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Il Parlamento europeoha respinto la proposta della commissione ENVIdi equiparare la sigaretta elettronica ai comuni farmaci e come tali regolamentarle.Un importante riconoscimento quindi che va a rafforzare la lotta di L.I.F.E. lega italiana fumo elettronico, aderente Federcontribuenti.
L.I.F.E, nata per far fronte unito alla Legge 99/2013 ha da tempo preparato un emendamento a regolamentare il settore delle sigarette elettroniche: la vendita, la professionalità degli operatori, la pubblicità, i divieti di “svapo” e le necessarie coperture finanziarie.
Si tratta di una proposta concreta, pragmatica, con l’intento di regolamentare il settore, garantendone la sopravvivenza, tutelando la libera concorrenza, la facoltà di scelta dei consumatori e le entrate fiscali. Tutto questo lavoro perche, l’attuale normativa è inapplicabile! La Legge 99/2013 così come scritta, con una accisa del 58,5%, oltre all’IVA del 22% porterebbe la pressione fiscale sulle sigarette elettroniche, liquidi ed accessori oltre all’80%, qualcosa di mai visto al mondo. Ancor più inspiegabile considerato che si tratta di un prodotto che la scienza ha ampiamente dimostrato essere innocuo ed anzi utile per smettere di fumare. La questione del controllo dei Monopoli, con obbligo di pagamento anticipato della tassa su tutto il magazzino da parte degli esercenti e dei produttori, comporterebbe la chiusura del 90% degli esercizi, riducendo contemporaneamente tutte le entrate per lo Stato epeggiorando l’offerta per i consumatori (data l’impossibilità di gestire l’enorme quantità di articoli e la continua e rapida evoluzione tecnica dei modelli di sigarette elettroniche). Le sigarette elettroniche dovrebbero passare al controllo dell’AAMS, in base alla Legge 99/2013. Le conseguenze dell’annunciato provvedimento si sono già pesantemente ripercosse sul settore, con la chiusura del 35/40% degli esercizi commerciali ed i conseguenti licenziamenti (si stimano già 2.400 posti di lavoro persi ed altrettanti entro la fine dell’anno), mancati introiti di IVA, irpef, inps, ecc. Auspichiamo che la classe politica, l’Esecutivo ed il Legislativo vorranno considerare con la dovuta attenzione quanto loro comunicato, mostrando così un reale interesse verso l’occupazione, i giovani, la salute pubblica e, in ultimo, le entrate fiscali nel medio/lungo periodo.
Roberta Lemma
Responsabile Ufficio Stampa Federcontribuenti
di Patrizia Del Pidio
Fonte:
L.I.F.E, nata per far fronte unito alla Legge 99/2013 ha da tempo preparato un emendamento a regolamentare il settore delle sigarette elettroniche: la vendita, la professionalità degli operatori, la pubblicità, i divieti di “svapo” e le necessarie coperture finanziarie.
Si tratta di una proposta concreta, pragmatica, con l’intento di regolamentare il settore, garantendone la sopravvivenza, tutelando la libera concorrenza, la facoltà di scelta dei consumatori e le entrate fiscali. Tutto questo lavoro perche, l’attuale normativa è inapplicabile! La Legge 99/2013 così come scritta, con una accisa del 58,5%, oltre all’IVA del 22% porterebbe la pressione fiscale sulle sigarette elettroniche, liquidi ed accessori oltre all’80%, qualcosa di mai visto al mondo. Ancor più inspiegabile considerato che si tratta di un prodotto che la scienza ha ampiamente dimostrato essere innocuo ed anzi utile per smettere di fumare. La questione del controllo dei Monopoli, con obbligo di pagamento anticipato della tassa su tutto il magazzino da parte degli esercenti e dei produttori, comporterebbe la chiusura del 90% degli esercizi, riducendo contemporaneamente tutte le entrate per lo Stato epeggiorando l’offerta per i consumatori (data l’impossibilità di gestire l’enorme quantità di articoli e la continua e rapida evoluzione tecnica dei modelli di sigarette elettroniche). Le sigarette elettroniche dovrebbero passare al controllo dell’AAMS, in base alla Legge 99/2013. Le conseguenze dell’annunciato provvedimento si sono già pesantemente ripercosse sul settore, con la chiusura del 35/40% degli esercizi commerciali ed i conseguenti licenziamenti (si stimano già 2.400 posti di lavoro persi ed altrettanti entro la fine dell’anno), mancati introiti di IVA, irpef, inps, ecc. Auspichiamo che la classe politica, l’Esecutivo ed il Legislativo vorranno considerare con la dovuta attenzione quanto loro comunicato, mostrando così un reale interesse verso l’occupazione, i giovani, la salute pubblica e, in ultimo, le entrate fiscali nel medio/lungo periodo.
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