Nicolasan

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Credo che però il TC aiuti anche se conosci a perfezione atom, rigenerazione e wattaggio, perché, oltre ad evitare steccate a fine tank, permette di adattare l'energia erogata dinamicamente in base all'alimentazione, ovvero alla quantità di liquido presente nel cotone avvolto dalle spire che può cambiare continuamente anche quando abbiamo fatto una rigenerazione perfetta. Se non tiro per 30 minuti è normale che ce ne sia di più e se faccio 6-7 tiri compulsivi è normale che ci voglia un po' di tempo per rialimentare. Con TC, anche "sballato", puoi continuare a tirare tranquillamente e, salvo percepire meno vapore e aroma, non succede nulla (puoi fare doppiette, etc.). Migliorerebbe anche la vita della coil (anche se questo sarebbe da approfondire...)
il problema è che (per come la penso io), quando la box inizia a tagliare il wattaggio (Dicodes lo fa un po' meglio rispetto alle DNA... con le board più economiche invece ho sempre trovato il taglio decisamente troppo invasivo) c'è qualcosa che non va nel set up. O dell'atom o della box! Questo perchè so bene che quella coil è in grado di reggere quel wattaggio con quella coil, con quel cotone e con quella composizione di liquido. E setto la temp protection (generalmente tra i 220 ed i 240 gradi celsius) in maniera tale che la mia coil riesca sempre a non oltrepassare quel limite.
Questo perchè quando la box interviene spesso con i tagli trovo anche che finisce per stressare molto di piú il cotone facendo diventare la nostra coil molto meno longeva (poi dipende anche dalla board utilizzata) ed i tagli finiscono comunque per influire sulla qualità del tiro.
Se imposto 15 watt voglio che la mia coil lavori sempre a quel wattaggio senza mai superare la temperatura di 240 gradi. Ed è possibile farlo. Soprattutto se si conosce molto bene l'atom in uso.
Ovvio che... se faccio un paio di tiri con la coil appena irrorata a mano... la temp riportata sullo schermo a 15 watt sarà di 170-180 gradi sino ad assestarsi intorno ai 200 gradi quando il sistema di alimentazione sarà entrato a regime.
Ovvio che se faccio doppiette, triplette (cosa che non faccio mai anche perchè amo tiri molto lunghi.... anche di 7-10 sec.!) la temperatura tenderà ad aumentare di 10-20 gradi ma abbiamo quasi sempre abbastanza margine per poter gestire la coil senza che il tc intervenga.
Per me è uno strumento come l'abs... non guidiamo in maniera tale che entri in funzione. Lo fa solo quando effettivamente la board della vettura rileva il bloccaggio delle ruote ed entra in funzione per ridurre lo spazio di frenata.
Trovo utile il tc solo se usato in questo modo e per il fatto di avere un riferimento (piú o meno veritiero) riguardo le temperature raggiunte dalla coil in maniera tale da potermi regolare con la quantità di cotone da inserire nella coil, la lunghezza dei baffi, il loro taglio e la loro disposizione.
E questo mi è molto utile con sistemi di alimentazione nuovo o quelli che non uso da molto tempo. Ma una volta che ho trovato la quadra con la rigenerazione (e per farlo, chiaramente, ho bisogno di ripetere diverse cotonature riscontrando sempre valori di temp di vaporizzazione simili tra loro) posso passare in vw (o in meccanico... con le dovute differenze riguardo le coil da utilizzare... ovvio) riuscendo ad ottenere lo stesso tipo di soddisfazione e la stessa longevità della coil.
 

apoikos

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Ma pensa, io uso il tc esattamente al contrario. Metto un wattaggio ben più alto (che uso come fosse un pre-heat praticamente) e voglio sempre vedere il taglio, perché solo così so che sto svapando a una data temperatura (che io la sappia o meno). In genere, se l'alimentazione è buona, la box erogherà (con un oscillazione più ampia se abbiamo valori sbagliati, ma anche in dipendenza dell'algoritmo della box che ignoro) un wattaggio coerente. Solitamente questo è più basso del variwatt che ha il difetto di aumentare progressivamente la temperatura per più tempo. Insomma, mi pare che usi il TC come protezione, io lo uso come regolatore di tensione. Ed è forse per questo che dici che per te la differenza col wariwatt è minima se sai quello che stai facendo.
 

