieti per l'uso della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici. I divieti vennero prima inseriti nella bozza del disegno di legge “IVA e Lavoro”, poi il Ministero della Salute reclamò la propria competenza e li fece eliminare. Un emendamento al Senato, con l’ok del Viceministro dell’Economia Fassina, cambiò di nuovo la situazione e i divieti vennero reintrodotti. A novembre, con un' iniziativa del presidente della Commissione Cultura Galan, e con l’ok del Ministero della Salute, fu cancellato il divieto di fumo della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici, per non favorire le sigarette tradizionali, e venne regolamentata la pubblicità. In questi giorni, nel “Salva Roma” un nuovo colpo di scena: la commissione Bilancio del Senato vota per il reinserimento dei divieti. Poi il decreto decade. Come finirà non è ancora chiaro, il rischio è che a risolvere la questione, venga chiamato in causa il TAR del Lazio, per i numerosi ricorsi che sono stati annunciati.
(Paese strano il nostro. Materie di competenza di un Ministero vengono gestite da un altro e viceversa. E' chiaro che un potenziale divieto è di competenza del Ministero della Salute... ma se all'interno di un governo un Ministero toglie il divieto di svapo all'interno dei locali pubblici... fa cadere nel ridicolo il Ministro dell'Economia e delle Finanze che sul divieto ha impostato la logica di "attacco" al settore perchè potenzialmente dannoso per la salute quanto le sigarette analogiche. Chi andrebbe a tassare in maniera spropositata un qualcosa che potenzialmente potrebbe allontanare milioni di persone dal fumo di sigarette analogiche i cui effetti malefici sulla salute umana sono noti anche a Paperino e Topolino? Un.... comincia con la "P".
La Svizzera, non a caso infatti, ha DETASSATO le sigarette elettroniche.)
“Gli imprenditori della sigaretta elettronica sono stati degli eroi ad operare in questa situazione”, afferma Lorenza Bonaccorsi, deputata Pd vicina a Matteo Renzi, che da mesi segue il tema. “Ho espresso in varie occasioni e pubblicamente la mia opinione chiedendo come mai la questione non sia mai stata affrontata fino in fondo. Trovo curioso che se è vero che la sigaretta elettronica aiuta le persone a smettere di fumare non la si tenga nella dovuta considerazione. E trovo altrettanto curioso che questo decreto Milleproroghe in cui sembra siano stati inseriti dei provvedimenti che ne limitano l’uso sia inaccessibile, ne leggiamo i contenuti sui giornali ma non ne abbiamo ancora potuto prendere visione.
(eh beh... lo trovo curioso pure io. Come funziona la macchina legislativa? "Parlamento" lo si dice così... non a caso... ma che si va e si "parla". Il Decreto è approvato e nessuno ne ha mai avuta tra le mani una copia cartacea?)
La mancanza di dibattito sul tema è quindi il problema principale. “Una premessa. Troppo spesso in Parlamento ci troviamo a discutere, approvare, concludere troppo velocemente, all’ultimo minuto. Una delle ragioni principali è costituita da regolamenti parlamentari che devono necessariamente rivisti. Si tratta di un provvedimento non più rinviabile”. Nel frattempo decine di aziende rischiano di chiudere dall’1 gennaio, con l’entrata in vigore delle norme che assoggettano il settore ai Monopoli e un’imposta di consumo del 58,5%. “Così come è stato per la webtax mi auguro che si posticipi di qualche mese l’entrata in vigore dei provvedimenti per verificarne la congruità, gli impatti sul settore e sui cittadini e utilizzare quindi questo tempo per rivedere eventualmente alcune regole. Mi auguro che si utilizzi lo stesso metro utilizzato per la webtax. Questi ed altri imprenditori sono ormai degli eroi, non possono continuare a fare impresa in questo modo, con norme che cambiano in maniera radicale e fortemente impattante nel giro di una settimana. Se accade questo, inevitabilmente i politici vengono visti come persone che non lavorano in modo serio. Invece oggi in Parlamento ci sono tante brave persone, che svolgono un lavoro complicato, difficile”.
