Yihi Sx Mini SL Class 100 W (la Prova)
Recensione
La SL Class monta un chip (l’SX485J) derivato dall’SX480J-BT che già equipaggia la MX Class: stessa potenza e stesse identiche specifiche tecniche se utilizzate con batterie 18650, 75 watt. L’unica differenza tra i due circuiti è che nell’SX485J scompare l’icona bluetooth e la possibilità di effettuare regolazioni tramite cellulare e app Android e IoS, non presente sulla SL Class che comporta la rinuncia della connettività tramite bluetooth ma (meglio) la non necessità di dover cablare l’apparato ricevente e relativo chip sul circuito; cosa molto importante perché mentre l’SX480J-BT nasce come circuito orientato all’uso interno (la MX Class di casa Yihi) mentre l’SX485J oltre che per l’installazione sulla SL Class (che già è una gran cosa) viene pensato prevalentemente per il mercato del modding e delle battery box di produzione artigianale.
La differenza tra i due chip è in sostanza una sola: l’SX485J è una versione dell’SX480J-BT con gli amperaggi sbloccati più in alto, ovvero la limitazione in prelievo alla batteria (protezione da sovrascarica) viene impostato ad un amperaggio più elevato. A parità di minimo lettura coil gestibile è in grado di generare una potenza (wattaggio) più alta, motivo per cui, utilizzando fonti di alimentazione adeguate (qualcosa di più di una batteria 18650) è possibile generare un wattaggio massimo di 100 watt, anziché i 75 standard di casa Yihi.
Il particolare della linea “tubo + scatolatura” contenente l’elettronica. La SX Mini SL Class è in grado di utilizzare batterie 18650, 20700 e 21700 motivo per cui, volendo sfruttare bene le potenzialità del circuito decido di testare la box con batterie 21700.
The Look
La linea? Molto bella e originale rispetto alle comuni battery box “fatte a parallelepipedo”, qui l’aspetto della battery box è molto elegante anche se non innovativa visto che in precedenza già il modder statunitense House of Hybrids (“babbo” del mio amatissimo Kabuki) con la sua
aveva adottato una linea molto particolare di box: un tubo cilindrico che contiene la batteria (sulla ZNA30 venivano fornite in dotazione tubi per batterie 18490/500 e 18650 del tutto simile a quello dei big battery meccanici a cui hanno fissato sulla fiancata laterale del “tubo” una scatolatura contenente circuito e pulsanti di attivazione e regolazione potenza). Sostanzialmente la SL Class è costruita in maniera del tutto identica, un “tubo” contenente la batteria e una scocca esterna che alloggia il circuito.
Il particolare dell’engraving del top cap. Primo colpo di astuzia da parte di Yihi la finitura del top cap e del tappo del vano batteria zigrinata.
Soprattutto col top cap, rifinito con un engraving ottagonale, ha l’effetto di sviare l’occhio dell’utilizzatore “dal prendere troppe misure”: anche se il top cap è in grado di alloggiare atomizzatori fino a 28 mm di diametro, non crea sbalzi o spigolature fastidiose anche senza utilizzare adattatori o anelli estetici.
Il tappo sul fondo che chiude il vano batteria: robustamente zigrinato e preciso nell’inserimento, qualcuno potrebbe obbiettare sul fatto che potrebbe essere più preciso l’inserimento e l’avvitamento, che il tappo potrebbe avere una filettatura più corta richiedendo meno rotazioni per poterla fissare e che un normale coperchio con accesso verticale come sulla Mx Class potrebbe essere più comodo, tutte obiezioni ragionevoli e intelligenti. Però… la SL è una MX Class potenziata ed ha senso di esistere e venire utilizzata se se ne sfrutta la maggior potenza, se la si utilizza con il riduttore fornito in dotazione e batterie 18650 resta il bel design ma non si sfruttano completamente le reali potenzialità delle nuove batterie 2x700.
Particolare dell’adattatore 21700-18650 parzialmente estratto. Alcune precisazioni:
- una 20700 è più ingombrante di una 18650 (due mm in larghezza e 5 mm in altezza) ma è una batteria con amperaggi in scarica degni delle Sony VTC5 o delle Samsung 25R e di carica di poco superiori alle Samsung 30Q o le LG “brown” mentre se si vogliono prestazioni significativamente più “vivaci” bisogna ricorrere alle più strette batterie 21700;
- mentre sulle 20700 vi è qualche “gioco” in grado di ammettere tolleranze laterali, sulle 21700 se la batteria è oversize (mi è capitata una AmpKing 21700 la quale rimase incastrata facendomi sudare freddo su una Mirage DNA75C di Lost Vape) in lunghezza o in larghezza sono guai.
