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Eh sì... attenzione! L'acqua del rubinetto è potenzialmente più pericolosa dello svapo.
A seguire un articolo interessante che trovate
Allarme sigarette elettroniche, tasse e accise: come distruggere intenzionalmente un settore.
Tra allarmismi immotivati e carichi fiscali assurdi, il settore delle e-cig sta crollando. E la salute non è tutelata. (di Christian Citton)
Allarme metalli pesanti nei liquidi delle sigarette elettroniche, tasse e accise sulle e-cig: in pochi mesi un mercato in pieno boom, quello della vendita appunto del cosiddetto fumo digitale che in Italia stava dando da lavorare a migliaia di persone, sta venendo pian piano smantellato con continue bordate da parte dei mass-media, spesso immotivate come dimostreremo in questo articolo, e con l'imposizione di elevatissime tasse e accise sui prodotti (liquidi e ricariche, aromi, vaporizzatori, batterie per sigarette elettroniche) in quanto le e-cig sono state equiparate alle sigarette tradizionali. Ma tutto questo è solo un affare tra lo Stato e le lobby del tabacco, giocato pesantemente sulla salute delle persone.
Gli intenti paiono ovvi e quasi scontati, eppure si fa finta di non vedere: in primis lo Stato ha bisogno di incamerare più soldi possibili e come sempre impone tasse e balzelli dove vede che c'è mercato, come appunto nel settore del fumo elettronico. Poi, come dovrebbe essere ormai chiaro e da più parti viene confermato, le multinazionali del tabacco hanno già pronti i loro aromi, i loro liquidi per sigarette elettroniche e tutto il resto: prima si sono fatti andare avanti i "piccoli", gli esercenti che coi loro negozi hanno creato il settore e diffuso le e-cig, poi di colpo si distrugge questo canale di vendita e ci si infila per coprire la domanda venutasi a creare col tempo e improvvisamente rimasta senza parte dell'offerta (ovviamente passando per i tabaccai e la loro lobby, così da avere un maggiore controllo e maggiori entrate fiscali).
Due sono i metodi usati per fare piazza pulita dei piccoli venditori di sigarette elettroniche: il primo e più immediato è quello di imporre delle accise elevatissime dopo aver equiparato le e-cig alle sigarette tradizionali (da gennaio 2014 sarà in vigore l'imposta sul consumo del 58,5%). Risultato? Calo immediato dei fatturati per i negozianti pari al 50% che salirà all'80% a fine anno, tra le 1000 ed 5000 persone che perdono il lavoro, e, colmo dei colmi, 60 milioni in meno di gettito fiscale da questo settore. Si era detto che serviva ad evitare l'aumento dell'Iva, ma dopo l'abolizione dell'Imu tale rincaro sembra ancora più probabile, come scritto nell'articolo Abolita l'Imu ma pagano sempre gli stessi.
Il bello è che hanno equiparato alle sigarette tradizionali non solo i liquidi contenenti nicotina, cosa che sarebbe anche giusta, ma persino quelli senza, le batterie ed i pezzi di ricambio delle sigarette elettroniche.
Il tutto fa leva sul secondo elemento usato dalle lobby del tabacco per distruggere prima e impossessarsi poi del mercato delle sigarette elettroniche: la paura. Da mesi si stanno continuamente diffondendo studi per nulla autorevoli né scientificamente ben fatti sulle presunte sostanze nocive contenute nei liquidi delle e-cig, come ad esempio i metalli pesanti secondo l'ultimo report diffuso da Il Salvagente in questi giorni: ebbene, trattasi si bufala.
Di bufala scientifica per lo meno, di come è stato presentato il risultato dello studio, perché a leggerne i dati si dovrebbe in realtà pensare: "Eh beh? Allora non c'è pericolo". Sì, esattamente, non c'è pericolo: lo studio diffuso da Il Salvagente dice che la concentrazione di metalli pesanti nei liquidi per sigarette elettroniche è mediamente di 0,79 mcg/10ml per il piombo, di 0,52 mcg/10ml per l'arsenico, entrambi contro il limite di 0,10 mcg/10ml previsto dalla direttiva CE per l'acqua potabile. Sì, ma due cose allora dovrebbero subito venire alla mente: -il consumo medio di acqua al giorno è di due litri, quindi secondo le direttive europee al massimo si possono ingerire tramite l'acqua senza pericolo 20 mcg al giorno di arsenico e di piombo, che per legge comunque non deve superare i 100 mcg al litro; il consumo medio di uno svapatore è di 3 ml di liquido: fate voi i conti -i liquidi delle e-cig non si bevono ma si svapano, ovvero se ne inala il vapore: i metalli pesanti passano o non passano nel vapore? No.
Si vuole fra credere alla gente che le sigarette elettroniche siano dannose come quelle tradizionali e che quindi vadano vendute dai tabaccai, basandosi su considerazioni puramente fittizie come quelle dei maggiori controlli tramite questo canale, ma la realtà è ben diversa: le sigarette tradizionali sono molto più dannose perché basate sulla combustione, hanno circa 2000 sostanze velenose e cancerogene, ustionano i polmoni, sono in molti casi addolcite con lo zucchero per renderle più appetibili ai ragazzini (poi si parla di "effetto imitazione" da parte dei più piccoli a riguardo delle e-cig…), sono vendute col monopolio dello Stato per questioni di introiti fiscali, non sono per nulla controllate all'origine.