FabOne

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Hai posto tre argomenti per cui ognuno richiederebbe una ventina di post (che poi a ben cercare questi post ci sono già nelle guide o nei post passati). Mi trovo d'accordo con molte risposte degli altri utenti, in particolare @Sva3d e @Nicolasan.

Mi soffermo sul TC, perché lo uso praticamente sempre, e per mia esperienza sono d'accordo con Nicola: imposto i watt sensati per l'heat flux desiderato per la coil che ho progettato per l'atom (proprio come per il variwatt o il meccanico) e osservo l'andamento della temperatura conseguente. Anche su sistemi nuovi oramai mi aspetto una determinata lettura della coil a freddo (tra 0.13 e 0.18 a seconda del diametro del filo, uso quasi esclusivamente i NiFe30 e a volte Ni200, su box Dicodes) e che ad un certo wattaggio l'erogazione determini un valore al di sotto dei 210.
A me piace svapare tabacchi organici degustando con tiri lunghi e lenti, vapore non troppo caldo e sistemi che scaldino vicino alle labbra, quindi mi trovo spesso ad impostare un wattaggio per cui la temperatura di erogazione sia costante intorno ai 190 C. A parte condizioni particolari di sbalzi di temperatura, fino a fine tank quella temperatura rilevata dalla box rimane costante e la coil regge un paio di tank in condizioni migliori rispetto alle stesse condizioni in VW.

Per come sono io, impostare la temperatura a cui voglio svapare e poi far tagliare costantemente il circuito non mi aiuta a capire come lavora la mia rigerazione e come lavora l'atom. Inoltre concordo con Nicola che per la coil non c'è nessun vantaggio rispetto al VW perché subisce comunque una caramellizzazione notevole.
Io questa modalità di TC, ovvero a tavoletta col limitatore, la chiamo modalità becera (senza voler offendere chi la preferisce) perché, oltre a non soddisfarmi come resa, non mi fa capire nulla dell'atom e del sistema che vi ho mplementato su, per fare un esempio: ci sono atom che mi permettono build che lavorano molto bene vaporizzando a 15-17W tra i 180-190C (verificati sia su vari circuiti dicodes che monitorando in DNA), ma altri atom a quei gradi centigradi, pur avendo un resa ottima, non lavorano bene perché dopo qualche tiro sono saturi di condensa.

Quindi con fev Vs o un ataman v2 (clone in acciaio) e una build in NiFe30 0.35mm (27 awg) posso spingere i fino a 18W ed essere sicuro di non superare mai i 200C (raramente oltre i 190) ed avere contemporaneamente come feedback il vapore e la resa che piace a me, senza che mi arrivi calore eccessivo alle labbra nonostante drip tip di metallo e la base del atom inevitabilmente calda.
Mentre con un By-Ka v7 o v8 difficilmente riesco a farlo lavorare ben al di sotto dei 200C, perché a parità di wattaggio la temperatura rilevata è maggiore (in realtà con questi due sempre con 27awg il wattaggio ideale si aggira a 14-15 e la temperatura tra 195 e 210) e se abbassassi i watt per stare sotto i 190C percepirei una resa inferiore e molto probabilmente inficerei il tiro perché la condensa saturerebbe l'interno della campana e raffreddandosi si trasmetterebbe nel fondello sottostante al deck.
Con la modalità becera non avrei questo riscontro, non avrei soddisfazione alla svapata e non capirei come lavorare sulla build.

