Grazie per il tag,
@Sva3d
Sono d'accordo con tutti i punti elencati da
@Iv3shf, e temo di trovarmi nella situazione di non poter aggiungere altro rispetto a quanto gia` descritto da lui e da tutti i partecipanti di questo thread.
Penso che per un motivo o per l'altro abbiamo tutti ragione.
La cosa su cui si e` raggiunto un comune consenso e` che le volatili scappano, pertanto l'introduzione di aria nella soluzione e` controproducente.
Quanto sopra e` un assunto nel mondo dei tabacchi estratti naturalmente ma anche nei sintetici, e.g. TPA Strawberry Ripe che va in
fading, ovvero perde potenza aromatica nel tempo (anche se molti riconducono il calo di potenza al
muting dell'aroma stesso dovuto al maltolo, che ha una tendenza innata a mutare - nel senso di
muting - l'aroma nel tempo in sede di sovradosaggio, soprattutto quando si fa l'errore del DIYer principiante mixandolo col TPA Cotton Candy, che e` di fatto etilmaltolo).
Sul tema aerolatte, montalatte, schiumino, milk frother, frullino, frustino elettrico ecc. come volete chiamarlo, sono finito a pensare che non sia poi cosi` utile, perche` e` palese che introduca fin troppo ossigeno nel composto.
Sono pero` combattuto in merito, perche` uno dei migliori aromatieri in Italia nell'ambito dei tabacchi aromatizzati, e` il primo a consigliarlo. E uno che mi tira fuori dal cappello un aroma al fungo shiitake e alga nori puo` dire quel che vuole che per me ha ragione.
Lo stesso aromatiere e` un grande promulgatore della violenta shakerata del flacone, stile
polpo sugli scogli (cit.). Le vediamo tutte quelle bolle d'aria che si creano quando si agita fortemente una chubby gorilla, pertanto Colaianni ha ragione o torto?
E inoltre io ho visto un noto retailer (e anche produttore di e-liquid) canadese che, una volta realizzata una ricetta, passa il secchio in plastica ad uso industriale in un mixer giroscopico per la miscelazione di vernice, e quando travasa il composto in un campione mostra in camera un e-liquid dalle fattezze lattescenti, rimarcando il fatto che lo strumento consente di apprezzare la formazione di un quantitativo rilevante di bolle d'aria. Avra` ragione lui o no?
Anche l'agitatore magnetico con piastra riscaldante ritengo sia controproducente per motivi di calore del composto, a maggior ragione se lo misceliamo in becher o beute a collo largo. Eppure ho visto video di produttori di e-liquid che si avvalgono di agitatori industriali (quelli con l'elica a pale), e dunque mi interrogo in merito.
E infine mi interrogo anche sul palato dello svapatore medio: siamo in grado di percepire realmente le differenze tra un 4% o un 5% di aroma?
E tra un vero 50/50 (composto finale) o un aroma in PG + base 50/50 (che sbilancia leggermente il PG oltre il 50%)?
E tra una nicotina inserita in miscela da subito piuttosto che addizionata poco prima della svapata?
Tra un PG USP da un PG non-USP?
Tra un VG Farmacondo o un VG Chemnovatic?
Si percepiscono tutte queste differenze? E queste differenze aromatiche sono cosi` rilevanti per l'esperienza svapo individuale?
C'e` chi dice no, e c'e` chi dice invece si`, come ad esempio
@Nicolasan che ha aperto il thread proponendo un sacco di spunti interessanti sulle sue esperienze sensoriali fatte di test, ipotesi ed analisi.
Frank cita Tom Klark: l'utilizzo sapiente e creativo del VG e PG come "aromi" anziche` come mera "base" e` la differenza che sussiste tra genio e mixer di periferia. Questo e` il fondamento della sua arte aromatiera: l'assunto e` che cio` che svapiamo e` per il 90% VG e PG, e pertanto si rende necessario porre enfasi sulla selezione di particolari PG e particolari VG che hanno particolari sapori, di cui Tom Klark prende atto nella formulazione della ricetta.
Se - ad esempio - un particolare VG non e` disponibile o fuori produzione, Tom Klark non riproduce la ricetta, perche` quell'e-liquid non e` producibile senza quel particolare VG.
Quando questa informazione e` emersa pubblicamente, il mio cervello e` esploso.
Ritengo che il Game Changer sia lo step cruciale della ricerca della perfezione, capace di cambiare le regole del gioco. Il nome dello strumento non e` stato scelto a caso. Pertanto un grande plauso a Frank e all'utente Fabiano per l'impegno a consegnare la variante italiana.
Lancio delle provocazioni: ma l'omogeneizzatore produrra` un e-liquid qualitativamente cosi` differente che saremo in grado di notarne le differenze rispetto ad uno shakerato a colpi di polso? E dopo l'omogeneizzatore, cosa ci inventeremo?
Non lo so. Ma e` il viaggio che conta, non la destinazione.
Alla luce di cosi` tanti dubbi e cosi` poche risposte, penso dunque di non essere cosi` esperto in materia miscelazione e steeping da poter dare un'opinione di fresca e dirompente concezione, anche perche` la magia della miscelazione e contestuale steeping e` ancora oggetto di controversia e mistero in ambito scientifico, e tutti quanti i lettori di questo thread ne sono gia` a conoscenza.
Se un Ph.D in chimica organica non e` in grado di rispondere con certezza, non vedo come quattro svapatori su un forum possano farlo!
Pertanto chioso con una non-risposta che lascera` l'amaro in bocca a coloro i quali si aspettavano una risposta chiara: in sede di miscelazione e steeping, tecnicamente avvengono svariate reazioni tra esterificazioni, idrolisi, formazioni di acetali ed altre alchimie esotiche di cui non conosco nemmeno il significato figurarsi la pronunzia, tuttavia sono in grado di comprendere che le lasagne del giorno dopo sono piu` buone, e mi lascio meravigliare dall'evento senza pretendere un'opportuna spiegazione del fenomeno.
La ricerca di un metodo e` esso stesso un metodo. E non esiste un metodo giusto o un metodo sbagliato fintanto che tale metodo sia documentato e sperimentato, al fine che funzioni per te, e in funzione delle tue papille gustative.
(Scusate il wall of text, avevo le dita che volavano sulla tastiera)