- Col meccanismo ad avvitamento micrometrico della SL Class i problemi (non troppo infrequenti, le batterie 21700 non sono uno standard ancora diffussissimo come le 18650) sono molto meno: basta avvitare fino al punto in cui sul display compare la scritta “Yihi SX Mini” indicante l’alimentazione elettrica attiva, la si avvita di poco (per evitare che il pin del contatto del positivo venga schiacciato e danneggiato) e la si usa senza alcun problema, senza il rischio di avere contatti o instabili o eccessivamente sforzati nella chiusura.
Bottom cap non completamente avvitato per effetto di una batteria 21700 lievemente più lunga dello standard. Molto ben realizzato il riduttore 18650/21700 che garantisce un contatto fermo e stabile della batteria e non traballante e impreciso come quello in dotazione sulla hCigar Vt75 Color dove spesso il traballare del riduttore e conseguentemente un contatto elettrico precario e instabile ci fa trovare la box spenta e da riaccendere.
Particolare (mutuato pure quello dalla MX Class) la possibilità di selezionare le funzioni con solo l’utilizzo di due tasti. Anche le hotkeys sono le stesse della
, l’unica differenza è che cliccando il joystick verso sinistra, con un colpo singolo si commutano le modalità di erogazione Eco-Soft-Standard-Powerful-Powerful+ nonché le cinque modalità SXI-Q programmabili dall’utente (patrimonio comune sin dai tempi della SX Mini ML Class) mentre mantenendo premuto il joystick verso sinistra per almeno tre secondi viene commutata la modalità di funzionamento Expert (comandi completi della box) o Novice (viene attivata la sola modalità variwatt con la possibilità di impostare, cliccando con il joystick verso l’alto o verso il basso, la potenza di erogazione impostata. Per il resto chi ha confidenza con la MX Class manco si accorgerà di utilizzare una box differente. Tutto sommato per essere una box da quasi 5000 mah di capacità di carica (usando una batteria 21700 intelligente) e 30 ampere di scarica in continuo riesce ad essere una box tutto sommato compatta e molto piacevole da impugnare, comoda ed ergonomica.
Pùm! Che botto!
Sono già felice possessore di una MX Class che va una favola e, per svapare sopra gli 0,5/0,6 ohm in su, dai 20 ai 35 watt è una piccola chicca (ne ho già parlato troppo bene, forse la migliore monobatteria di fascia “commerciale” uscita quest’anno e quindi, o si fanno cose manesche, oppure è inutile applicarsi. Vado quindi su una build per usi cloud da vero bimbominkia come il Flow di Wotofo atomizzatore strepitoso che come cloud tank si lascia dietro i Vari Joyetech ProCore, i vari Eleaf “pompati” e i TFV8/12 di Smok e di cui parlerò a parte.
Per poter essere sfruttato adeguatamente lo andrò a equipaggiare con coil T12 da 0,15 ohm per TFV12 Baby Prince o TFV8 Baby/Big Baby titolate per un utilizzo da 50 a 90 watt, le useremo con potenze intorno ai 70/75 watt, liquido un Mezza Donna di Tornado Juice bello morbido per un tiro di polmoni “carico”. Ci vuole una batteria 21700 per divertirsi davvero: la Ampking venne testata da Mooch come ottima, ma il suo diametro “troppo” superiore ai 21mm che la rendono facile ad incastrarsi dentro le box mi ha fatto prenderle la strada verso la raccolta differenziata delle batterie; le Efest Purple vanno bene e sono di dimensioni “corrette” ma sono più votate allo svapo di lunga durata (per via della grande capacità di carica espressa in MaH) che per quello che serve a me, la capacità di scarica (espressa in ampere) motivo per cui mi “lancio” su delle classiche iJoy 21700, 3750 mah di capacità di carica, 30/35 ampere di capacità di carica. Ci siamo. Non giudico la resa dell’atomizzatore, ne parlerò a parte. Però, settati prima 80 watt , modalità Powerful (con una resa in vaporizzazione arrogante, esagerata e inadatta a locali pubblici e luoghi chiusi se non si vuole litigare con gli altri) ridotti prima a 75 poi a 70 watt con una vaporizzazione meno “extreme” ma meno “strozzata” come resa aromatica e più gradevole.