Per quel che mi riguarda approccio il TC al contrario del meccanico, mi spiego: in meccanico si progettare la build prima di tutto per svapare in sicurezza secondo i parametri della cella, quindi si cerca un heat flux (e in correlazione anche un heat capacity) che sia un sopportabilmente alto a cella carica e che quando cala (ovviamente cala anche l'heat flux) soddisfacente, ecco che qui a seconda dell'atom si valuta, oltre al materiale, soprattutto diametro del filo, per cui lo 0.35mm a parità di spire inevitabilmente determinerà un calore massimo maggiore rispetto ad un 0.28mm. E a seconda dell'heat capacity si determina se scalda e raffredda più velocemente o meno.
Ecco che io in TC ragiono tenendo conto dei concetti per lo svapo in meccanico, ma su circuito a temperatura controllata posso ragionare in maniera totalmente diversa rispetta al meccanico: se l'atom mi permette la stessa coil con diametro da 0.35mm ecco che io posso regolare un determinato wattaggio, relativamente elevato tipo 16W, avendo una vaporizzazione efficace alla temperatura di 190c.
Mentre con un diametro 0.28mm per vaporizzare a 190C dovrei abbassare il wattaggio a 11 o 12, ma ecco che a mio gusto non sia la stessa cosa la resa delle due build la percepisco diversa e a parità di temperatura quei 4W in meno non piacciono alle mie papille gustative.

Ora teniamo presente che gli esempi, reali, di cui sopra si riferiscono a coil sullo stesso diametro interno e con lo stesso numero di spire, quindi scientificamente l'heat flux rimane invariato mentre si abbassano i watt e cambia l'heat capacity cambia notevolmente, oltre ovviamente al valore resistivo in Ohm.
Non ha senso ragionare a cambiare la build e il materiale, mantenendo invariato il valore resistivo e l'heat capacity (che credo che comunque non si possibile) perché col circuito abbiamo un enorme libertà in più rispetto al meccanico, e col TC ancora di più.
La build in controllo temperatura per me ha il numero di spire massimo per essere ben investita dal flusso d'aria e per garantire la maggiore superficie di contatto col liquido nel cotone, che nella maggior parte degli atom mtl (molti anche con deck piccoli, tipo spica pro) è di 7 spire, per la mia esperienza. Inoltre la superficie di contatto col liquido aumenta se aumenta il diametro del filo, quindi per mia esperienza sono ideali 0.32mm e 0.35mm per atom mtl (qualcuno anche oltre, vedi caiman v5, ma son pochi in cui non si rischi di sfiorare le torrette o la campana).
Per il diametro della coil interna il limite massimo è sempre determinato dalla dimensione del deck, e per esperienza si giocano 2mm, 2.25mm e 2.5mm, ma qui influisce molto di più quanto l'aria "scivola" intorno alla coil e quanto il cotone riesce a trasportare. Nella maggior parte dei casi a me piace la punta da 2 su atom senza troppe distanze torretta-torretta e afc-coil (alpha, millenium, 4.51, fev vs) e 2.25 in atom come v7 e v8, perché trovo che restituiscano una resa più secca/asciutta.

Inoltre ve bene tutta la scienza e le misurazioni, ma alla fine dobbiamo soddisfare i nostri sensi, che sono la cosa più volubile e volatile dello scibile, quindi non è possibile pensare imposto un valore et voilà.

Un altra considerazione da fare riguardo al TC è che ha senso se vogliamo svapare in sicurezza sotto i 220C, senza quindi introdurre sostanze nocive, perché a 230C a secco inizia a strinire o bruciare, ma dobbiamo essere consci che anche la miglior box del mondo effettua una rilevazione algoritmica della temperatura (che non può essere rilevata precisamente se non in laboratorio a condizioni ideali) e senza una tolleranza determinata.

Quindi io imposto la temperatura limite a 215C e i watt che credo possano garantirmi di non superarla mai (a parte a fine tank o quando la caramelizzazione ha fatto scempio), anzi i watt che mi permettano circa 190C senza problemi di condensa.
Inoltre, a parte dicodes e dna, gli altri circuiti non sono altrettanto precisi, seppure alcuni ottimi (ad esempio le pico, meglio ancora con arctic fox), se hanno letture coil a freddo altrettanto precise, la rilevazione dinamica della temperatura non sempre è fedele rispetto ai migliori due circuiti. Ma se la pico25 mi da 200C e la dicodes mi da 210C sono abbastanza tranquillo di essere ben lontano dai 230 temuti.
 
