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Vi segnalo questo un articolo interessante. Non tanto perché non vedevo l'ora di mettermi a svapare all'interno di bar, uffici e luoghi pubblici in genere... ma perché per la prima volta una figura di una certa rilevanza istituzionale arriva a dire, con un suo atto, «smettetela di sparare stronz... La sigaretta elettronica non è equiparabile ad una sigaretta tradizionale». Anche perché a Malo, nel vicentino, la sigaretta elettronica era stata vietata nei parchi pubblici (cioè all'aperto).
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Sospesa per carenza di motivazioni l’ordinanza: «Bisogna distinguere il liquido con nicotina da quello senza». A Malo i fumatori possono tornare in bar e parchi (di Silvia Madiotto)
MALO (Vicenza) - La sigaretta, al bar o al parco, adesso si può fumare di nuovo. A patto che sia quella elettronica, ovviamente. L’ordinanza del sindaco di Malo, in provincia di Vicenza, è stata bloccata da una sentenza del Tar che ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dall’Anafe (Associazione Nazionale Fumo Elettronico) che si opponeva al divieto imposto. Il provvedimento del Comune, secondo il giudice, «appare carente di motivazione, in particolare in ordine alla mancata distinzione fra sigaretta elettronica con principio nicotinico e no, nonché riguardo all’estensione del divieto ai parchi gioco». Si tratta della prima vittoria dei «fumatori tecnologici» contro chi li paragona ai tabagisti vecchio stampo: l’associazione esulta e, portato a casa il risultato in Veneto, è pronta a fare ricorso in tutte le altre Regioni d’Italia.
Dalla Lombardia alle Marche infatti sono in tanti che si stanno coalizzando contro le e-cig. Insomma, non basta dire che il fumo fa male a prescindere, o che è un brutto esempio da dare ai bambini. E non si può nemmeno non distinguere il vapore al sapore di nicotina e quello aromatizzato, venduti nei nuovi negozi che spuntano a ogni angolo di strada per sfruttare la moda del momento. Il tabacco in foglie, quello ordinato in pacchetti, rimane off limits nelle aree pubbliche; ma se l’involucro è di plastica e la sigaretta si ricarica con la spina non può essere considerata allo stesso modo. L’ordinanza firmata a metà maggio dal sindaco di Malo Antonio Antoniazzi impediva di fumare la sigaretta elettronica nei luoghi pubblici, sia all’aperto che al chiuso: erano state bandite da parchi giochi, aree verdi e cortili delle scuole, così come da uffici pubblici, bar e ristoranti. «Ovunque fosse vietato il fumo della sigaretta classica avevamo vietato anche quella elettronica - spiega -. Nei parchi ci sono bambini e vorremmo dare un buon esempio, impedendo loro di respirare fumo passivo o trovarsi davanti a questo tipo di comportamenti».
La decisione, sottolinea, era stata presa dopo la lettura di articoli di stampa e informazioni diffuse da alcune associazioni che si esponevano a tutela della salute pubblica. Poi è arrivato il Tar, ed è come un colpo di spugna. «Avevamo ascoltato altre amministrazioni comunali intenzionate a seguire questa linea di condotta e l’Usl del territorio - continua -. L’intento era di contenere un fenomeno che ci veniva descritto come nocivo, ma qui le leggi cambiano di continuo e ora sembra che non faccia più male. Per quanto mi riguarda ritengo il fumo dannoso in qualsiasi forma, resto della mia idea e lo dico da ex fumatore. Ma a questo punto decida il tribunale». Un ricorso, per ora, è escluso: «Sarebbe solo un costo per il Comune - dice Antoniazzi -. Attendiamo le motivazioni del Tar ed eventualmente, se attraverso l’Anci Veneto e le aziende sanitarie ci arriveranno informazioni più precise, potremmo preparare un’azione collettiva di sindaci. Se saremo in tanti l’impatto sarà sicuramente più forte».
Oltretutto in Veneto c’è già chi ha tentato una strada simile: a Follina, nel Trevigiano, la sigaretta elettronica non si può accendere nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto; a Vicenza deve stare fuori dagli uffici comunali. La sentenza del Tar però apre la strada ad altri ricorsi. Per Anafe la battaglia contro Malo dà uno stimolo in più a iniziare una vera guerra contro i sindaci, «per mettere fine al fiorire di ordinanze nel nostro Paese. Ci sono Comuni che trattano la e-cig alla stregua di sigarette tradizionali e aree in cui invece non si prevedono restrizioni, se non quelle previste dalle recenti e condivisibili ordinanze del Ministro della Salute sul divieto di vendita di sigarette elettroniche ai minori e sull’uso delle stesse nelle scuole».