(Ma dai?! Mi scusi On. Bonaccorsi... probabilmente non è il suo caso... ma le assicuro che l'opinione degli italiani sui parlamentari italiani è di gran lunga meno edificante)
“La modalità corretta di affrontare questa ed altre questioni dovrebbe essere quella di aprire un dibattito serio e cercare di capire qual è la strada giusta da prendere cercando di andare il meno possibile ad incidere sulle tasche dei cittadini – aggiunge Bonaccorsi - non dando l’impressione di utilizzare interi settori industriali come bancomat per lo stato. Dobbiamo cambiare passo, cambiare le procedure, avere un cronoprogramma serio per i nostri lavori, ma anche essere più lungimiranti e non mazzolare i settori in ascesa, si vedano le sigarette elettroniche ma anche la questione della webtax”. A minare l’immagine del Parlamento c’è anche una visione piuttosto negativa dell’opinione pubblica nei confronti delle lobby. Sarebbe utile una regolamentazione? “Sarebbe necessario, giusto e normale regolamentare le lobby come succede in molti altri paesi, permettendo a tutti di lavorare in maniera chiara e trasparente. Soprattutto su temi particolarmente tecnici è necessario ascoltare l’opinione di tutti, compresi quindi coloro che portano alla nostra attenzione esigenze e interessi di aziende, categorie professionali, associazioni. Non ci si può fare un’opinione senza ascoltare i diretti interessati. Sta poi al buon politico fare sintesi ed emanare o proporre norme e decreti giusti per il bene collettivo”.
(Sogno o son desto? In poche righe viene descritto cosa significa "fare politica"... ma è la prima volta che le sento dire da... un personaggio politico. Fino ad ora l'avevo sempre trovato scritto nei libri di educazione civica. Che stia veramente arrivando un nuovo corso nella politica italiana? Bah... da italiano non posso che dire... "speriamo!"... ma purtroppo, On. Bonaccorsi, sono già stato scornato diverse volte e nella politica non credo più)
Tra i parlamentari che più hanno seguito la questione c’è il vicepresidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, Ignazio Abrignani (Forza Italia), che ha anche presentato un disegno di legge che mira alla regolamentazione del fumo elettronico. “La mia posizione è sulla stessa linea del professor Veronesi. Anche se non sono ancora del tutto note le eventuali conseguenze, la diffusione delle sigarette elettroniche tra i fumatori di sigarette tradizionali dovrebbe essere vista con favore se si pensa alla salute dei cittadini. Va considerato come il male minore. Il mio disegno di legge prevede la regolamentazione del settore e la destinazione di parte della tassazione alla ricerca. Ma la demonizzazione che da mesi si sta facendo di questo dispositivo mi pare assurda”. Abrignani si oppone fortemente anche ai divieti “assoluti”. “A mio avviso non c’è alcuna attinenza con il Milleproroghe stesso, mi chiedo quale sia il motivo per il quale si voglia impedire alle aziende del settore di fare pubblicità. Mi trovo d’accordo con l’onorevole Galan nel considerare non opportuna la libertà di ‘svapo’ all’interno dei luoghi pubblici chiusi e in presenza di minori, ma per quanto riguarda la pubblicità non c’è ragione di mettere ancora di più in ginocchio un intero comparto che, a causa di una tassazione che reputo anch’essa assurda, sta vivendo un periodo di enorme difficoltà”.
(Domanda retorica. Chieda a Saccomanni. Lui ha la risposta)
“Quello delle sigarette elettroniche, in Italia, è un settore che in circa un anno aveva creato posti di lavoro, occupazione in tutto il territorio nazionale, respiro a moltissime famiglie in difficoltà. Questa tassa rappresenta un colpo mortale, privo di motivazioni. Quali sono le lobby che stanno condizionando le leggi in questo settore?”
(Su dai... non faccia lo spiritoso...)
