Hai posto tre argomenti per cui ognuno richiederebbe una ventina di post (che poi a ben cercare questi post ci sono già nelle guide o nei post passati). Mi trovo d'accordo con molte risposte degli altri utenti, in particolare
@Sva3d e
@Nicolasan.
Mi soffermo sul TC, perché lo uso praticamente sempre, e per mia esperienza sono d'accordo con Nicola: imposto i watt sensati per l'heat flux desiderato per la coil che ho progettato per l'atom (proprio come per il variwatt o il meccanico) e osservo l'andamento della temperatura conseguente. Anche su sistemi nuovi oramai mi aspetto una determinata lettura della coil a freddo (tra 0.13 e 0.18 a seconda del diametro del filo, uso quasi esclusivamente i NiFe30 e a volte Ni200, su box Dicodes) e che ad un certo wattaggio l'erogazione determini un valore al di sotto dei 210.
A me piace svapare tabacchi organici degustando con tiri lunghi e lenti, vapore non troppo caldo e sistemi che scaldino vicino alle labbra, quindi mi trovo spesso ad impostare un wattaggio per cui la temperatura di erogazione sia costante intorno ai 190 C. A parte condizioni particolari di sbalzi di temperatura, fino a fine tank quella temperatura rilevata dalla box rimane costante e la coil regge un paio di tank in condizioni migliori rispetto alle stesse condizioni in VW.
Per come sono io, impostare la temperatura a cui voglio svapare e poi far tagliare costantemente il circuito non mi aiuta a capire come lavora la mia rigerazione e come lavora l'atom. Inoltre concordo con Nicola che per la coil non c'è nessun vantaggio rispetto al VW perché subisce comunque una caramellizzazione notevole.
Io questa modalità di TC, ovvero a tavoletta col limitatore, la chiamo modalità becera (senza voler offendere chi la preferisce) perché, oltre a non soddisfarmi come resa, non mi fa capire nulla dell'atom e del sistema che vi ho mplementato su, per fare un esempio: ci sono atom che mi permettono build che lavorano molto bene vaporizzando a 15-17W tra i 180-190C (verificati sia su vari circuiti dicodes che monitorando in DNA), ma altri atom a quei gradi centigradi, pur avendo un resa ottima, non lavorano bene perché dopo qualche tiro sono saturi di condensa.
Quindi con fev Vs o un ataman v2 (clone in acciaio) e una build in NiFe30 0.35mm (27 awg) posso spingere i fino a 18W ed essere sicuro di non superare mai i 200C (raramente oltre i 190) ed avere contemporaneamente come feedback il vapore e la resa che piace a me, senza che mi arrivi calore eccessivo alle labbra nonostante drip tip di metallo e la base del atom inevitabilmente calda.
Mentre con un By-Ka v7 o v8 difficilmente riesco a farlo lavorare ben al di sotto dei 200C, perché a parità di wattaggio la temperatura rilevata è maggiore (in realtà con questi due sempre con 27awg il wattaggio ideale si aggira a 14-15 e la temperatura tra 195 e 210) e se abbassassi i watt per stare sotto i 190C percepirei una resa inferiore e molto probabilmente inficerei il tiro perché la condensa saturerebbe l'interno della campana e raffreddandosi si trasmetterebbe nel fondello sottostante al deck.
Con la modalità becera non avrei questo riscontro, non avrei soddisfazione alla svapata e non capirei come lavorare sulla build.
Per quel che mi riguarda approccio il TC al contrario del meccanico, mi spiego: in meccanico si progettare la build prima di tutto per svapare in sicurezza secondo i parametri della cella, quindi si cerca un heat flux (e in correlazione anche un heat capacity) che sia un sopportabilmente alto a cella carica e che quando cala (ovviamente cala anche l'heat flux) soddisfacente, ecco che qui a seconda dell'atom si valuta, oltre al materiale, soprattutto diametro del filo, per cui lo 0.35mm a parità di spire inevitabilmente determinerà un calore massimo maggiore rispetto ad un 0.28mm. E a seconda dell'heat capacity si determina se scalda e raffredda più velocemente o meno.
