Non ricordo con precisione quando iniziai a svapare. Ero scettico, non riuscivo a vedermi senza sigari e sigarette. Per un periodo piuttosto lungo, forse un anno (chi si ricorda?) ha rappresentato un sistema per ridurre e non sostituire il tabacco. Usavo sistemi non rigenerabili (gli orrendi phantom) e liquidi pronti. Ho smesso di fumare quando ho cominciato a rigenerare e a miscelare basi e aromi. Non è solo il fatto di svapare in modo finalmente piacevole. Lo svapo è così diventato un hobby, sostituendo la gestualità, la componente psicologica che rende difficoltoso l'abbandono del vizio del fumo. Anche lo svapo per me è un vizio. Meglio svapare che fumare, comunque.
Per questo motivo sono affezionato al mio primo atomizzatore rigenerabile.
In quell'epoca remota (2012?), per chi intendeva rigenerare, un genesis a mesh era una scelta quasi obbligata. Tra i vari modelli, l'Aga-t di Youde Technology (meglio conosciuta come UD) ebbe un notevole successo in virtù del prezzo abbordabile. Questa storica azienda cinese si è sempre distinta per la pessima qualità dei propri prodotti. Dopo di questo ho avuto vari atomizzatori UD, tutti invariabilmente rotti dopo poco più di un anno di (mal)funzionamento. In realtà gli UD che fanno oggi, come anche gli SMOK, vantano una qualità accettabile
Il mio Aga-T, prima serie, riposa in un cassetto. Le foto che seguono le ho prese dal web.
Ci sono due viti per il negativo. Quella visibile a sinistra permette l'utilizzo della wick in ss mesh, quella rialzata, sul lato opposto, è per la wick in silica/fiberglass. Avvitando il coperchio il foro dell'aria corrispondeva al post rialzato. Per utilizzare la mesh, con pazienza certosina, dovetti limare il coperchio seguendo i suggerimenti sui forum che seguivo.
Le rondelle le usavamo tutti. Senza, la coda della resistenza sul positivo sarebbe stata troppo lunga. Oggi, con i fili di grossa sezione, se ne può fare a meno; all'epoca il massimo era lo 0,20. La foto evidenzia anche un ingegnoso sistema per consentire il refill senza utilizzare un giravite.
Grazie a questi modding e ad un travagliato apprendistato, riuscii a ottenere prestazioni che oggi possono essere definite ancora buone. Al tempo erano semplicemente miracolose. Purtroppo non dovetti limitarmi a queste modifiche, perché ben presto l'atomizzatore cominciò a mostrare segni di malfunzionamento. L'isolante del positivo era in morbido silicone, ben presto si deformava fino a rendere l'atomizzatore praticamente inutilizzabile. Una soluzione costruttiva incredibilmente inefficace. Ma come si fa? Risolsi il problema adattando un tubicino di plastica dura ricavato dalla pompetta di una penna.
Chi inizia a rigenerare oggi ha vita facile. È un'operazione perfino banale. Tuttavia è proprio grazie a queste tribolazioni che ho acquisito la consapevolezza di essere un vero vaper.