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apoikos

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Interessante, io faccio al contrario e per le stesse identiche ragioni che dici tu, solo che al wattaggio (che va bene in un atom e non in un altro, etc.) sostituisco la temperatura. E ho il sospetto che la tua percezione di diversa resa a parità di temperatura possa essere dovuta solo a due fattori: o la temperatura è sbagliata oppure l'heat capacity (che poi è il lag prima e dopo) influenza notevolmente la resa, cosa ragionevole. Oppure è la superficie, come dico sotto. Però invece mi pare che sia proprio con la modalità becera che capisco meglio ancora se il sistema sta lavorando bene o no. Monitorando durante l'attivazione la variazione in tempo reale di ohm e wattaggio applicato dalla box riesco a capire istantaneamente il livello di alimentazione e altri problemi, cosa non possibile (se non per sensazione al tiro) usando la TC principalmente come tetto massimo di temperatura, che invece uso come target.

Alternativamente si fa quello che fai tu, cioè monitori in tempo reale la temperatura stimata al wattaggio che tu ritieni giusto, se non la raggiunge o la supera c'è qualcosa che non va. E' la stessa cosa, la funzione è invertita.
Il wattaggio [EDIT: ho scritto wattaggio al posto di vantaggio, sarà un segno?!?!?!? Forse avete ragione voi :D..] di quello che dico è che io riesco a valutare se ho rigenerato bene e se il sistema alimenta bene (cosa fondamentale ad esempio con il Labs che è un po' esigente) mentre pongo fisso il target di resa (proprio perché non so la temperatura reale nell'ordine di 10 gradi direi. Che poi però è ipotizzabile sia un livello di imprecisione che tranne un filo perfetto sia lo stesso del TC "ben fatto".

Comunque benissimo, direi che in realtà siamo d'accordo.

L'unica cosa che però vorrei chiarire è quando dici che a parità di spire, sezione, atom, heatflux e temperatura preferisci la resistenza più bassa. Ciò io lo imputo alla maggior superficie e dunque al maggior liquido vaporizzato più che ai watt applicati (che per mm^2 sono gli stessi).

Riassunto: una resistenza più bassa, a parità di watt, scalda di più -> scalda più roba, non scalda di più. Attenzione, questo vale a parità di materiale!!! se quella più bassa la raggiungo a parità di AWG sentiresti i 4Watt di differenza? Sono curioso.
 

Tony-Oz

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Se un novizio volesse approcciarsi al vaping in TC e legge questa discussione credo che cambierebbe subito strada.

Tutto molto interessante, punti di vista diversi, anche piuttosto "formativo".

Ma per molti - credo - compreso me, è come parlare di fisica quantistica.
 

apoikos

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Se un novizio volesse approcciarsi al vaping in TC e legge questa discussione credo che cambierebbe subito strada.

Tutto molto interessante, punti di vista diversi, anche piuttosto "formativo".

Ma per molti - credo - compreso me, è come parlare di fisica quantistica.
E pensa che il mio obiettivo era di dire a chi si approccia: non stressatevi troppo, prendi un ss316L, metti tcr 100 e aumenta fino a quando ti sembra normale e vai tranquillo!!! :victorious:
 

FabOne

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L'unica cosa che però vorrei chiarire è quando dici che a parità di spire, sezione, atom, heatflux e temperatura preferisci la resistenza più bassa. Ciò io lo imputo alla maggior superficie e dunque al maggior liquido vaporizzato più che ai watt applicati (che per mm^2 sono gli stessi).

Riassunto: una resistenza più bassa, a parità di watt, scalda di più -> scalda più roba, non scalda di più. Attenzione, questo vale a parità di materiale!!! se quella più bassa la raggiungo a parità di AWG sentiresti i 4Watt di differenza? Sono curioso.
O io non so spiegarmi o tu non hai letto bene: io non preferisco la resistenza più bassa, ma quella col filo più largo, che certo è più bassa ma stiamo parlando di una resistenza da 0.15 ohm in confronto ad una di 0.18 ohm.

Inoltre sto dicendo che individuo la geometria migliore, per me 7 @ 2 nella maggior parte degli atom, e a parità di materiale NiFe30 gradisco la resa dei fili 0.35mm a 16w o 0.32 a 14W che il filo 0.28mm a 12W, nonostante queste tre configurazioni registrino esattamente 190C.
"Gradisco la resa" non ha un valore scientifico, ma un valore qualitativo soggettivo. E si, io un kentucky sull'alpha lo preferisco a 14-15w 7 @ 2 x 0.35mm Nife30 che a 12W 7 @ 2 x 0.28mm Nife30 .