Un “colpo mortale”, secondo le associazioni di riferimento del settore – Anafe Confindustria e Fiesel Confesercenti - è rappresentato anche dal decreto attuativo: "Il decreto ministeriale è stato pubblicato solo a metà dicembre, e rende impossibile l'attività del settore a partire dal 1°gennaio, praticamente domani. Le aziende non hanno avuto il tempo per mettersi in regola. È evidente che chiederò un rinvio urgente”. Per Abrignani la gestione del tema sigarette elettroniche rispecchia la confusione dell’attuale compagine governativa. “Questo governo è fatto di forze spesso contrapposte, che si tirano per la giacca. E questo non porta a nulla. Lo vediamo per le sigarette elettroniche, ma anche per i giochi, le accise sul tabacco, gli affitti. Per questo il nostro paese ha bisogno di un governo più forte, certo, con un programma chiaro e in cui non vengano ogni giorno a galla nuove contraddizioni. Per questo ribadiamo che si deve andare a votare”.
(Si... direi proprio di si...)
E Abrignani, uomo molto vicino al Cav. Berlusconi, attacca la maggioranza: “Il Pd e Renzi stanno ragionando su come far ripartire il nostro paese in Italia. Intanto però nel settore delle e-cig, migliaia di lavoratori stanno per diventare disoccupati. Ho già proposto al Sottosegretario Giorgetti e ai Monopoli di avviare un tavolo per discutere di tassazione e regole, per arrivare ad una regolamentazione organica che oggi non c’è”. Inevitabile parlare di lobby toccando un tema del genere. “Il fatto che esistano delle lobby che portano avanti gli interessi di aziende e associazioni è una cosa normale e che esiste in tutto il mondo.
(Beh come in Italia... forse è un po' troppo. Spero poi non si voglia considerare "lobby" anche la mafia e la camorra)
Le lobby a volte si rivelano utili, perché mostrano e permettono di capire situazioni e dinamiche che non sempre a noi che stiamo in Parlamento sono chiare.
(Si... ma chiamiamole però "associazioni di categoria" perchè "lobby" ha tutt'altro significato)
Una regolamentazione darebbe dignità a questo mestiere e chiarirebbe che non si tratta di corruzione, che non è un’attività sbagliata. Sarebbe un altro modo di ridare vita al rapporto tra elettori ed eletti”.
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I nodi vengono al pettine. Si parla addirittura di rivedere la norma ammazza e-cig... di rimandarla, ecc. ADESSO?! Un po' tardi direi. Fare una respirazione bocca a bocca ad un cadavere di ormai qualche mese... non serve. Molti negozi ormai hanno chiuso... o lo stanno per fare con il 31/12/2013... o sono falliti sotto l'effetto dei media opportunamente istruiti per trovare metalli pesanti che non ci sono... o che se ci sono... sono inferiori a quelli contenuti in una bistecca.
Da notare che "i consulenti" del governo hanno opportunamente messo in guardia chi ci governa che la legge, così come è scritta, è una porcata. Ma Letta e Saccomanni han tirato dritto. A voi la risposta del perchè...
n.b. le parti interessanti su cui riflettere saranno indicate con caratteri sottolineati. Ogni tanto qualche mio commento. Buona lettura.
E-CIG: ECCO COME TASSE E DIVIETI RISCHIANO DI SPEGNERLA DEFINITIVAMENTE
Bonaccorsi (Pd): Attenzione a non usare interi settori industriali come bancomat. Abrignani (Fi): Demonizzazione che si fa del fumo elettronico è assurda.
È forte la polemica all'interno della maggioranza sul tema della sigaretta elettronica. Prima di tutto l'introduzione di un’imposta di consumo del 58,5% del prezzo di vendita. Le sigarette elettroniche vengono definite prodotti succedanei del tabacco, compresi i dispositivi meccanici ed elettronici e le parti di ricambio (la Direttiva UE in corso di approvazione a Bruxelles parla di “prodotti contenenti nicotina” a partire dal 1 gennaio 2014). Anche batterie, cavi USB e aromi alimentari privi di nicotina, saranno soggetti alla tassazione. Il provvedimento prevedeva che il Ministero dell’Economia e delle Finanze dovesse adottare entro il 31 ottobre 2013 un decreto ministeriale per definire tempi e modalità per agli adempimenti amministrativi, dal momento che potrebbero essere necessari sino a 120 giorni. Il decreto però è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il 9 dicembre, dando pochissimo tempo agli operatori per adeguarsi. Un ritardo che ha portato il Ministero dell'Economia a ricevere un richiamo da parte della Corte dei Conti. Tutto l’impianto della norma sta creando forti divisioni e rischia di costare alle casse dello Stato i 117 milioni previsti per la copertura della Legge “IVA e Lavoro”.
