Come al solito nessun giornalista è andato alla fonte. Tutte le notizie che circolano sono il copincolla di una qualche originale notizia immagino apparsa sulla stampa USA e rilanciata dalle agenzie giornalistiche. Nessun approfondimento, zero. Eppure ci vuole poco. Io ci ho messo 4 click del mouse per arrivare allo studio originale. Chiaro che non ho le competenze per capirlo sino in fondo, ma una sbirciatina all'abstract riesco a darla pure io... Eccolo
Gli autori, tutti della NYU, hanno tutti un cognome cinese e/o coreano
Non hanno parenti a Shenzen evidentemente
Uno di loro è colui che ha predisposto l'apparecchiatura per simulare l'effetto del vapore sparandolo nelle gabbie dei topi. Lo stesso attrezzo, o simile, era già stato usato in passato per un altro studio, se ricordo bene, su colture in vitroi:
In pratica stanno dimostrando che per i topi inalare nicotina 3 ore al giorno, 5 giorni alla settimana, per 12 settimane fa male, cosa che per altro credo sia nota da anni. Da quanto capisco sparano sui topi un tank da 1,6 ml al giorno con un ritmo di 4 secondi di puff ogni 30 secondi. Ma dicono anche che ogni 1,5 ore fanno il refill. Quindi non è chiaro se la quantità giornaliera è 1,6ml o il doppio (mi aiutate a capirlo?). Inoltre non è detto, almeno io non lo trovo, qual è la temperatura a cui il liquido viene vaporizzato. Parlano di
consistent wattage (∼1.96 A at 4.2 V, quindi poco più di 8W). Usano dei tank della NJoy (
), che però mi pare non pruduca ricariche da 1,6ml, e liquido della Mt BakerVapor (
) non meglio identificato 50/50 a 10mg/ml. L'apparecchio che usano è stato pensato per "essere usato con qualunque tipo di e-cig".
Polosa dice che il metodo non è del tutto corretto perché il sistema produrrebbe vapore "estremo" (e fa l'esempio del tostapane). Ne deduco che sia perché nello studio non sono indicati i valori di temperatura a cui viene portato il vapore e non si capisce nemmeno bene il sistema di vaporizzazione.
E' ovvio che il difetto principale di questo studio è che non fa nessuna comparazione con il fumo analogico, visto che sappiamo tutti (e dovrebbero saperlo anche i giornalisti che riportano certe notizie) che la e-cig fa male, ma non tanto male quanto una sigaretta bruciata, e che il vaping è principalmente da intendersi come uno strumento di riduzione del rischio. Notare che lo studio, la cui conclusione è che il vapore delle e-cig potrebbe (ripeto "potrebbe") "contribuire al cancro del polmone e della vescica, nonché delle malattie cardiache, negli esseri umani", dice anche che "Il fumo di sigaretta elettronica [...] non contiene né sottoprodotti cancerogeni di combustione incompleta né nitrosamine di tabacco, i prodotti di nitrosazione della nicotina."