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Sospesa per carenza di motivazioni l’ordinanza: «Bisogna distinguere il liquido con nicotina da quello senza». A Malo i fumatori possono tornare in bar e parchi (di Silvia Madiotto)
MALO (Vicenza) - La sigaretta, al bar o al parco, adesso si può fumare di nuovo. A patto che sia quella elettronica, ovviamente. L’ordinanza del sindaco di Malo, in provincia di Vicenza, è stata bloccata da una sentenza del Tar che ha accolto la richiesta di sospensiva presentata dall’Anafe (Associazione Nazionale Fumo Elettronico) che si opponeva al divieto imposto. Il provvedimento del Comune, secondo il giudice, «appare carente di motivazione, in particolare in ordine alla mancata distinzione fra sigaretta elettronica con principio nicotinico e no, nonché riguardo all’estensione del divieto ai parchi gioco». Si tratta della prima vittoria dei «fumatori tecnologici» contro chi li paragona ai tabagisti vecchio stampo: l’associazione esulta e, portato a casa il risultato in Veneto, è pronta a fare ricorso in tutte le altre Regioni d’Italia.
Dalla Lombardia alle Marche infatti sono in tanti che si stanno coalizzando contro le e-cig. Insomma, non basta dire che il fumo fa male a prescindere, o che è un brutto esempio da dare ai bambini. E non si può nemmeno non distinguere il vapore al sapore di nicotina e quello aromatizzato, venduti nei nuovi negozi che spuntano a ogni angolo di strada per sfruttare la moda del momento. Il tabacco in foglie, quello ordinato in pacchetti, rimane off limits nelle aree pubbliche; ma se l’involucro è di plastica e la sigaretta si ricarica con la spina non può essere considerata allo stesso modo. L’ordinanza firmata a metà maggio dal sindaco di Malo Antonio Antoniazzi impediva di fumare la sigaretta elettronica nei luoghi pubblici, sia all’aperto che al chiuso: erano state bandite da parchi giochi, aree verdi e cortili delle scuole, così come da uffici pubblici, bar e ristoranti. «Ovunque fosse vietato il fumo della sigaretta classica avevamo vietato anche quella elettronica - spiega -. Nei parchi ci sono bambini e vorremmo dare un buon esempio, impedendo loro di respirare fumo passivo o trovarsi davanti a questo tipo di comportamenti».
La decisione, sottolinea, era stata presa dopo la lettura di articoli di stampa e informazioni diffuse da alcune associazioni che si esponevano a tutela della salute pubblica. Poi è arrivato il Tar, ed è come un colpo di spugna. «Avevamo ascoltato altre amministrazioni comunali intenzionate a seguire questa linea di condotta e l’Usl del territorio - continua -. L’intento era di contenere un fenomeno che ci veniva descritto come nocivo, ma qui le leggi cambiano di continuo e ora sembra che non faccia più male. Per quanto mi riguarda ritengo il fumo dannoso in qualsiasi forma, resto della mia idea e lo dico da ex fumatore. Ma a questo punto decida il tribunale». Un ricorso, per ora, è escluso: «Sarebbe solo un costo per il Comune - dice Antoniazzi -. Attendiamo le motivazioni del Tar ed eventualmente, se attraverso l’Anci Veneto e le aziende sanitarie ci arriveranno informazioni più precise, potremmo preparare un’azione collettiva di sindaci. Se saremo in tanti l’impatto sarà sicuramente più forte».
Oltretutto in Veneto c’è già chi ha tentato una strada simile: a Follina, nel Trevigiano, la sigaretta elettronica non si può accendere nei luoghi pubblici e sui mezzi di trasporto; a Vicenza deve stare fuori dagli uffici comunali. La sentenza del Tar però apre la strada ad altri ricorsi. Per Anafe la battaglia contro Malo dà uno stimolo in più a iniziare una vera guerra contro i sindaci, «per mettere fine al fiorire di ordinanze nel nostro Paese. Ci sono Comuni che trattano la e-cig alla stregua di sigarette tradizionali e aree in cui invece non si prevedono restrizioni, se non quelle previste dalle recenti e condivisibili ordinanze del Ministro della Salute sul divieto di vendita di sigarette elettroniche ai minori e sull’uso delle stesse nelle scuole».