Già lo scorso luglio il Servizio Bilancio del Senato aveva sottolineato come “non si è chiarito in base a quali parametri, ovvero trend osservati, si sia giunti a ipotizzare un mercato del settore di 200 milioni di euro a partire dal 2014″. Anafe-Confindustria in una recente audizione in Commissione Finanze, ha sostenuto che con l'introduzione di imposta del 58,5%, l'impatto reale sui prezzi sarebbe del 140%, con un crollo totale delle vendite.
(come ben sapete... Anafe... non è da ieri che dice che una simile tassazione avrebbe portato alla morte del settore... ma il duo Letta&Saccomanni ha tirato dritto)
Il decreto prevede una sorta di webtax, che alcuni parlamentari giudicano in odore di violazione dei Trattati UE per quanto riguarda la libera circolazione delle merci. Qualunque soggetto che voglia vendere sigarette elettroniche dall’estero via internet dovrà dotarsi di un rappresentante fiscale italiano e versare una cauzione. Non appare chiaro come questa norma potrà essere applicata dal momento che le sigarette elettroniche vendute all’interno dell’Unione Europea non passano attraverso il sistema doganale.
(è evidente! Non potrà essere applicata salvo tirata d'orecchie da parte dell'Europa)
Ultima, ma non meno rilevante, è la questione dei divieti per l'uso della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici. I divieti vennero prima inseriti nella bozza del disegno di legge “IVA e Lavoro”, poi il Ministero della Salute reclamò la propria competenza e li fece eliminare. Un emendamento al Senato, con l’ok del Viceministro dell’Economia Fassina, cambiò di nuovo la situazione e i divieti vennero reintrodotti. A novembre, con un' iniziativa del presidente della Commissione Cultura Galan, e con l’ok del Ministero della Salute, fu cancellato il divieto di fumo della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici, per non favorire le sigarette tradizionali, e venne regolamentata la pubblicità. In questi giorni, nel “Salva Roma” un nuovo colpo di scena: la commissione Bilancio del Senato vota per il reinserimento dei divieti. Poi il decreto decade. Come finirà non è ancora chiaro, il rischio è che a risolvere la questione, venga chiamato in causa il TAR del Lazio, per i numerosi ricorsi che sono stati annunciati.
(Paese strano il nostro. Materie di competenza di un Ministero vengono gestite da un altro e viceversa. E' chiaro che un potenziale divieto è di competenza del Ministero della Salute... ma se all'interno di un governo un Ministero toglie il divieto di svapo all'interno dei locali pubblici... fa cadere nel ridicolo il Ministro dell'Economia e delle Finanze che sul divieto ha impostato la logica di "attacco" al settore perchè potenzialmente dannoso per la salute quanto le sigarette analogiche. Chi andrebbe a tassare in maniera spropositata un qualcosa che potenzialmente potrebbe allontanare milioni di persone dal fumo di sigarette analogiche i cui effetti malefici sulla salute umana sono noti anche a Paperino e Topolino? Un.... comincia con la "P".
La Svizzera, non a caso infatti, ha DETASSATO le sigarette elettroniche.)
“Gli imprenditori della sigaretta elettronica sono stati degli eroi ad operare in questa situazione”, afferma Lorenza Bonaccorsi, deputata Pd vicina a Matteo Renzi, che da mesi segue il tema. “Ho espresso in varie occasioni e pubblicamente la mia opinione chiedendo come mai la questione non sia mai stata affrontata fino in fondo. Trovo curioso che se è vero che la sigaretta elettronica aiuta le persone a smettere di fumare non la si tenga nella dovuta considerazione. E trovo altrettanto curioso che questo decreto Milleproroghe in cui sembra siano stati inseriti dei provvedimenti che ne limitano l’uso sia inaccessibile, ne leggiamo i contenuti sui giornali ma non ne abbiamo ancora potuto prendere visione.