Ecco che io in TC ragiono tenendo conto dei concetti per lo svapo in meccanico, ma su circuito a temperatura controllata posso ragionare in maniera totalmente diversa rispetta al meccanico: se l'atom mi permette la stessa coil con diametro da 0.35mm ecco che io posso regolare un determinato wattaggio, relativamente elevato tipo 16W, avendo una vaporizzazione efficace alla temperatura di 190c.
Mentre con un diametro 0.28mm per vaporizzare a 190C dovrei abbassare il wattaggio a 11 o 12, ma ecco che a mio gusto non sia la stessa cosa la resa delle due build la percepisco diversa e a parità di temperatura quei 4W in meno non piacciono alle mie papille gustative.
Ora teniamo presente che gli esempi, reali, di cui sopra si riferiscono a coil sullo stesso diametro interno e con lo stesso numero di spire, quindi scientificamente l'heat flux rimane invariato mentre si abbassano i watt e cambia l'heat capacity cambia notevolmente, oltre ovviamente al valore resistivo in Ohm.
Non ha senso ragionare a cambiare la build e il materiale, mantenendo invariato il valore resistivo e l'heat capacity (che credo che comunque non si possibile) perché col circuito abbiamo un enorme libertà in più rispetto al meccanico, e col TC ancora di più.
La build in controllo temperatura per me ha il numero di spire massimo per essere ben investita dal flusso d'aria e per garantire la maggiore superficie di contatto col liquido nel cotone, che nella maggior parte degli atom mtl (molti anche con deck piccoli, tipo spica pro) è di 7 spire, per la mia esperienza. Inoltre la superficie di contatto col liquido aumenta se aumenta il diametro del filo, quindi per mia esperienza sono ideali 0.32mm e 0.35mm per atom mtl (qualcuno anche oltre, vedi caiman v5, ma son pochi in cui non si rischi di sfiorare le torrette o la campana).
Per il diametro della coil interna il limite massimo è sempre determinato dalla dimensione del deck, e per esperienza si giocano 2mm, 2.25mm e 2.5mm, ma qui influisce molto di più quanto l'aria "scivola" intorno alla coil e quanto il cotone riesce a trasportare. Nella maggior parte dei casi a me piace la punta da 2 su atom senza troppe distanze torretta-torretta e afc-coil (alpha, millenium, 4.51, fev vs) e 2.25 in atom come v7 e v8, perché trovo che restituiscano una resa più secca/asciutta.
Inoltre ve bene tutta la scienza e le misurazioni, ma alla fine dobbiamo soddisfare i nostri sensi, che sono la cosa più volubile e volatile dello scibile, quindi non è possibile pensare imposto un valore et voilà.
Un altra considerazione da fare riguardo al TC è che ha senso se vogliamo svapare in sicurezza sotto i 220C, senza quindi introdurre sostanze nocive, perché a 230C a secco inizia a strinire o bruciare, ma dobbiamo essere consci che anche la miglior box del mondo effettua una rilevazione algoritmica della temperatura (che non può essere rilevata precisamente se non in laboratorio a condizioni ideali) e senza una tolleranza determinata.
Quindi io imposto la temperatura limite a 215C e i watt che credo possano garantirmi di non superarla mai (a parte a fine tank o quando la caramelizzazione ha fatto scempio), anzi i watt che mi permettano circa 190C senza problemi di condensa.
Inoltre, a parte dicodes e dna, gli altri circuiti non sono altrettanto precisi, seppure alcuni ottimi (ad esempio le pico, meglio ancora con arctic fox), se hanno letture coil a freddo altrettanto precise, la rilevazione dinamica della temperatura non sempre è fedele rispetto ai migliori due circuiti. Ma se la pico25 mi da 200C e la dicodes mi da 210C sono abbastanza tranquillo di essere ben lontano dai 230 temuti.