L’erogazione è bella piena, in scarica la box evidenzia dei voltage drop in erogazione di 0,35/0,4 volt al massimo, adeguati ad una batteria 21700 di ottima qualità e ad un circuito che lavora bene, i circuiti Yihi sin dalla prima IPV2 che fu la prima box ad utilizzarli non si sono mai risparmiati con le potenze erogate, elevate ma sempre “vere” e conformi a quanto dichiarato dal produttore e, svapandoci alcuni tank, la batteria arriva a 10 ml di “nebbia fatta” ancora in condizioni di carica dignitosa.
Cambio build (e batteria, con una carica) per testare un cavo reattivo e “true TC” andando ad utilizzare delle coil in Ni200, le 0,15 ohm SubXerΩ di Atom Vapes, modello per Kanger Subtank installato su un Kraken v2.5, Red Astaire (il mio solito all’8%, 30 giorni di maturazione, 210 gradi Celsius come temperatura limite al TC e 30 joules di spunto: il TC resta il classico “power dominant” ovvero il circuito eroga la potenza impostata intervenendo a ridurla qualora la temperatura della coil si avvicini a quella “limite” impostata permettendo un TC più morbido e “progressivo” rispetto a quello in modalità “temperature dominant” tipico di altri circuiti come il VO75 e i DNA Evolv.
Il circuito resta preciso e impeccabile come tutti quelli che hanno equipaggiato le SX Mini in precedenza, il TC resta quello preciso ma morbido che ha sempre connotato i circuiti Yihi e quindi, per chi ha necessità di qualche watt in più in una box di dimensioni più compatte rispetto ad una Q-Mini o una G-Class, configurazioni in doppia batteria, la SL Class è una box che ha tutte le caratteristiche di erogazione tipiche dei circuiti Yihi (mezzo voto in più, in un mercato sempre più consumista un produttore che decida di connotarsi e rendendosi riconoscibile con prodotti di una loro personalità precisa e definita) e che può fare felice chi necessita di qualcosa di più vivace (in termini di wattaggio massimo erogabile) rispetto ad una monobatteria (che si ferma a 60 watt effettivi in erogazione continua per tempi ragionevolmente lunghi), gli sono sufficienti potenze massime intorno agli 80/90 watt e forse una configurazione a doppia potrebbe risultare ingombrante e pesante.
La gestione dei consumi elettrici del circuito è molto buona, non ho attaccato tester e amperometri (non sono un elettrotecnico professionale) e mi manca ancora un qualche riferimento dei consumi al contajoule della box per batterie 21700 ma come tank “vuotati” e considerata la potenza impostata, il circuito ha “governato” bene la batteria di maggiori dimensioni, mentre su altri dispositivi come il DNA75 Color l’uso di una batteria 21700 si ripercuote per lo più in una maggiore durata di utilizzo, sulla SL Class rispetto ad una MX vi è un reale incremento di prestazioni.
Altro aspetto importante, il display: restano tutte le belle cose che avevo già detto della
, display di dimensioni grandi, con una impostazione molto intelligente che rende ben visibili tutte le informazioni necessarie alla corretta impostazione della box, Yihi è riuscita a migliorare quello che già era il display più completo e leggibile in circolazione, quello che ha equipaggiato le SX Mini dalla S alla ML Class. Furbi quelli di Yihi? Prendere un loro circuito, sbloccargli l’alimentazione in modo di avere prestazioni maggiori senza troppo impazzire nel progettare nuovi chipset? Quella di alzare la limitazione di amperaggio in modo di poter generare maggior potenza e poter sfruttare meglio le batterie ad elevato amperaggio in scarica ma sempre mantenendo l’alimentazione standard a 4,2 volt sarà la moda per il futuro e le box compatte con batterie 21700 e potenza massima di 100 watt “limeranno” parecchio le quote di mercato delle multibatteria. Talmente tanto moda che anche un altro squisito produttore come Dicodes sta facendo lo stesso, prendendo il loro ottimo circuito BF60 per sbloccarlo in alimentazione (mettendolo in condizione di poter sfruttare fonti di alimentazione a 4,2 volt come doppie batterie in parallelo, batterie 20/21700 o 26650 portandolo ad 80 watt di erogazione massima e facendo nascere così il loro nuovo chipset denominato FL80.