(eh beh... lo trovo curioso pure io. Come funziona la macchina legislativa? "Parlamento" lo si dice così... non a caso... ma che si va e si "parla". Il Decreto è approvato e nessuno ne ha mai avuta tra le mani una copia cartacea?)
La mancanza di dibattito sul tema è quindi il problema principale. “Una premessa. Troppo spesso in Parlamento ci troviamo a discutere, approvare, concludere troppo velocemente, all’ultimo minuto. Una delle ragioni principali è costituita da regolamenti parlamentari che devono necessariamente rivisti. Si tratta di un provvedimento non più rinviabile”. Nel frattempo decine di aziende rischiano di chiudere dall’1 gennaio, con l’entrata in vigore delle norme che assoggettano il settore ai Monopoli e un’imposta di consumo del 58,5%. “Così come è stato per la webtax mi auguro che si posticipi di qualche mese l’entrata in vigore dei provvedimenti per verificarne la congruità, gli impatti sul settore e sui cittadini e utilizzare quindi questo tempo per rivedere eventualmente alcune regole. Mi auguro che si utilizzi lo stesso metro utilizzato per la webtax. Questi ed altri imprenditori sono ormai degli eroi, non possono continuare a fare impresa in questo modo, con norme che cambiano in maniera radicale e fortemente impattante nel giro di una settimana. Se accade questo, inevitabilmente i politici vengono visti come persone che non lavorano in modo serio. Invece oggi in Parlamento ci sono tante brave persone, che svolgono un lavoro complicato, difficile”.
(Ma dai?! Mi scusi On. Bonaccorsi... probabilmente non è il suo caso... ma le assicuro che l'opinione degli italiani sui parlamentari italiani è di gran lunga meno edificante)
“La modalità corretta di affrontare questa ed altre questioni dovrebbe essere quella di aprire un dibattito serio e cercare di capire qual è la strada giusta da prendere cercando di andare il meno possibile ad incidere sulle tasche dei cittadini – aggiunge Bonaccorsi - non dando l’impressione di utilizzare interi settori industriali come bancomat per lo stato. Dobbiamo cambiare passo, cambiare le procedure, avere un cronoprogramma serio per i nostri lavori, ma anche essere più lungimiranti e non mazzolare i settori in ascesa, si vedano le sigarette elettroniche ma anche la questione della webtax”. A minare l’immagine del Parlamento c’è anche una visione piuttosto negativa dell’opinione pubblica nei confronti delle lobby. Sarebbe utile una regolamentazione? “Sarebbe necessario, giusto e normale regolamentare le lobby come succede in molti altri paesi, permettendo a tutti di lavorare in maniera chiara e trasparente. Soprattutto su temi particolarmente tecnici è necessario ascoltare l’opinione di tutti, compresi quindi coloro che portano alla nostra attenzione esigenze e interessi di aziende, categorie professionali, associazioni. Non ci si può fare un’opinione senza ascoltare i diretti interessati. Sta poi al buon politico fare sintesi ed emanare o proporre norme e decreti giusti per il bene collettivo”.
