Ho quello per zest... presumo (per aver la certezza bisognerebbe ascoltare chi lo ha) che quello menelaus sia identico differendo solo nel diametro che ospita la parte finale del camino (quella a ridosso dall’attacco del drip tip).
Non credo abbia le alette per chiudere i canaletti di alimentazione che rendono l’operazione avvita/svita camino un po’ più ostica rispetto allo zest obbligando ad avvitarlo solo con ghiera afc inserita.
Non ho il menelaus con me ma, in linea teorica, l’operazione di estrazione tank con liquido all’interno presente lo stesso tipo di difficoltà di uno zest con o senza bell cap!
Con tutti i phenomenon è possibile accedere al deck a tank pieno!
il problema è che l’operazione è scomoda, ostica ed il rischio di perder tutto il contenuto del tank è sempre dietro l’angolo.
Capovolgi l’atom, sviti tutto il camino, estrai il tank avendo cura che il camino non salga troppo. A questo punto bisogna metterlo in equilibrio a testa in giù! Insomma... bell tank o no... una volta su tre perdo tutto! Sarebbe bastato un fine corsa del camino e tutto sarebbe stato più gestibile.
Se cercate praticità, comodità, semplicità, velocità... il menelaus come tutti gli altri phenomenon non fanno al caso vostro.
Ed aggiungerei anche... se siete abituati ad usare hf molto alti, i phenomenon vi si rivolteranno contro.
Quando mi è passato per le mani il mio primo phenomenon (lite v2) non ero ancora pronto. Ho dovuto attendere perché potessi apprezzarlo a pieno.
Ho trovato la mia quadra con una 9 spire (devono campare pure i distributori di wire, no?
) di awg29 girata su punta da 2 con bacon v2 ad hf piuttosto bassi (anche sotto i canonici 200 mw/mm2). Uso quasi sempre resistherm 0.43 ohm circa a 11-15 watt (solo un anno fa l’avrei mandata a 20 watt). Le 9 spire mi garantiscono una discreta superficie di vaporizzazione (=più aroma, hit, secchezza) nonostante l’uso di wire relativamente sottile.
Tanta massa mi garantisce sufficiente calore senza dover esagerare con la lunghezza del tiro ed il tipo di materiale mi garantisce una buona heat capacity. Una coil tanto larga (e non necessariamente troppo bassa.. per centrare la coil ai fori è necessario piazzarla per buona parte sopra la vite del post corto... decentrata rispetto alla linea che spacca il deck in due parti uguali) mi consente inoltre di aver baffi di cotone sufficientemente lontani dal piano che ospita i due forellini evitando gorgogli e le tante odiate incontinenze. Senza dimenticare che un deck sovralimentato tenderà a riscaldarsi di più favorendo le perdite...
Fatta questa premessa... il bell cap,esteticamente parlando, è a mio avviso un deciso passo indietro. L’atom diventa peró leggerissimo. È più pratico? Decisamente no... ma è una buona palestra per prendere maggiore confidenza con il sistema. Già il solo avvitare il camino ed inserire il tank a testa in giù colmo di liquido è operazione che richiede pratica. Beh io sono un imbranato con la manualità di un elefante! Ma alla fine ci sono riuscito! E da quando lo uso ho certamente acquisito molta più confidenza con i miei phenomenon.
I phenomenon son come una bell’auto... d’epoca! Esteticamente magari inarrivabile per classe e stile,in grado di regalarci alla guida sensazioni fantastiche... ma resta un’auto datata... inutile aspettarsi che entri in azione l’abs o altre diavolerie tecnologiche! Da qualche anno guido una ibrida... solo cambio atomatico (la macchina dei deficienti cit. mia moglie)... ed effettivamente un po’ deficiente mi son sentito quando, in settimana, mi è passata per le mani (ma soprattuto sotto i piedi!) una vecchia panda con frizione mezza andata! Per non parlare dell’ultima volta che ho guidato la mia (venduta) 500 del ‘71. I freni è come se non esistessero...