Precisando che chi scrive non svapa né fuma, poniamo una domanda: vogliamo ancora far finta di non vedere o proviamo a informarci meglio?
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Allarme sigarette elettroniche, tasse e accise: come distruggere intenzionalmente un settore.
Tra allarmismi immotivati e carichi fiscali assurdi, il settore delle e-cig sta crollando. E la salute non è tutelata. (di Christian Citton)
Allarme metalli pesanti nei liquidi delle sigarette elettroniche, tasse e accise sulle e-cig: in pochi mesi un mercato in pieno boom, quello della vendita appunto del cosiddetto fumo digitale che in Italia stava dando da lavorare a migliaia di persone, sta venendo pian piano smantellato con continue bordate da parte dei mass-media, spesso immotivate come dimostreremo in questo articolo, e con l'imposizione di elevatissime tasse e accise sui prodotti (liquidi e ricariche, aromi, vaporizzatori, batterie per sigarette elettroniche) in quanto le e-cig sono state equiparate alle sigarette tradizionali. Ma tutto questo è solo un affare tra lo Stato e le lobby del tabacco, giocato pesantemente sulla salute delle persone.
Gli intenti paiono ovvi e quasi scontati, eppure si fa finta di non vedere: in primis lo Stato ha bisogno di incamerare più soldi possibili e come sempre impone tasse e balzelli dove vede che c'è mercato, come appunto nel settore del fumo elettronico. Poi, come dovrebbe essere ormai chiaro e da più parti viene confermato, le multinazionali del tabacco hanno già pronti i loro aromi, i loro liquidi per sigarette elettroniche e tutto il resto: prima si sono fatti andare avanti i "piccoli", gli esercenti che coi loro negozi hanno creato il settore e diffuso le e-cig, poi di colpo si distrugge questo canale di vendita e ci si infila per coprire la domanda venutasi a creare col tempo e improvvisamente rimasta senza parte dell'offerta (ovviamente passando per i tabaccai e la loro lobby, così da avere un maggiore controllo e maggiori entrate fiscali).
Due sono i metodi usati per fare piazza pulita dei piccoli venditori di sigarette elettroniche: il primo e più immediato è quello di imporre delle accise elevatissime dopo aver equiparato le e-cig alle sigarette tradizionali (da gennaio 2014 sarà in vigore l'imposta sul consumo del 58,5%). Risultato? Calo immediato dei fatturati per i negozianti pari al 50% che salirà all'80% a fine anno, tra le 1000 ed 5000 persone che perdono il lavoro, e, colmo dei colmi, 60 milioni in meno di gettito fiscale da questo settore. Si era detto che serviva ad evitare l'aumento dell'Iva, ma dopo l'abolizione dell'Imu tale rincaro sembra ancora più probabile, come scritto nell'articolo Abolita l'Imu ma pagano sempre gli stessi.
Il bello è che hanno equiparato alle sigarette tradizionali non solo i liquidi contenenti nicotina, cosa che sarebbe anche giusta, ma persino quelli senza, le batterie ed i pezzi di ricambio delle sigarette elettroniche.
Il tutto fa leva sul secondo elemento usato dalle lobby del tabacco per distruggere prima e impossessarsi poi del mercato delle sigarette elettroniche: la paura. Da mesi si stanno continuamente diffondendo studi per nulla autorevoli né scientificamente ben fatti sulle presunte sostanze nocive contenute nei liquidi delle e-cig, come ad esempio i metalli pesanti secondo l'ultimo report diffuso da Il Salvagente in questi giorni: ebbene, trattasi si bufala.
Di bufala scientifica per lo meno, di come è stato presentato il risultato dello studio, perché a leggerne i dati si dovrebbe in realtà pensare: "Eh beh? Allora non c'è pericolo". Sì, esattamente, non c'è pericolo: lo studio diffuso da Il Salvagente dice che la concentrazione di metalli pesanti nei liquidi per sigarette elettroniche è mediamente di 0,79 mcg/10ml per il piombo, di 0,52 mcg/10ml per l'arsenico, entrambi contro il limite di 0,10 mcg/10ml previsto dalla direttiva CE per l'acqua potabile. Sì, ma due cose allora dovrebbero subito venire alla mente: -il consumo medio di acqua al giorno è di due litri, quindi secondo le direttive europee al massimo si possono ingerire tramite l'acqua senza pericolo 20 mcg al giorno di arsenico e di piombo, che per legge comunque non deve superare i 100 mcg al litro; il consumo medio di uno svapatore è di 3 ml di liquido: fate voi i conti -i liquidi delle e-cig non si bevono ma si svapano, ovvero se ne inala il vapore: i metalli pesanti passano o non passano nel vapore? No.
Si vuole fra credere alla gente che le sigarette elettroniche siano dannose come quelle tradizionali e che quindi vadano vendute dai tabaccai, basandosi su considerazioni puramente fittizie come quelle dei maggiori controlli tramite questo canale, ma la realtà è ben diversa: le sigarette tradizionali sono molto più dannose perché basate sulla combustione, hanno circa 2000 sostanze velenose e cancerogene, ustionano i polmoni, sono in molti casi addolcite con lo zucchero per renderle più appetibili ai ragazzini (poi si parla di "effetto imitazione" da parte dei più piccoli a riguardo delle e-cig…), sono vendute col monopolio dello Stato per questioni di introiti fiscali, non sono per nulla controllate all'origine.
Precisando che chi scrive non svapa né fuma, poniamo una domanda: vogliamo ancora far finta di non vedere o proviamo a informarci meglio?