(Sogno o son desto? In poche righe viene descritto cosa significa "fare politica"... ma è la prima volta che le sento dire da... un personaggio politico. Fino ad ora l'avevo sempre trovato scritto nei libri di educazione civica. Che stia veramente arrivando un nuovo corso nella politica italiana? Bah... da italiano non posso che dire... "speriamo!"... ma purtroppo, On. Bonaccorsi, sono già stato scornato diverse volte e nella politica non credo più)
Tra i parlamentari che più hanno seguito la questione c’è il vicepresidente della Commissione Attività Produttive della Camera dei Deputati, Ignazio Abrignani (Forza Italia), che ha anche presentato un disegno di legge che mira alla regolamentazione del fumo elettronico. “La mia posizione è sulla stessa linea del professor Veronesi. Anche se non sono ancora del tutto note le eventuali conseguenze, la diffusione delle sigarette elettroniche tra i fumatori di sigarette tradizionali dovrebbe essere vista con favore se si pensa alla salute dei cittadini. Va considerato come il male minore. Il mio disegno di legge prevede la regolamentazione del settore e la destinazione di parte della tassazione alla ricerca. Ma la demonizzazione che da mesi si sta facendo di questo dispositivo mi pare assurda”. Abrignani si oppone fortemente anche ai divieti “assoluti”. “A mio avviso non c’è alcuna attinenza con il Milleproroghe stesso, mi chiedo quale sia il motivo per il quale si voglia impedire alle aziende del settore di fare pubblicità. Mi trovo d’accordo con l’onorevole Galan nel considerare non opportuna la libertà di ‘svapo’ all’interno dei luoghi pubblici chiusi e in presenza di minori, ma per quanto riguarda la pubblicità non c’è ragione di mettere ancora di più in ginocchio un intero comparto che, a causa di una tassazione che reputo anch’essa assurda, sta vivendo un periodo di enorme difficoltà”.
(Domanda retorica. Chieda a Saccomanni. Lui ha la risposta)
“Quello delle sigarette elettroniche, in Italia, è un settore che in circa un anno aveva creato posti di lavoro, occupazione in tutto il territorio nazionale, respiro a moltissime famiglie in difficoltà. Questa tassa rappresenta un colpo mortale, privo di motivazioni. Quali sono le lobby che stanno condizionando le leggi in questo settore?”
(Su dai... non faccia lo spiritoso...)
Un “colpo mortale”, secondo le associazioni di riferimento del settore – Anafe Confindustria e Fiesel Confesercenti - è rappresentato anche dal decreto attuativo: "Il decreto ministeriale è stato pubblicato solo a metà dicembre, e rende impossibile l'attività del settore a partire dal 1°gennaio, praticamente domani. Le aziende non hanno avuto il tempo per mettersi in regola. È evidente che chiederò un rinvio urgente”. Per Abrignani la gestione del tema sigarette elettroniche rispecchia la confusione dell’attuale compagine governativa. “Questo governo è fatto di forze spesso contrapposte, che si tirano per la giacca. E questo non porta a nulla. Lo vediamo per le sigarette elettroniche, ma anche per i giochi, le accise sul tabacco, gli affitti. Per questo il nostro paese ha bisogno di un governo più forte, certo, con un programma chiaro e in cui non vengano ogni giorno a galla nuove contraddizioni. Per questo ribadiamo che si deve andare a votare”.
(Si... direi proprio di si...)
E Abrignani, uomo molto vicino al Cav. Berlusconi, attacca la maggioranza: “Il Pd e Renzi stanno ragionando su come far ripartire il nostro paese in Italia. Intanto però nel settore delle e-cig, migliaia di lavoratori stanno per diventare disoccupati. Ho già proposto al Sottosegretario Giorgetti e ai Monopoli di avviare un tavolo per discutere di tassazione e regole, per arrivare ad una regolamentazione organica che oggi non c’è”. Inevitabile parlare di lobby toccando un tema del genere. “Il fatto che esistano delle lobby che portano avanti gli interessi di aziende e associazioni è una cosa normale e che esiste in tutto il mondo.
(Beh come in Italia... forse è un po' troppo. Spero poi non si voglia considerare "lobby" anche la mafia e la camorra)
Le lobby a volte si rivelano utili, perché mostrano e permettono di capire situazioni e dinamiche che non sempre a noi che stiamo in Parlamento sono chiare.
(Si... ma chiamiamole però "associazioni di categoria" perchè "lobby" ha tutt'altro significato)
Una regolamentazione darebbe dignità a questo mestiere e chiarirebbe che non si tratta di corruzione, che non è un’attività sbagliata. Sarebbe un altro modo di ridare vita al rapporto tra elettori ed eletti”.