Il punto è che molti non sanno che possono svaparsi il cotone bruciato anche se questo è completamente irrorato di liquido.
Una miscela di glicole e glicerolo al 50/50 bolle a 210 gradi, questo significa che il sistema termodinamico composto da cotone-liquido-filo-aria all'accensione della resistenza, visto che il filo da solo raggiungerebbe temperature infinitamente più alte, si pone praticamente immediatamente alla temperatura di equilibrio di 210 °C. Se la temperatura sale anche di un solo grado significa che non c'era sufficiente liquido per mantenere in equilibrio il sistema, e il calore del filo ha potuto "sprigionarsi" un tantino di più. Il punto dunque è che quel calore in eccesso, visto che non c'è più liquido a raffreddarlo (se ci fosse la temperatura del sistema tornerebbe immediatamente a 210 °C), finisce direttamente sul cotone. Questo può non comportare alcuna conseguenza (se non un vapore più caldo) quando si sta in un range di temperatura che non superi quella di bruciatura del cotone, perché il calore che finisce sul cotone non è sufficiente a far danni. Ma con un flusso come quello della resistenza illustrata dal pelato barbuto si parla di temperature oltre i 300 gradi, questo significa che ad ogni attivazione tutto il calore in eccesso fa bruciare il cotone, in maniera impercettibile dal punto di vista dell'aroma.
Con quella resistenza il fantomatico santone non sta svapando (e consigliando di svapare) solo vapore, ma anche particelle di cotone bruciato, che di fatto non sono diverse dalle particelle che finiscono nei polmoni con una sigaretta tradizionale, anche se sta attento a non mandare mai in secca il cotone.