Come ho detto già detto cambia il valore dell'heat capacity e con questo cambia completamente la restituzione, anche in relazione a come uno aspira.
Di certo la temperatura non è sbagliata oppure anni e soldi miei e di alcuni amici sarebbero scialacquati.

Questo è molto diverso che cambiare materiale e cercare di avere lo stesso valore resistivo. Per la mia esperienza è ben diverso imporre una temperatura e aspettarsi che tutti gli atom e tutte le rigenerazioni rispondano allo stesso modo, ma i miei esempi sopra erano per far capire che far funzionare un v7 e un alpha a 200C non si ottiene la stessa cosa, il primo magari rende bene l'aroma ma rischia di far condensa mentre il secondo rende un mappazzone dolce e cotto.

Poi per carità puoi farlo senza problemi, come ho spesso detto a chi mi chiede consigli per il TC faccio sempre presente che si può approcciare con le due modalità:

  1. impostare i watt desiderati e una temperatura limite (215/220 C) con l'obbiettivo di essere appagati stando sempre sotto e senza cut off
  2. impostare la temperatura desiderata e un wattaggio fuori scala (c'è chi imposta 20W e chi 50W, tanto il circuito taglia dinamicamente) con l'obbiettivo di essere appagati a temperatura costante ignorando i watt erogati
A mio gusto la prima modalità è la più semplice e lineare per chi era abituato a rigenera in VariWatt per comprendere e garantirsi che la rigenerazione lavori come progettato. Per il mio schema logico cerebrale non sarei in grado di farlo con la seconda modalità, limite mio che sono basico.

Se un novizio volesse approcciarsi al vaping in TC e legge questa discussione credo che cambierebbe subito strada.

Tutto molto interessante, punti di vista diversi, anche piuttosto "formativo".

Ma per molti - credo - compreso me, è come parlare di fisica quantistica.
Al di là delle discussioni più tecniche e una differenza di vedute, il TC è semplice: solo alcuni materiali possono essere usati per il TC: Nife (30,48,52), Nickel puro (ni200, non i soliti Ni80 o Ni90 che sono NickelCromo) e Acciaio Inox (SS304, SS316 e SS317) perché il controllo temperatura si basa sulla proprietà di questi materiali di variare (in modo determinato) la resistività al variare della temperatura ed il circuito della box è in grado di desumere, calcolandola, la temperatura della coil rispetto al suo valore resistivo in fase di erogazione.

Per fare questo il circuito si basa su:
  • il valore del coefficiente TCR, dichiarato dal produttore del filo (è lo stesso valore per lo stesso materiale per qualsiasi diametro del filo)
    • in alternativa un grafico di variazione, detto TFR (non proprio una curva), che fornisce valori determinati a determinate temperature
  • maggiore è il valore TCR e più preciso è il materiale in controllo temperatura
  • il valore di riferimento della resistenza a freddo, ovvero appena avvitato l'atom sulla box senza aver fatto preattivazioni (che non servono mai a nulla), lettura che sarebbe meglio avvenisse in una stanza a temperatura controllata intorno ai 20 gradi centigradi.
    • solo per alcune box, il valore a freddo della resistenza deve essere bloccato (coil lock) per fissarlo. In altri casi esiste una funzione di inizializzazione (dicodes), nella maggior parte dei casi quando si avvita l'atom viene fatta una lettura e viene chiesta la conferma (il famoso old/new da confermare)
Dei materiali suddetti solo i SS possono essere usati sia in TC che variwatt (perché la variabilità è talmente bassa da essere quasi trascurabile, infatti è il meno efficiente di tutti) mentre gli altri non possono essere usati in VW (tantomeno in bypass e men che meno in meccanico), solo ed esclusivamente in TC.

Il concetto è di dare un valore aggiunto al normale svapo in VW andando ad impostare un cut off di temperatura (a 230 gradi il cotone inizia a strinare, sino addirittura a prendere fuoco se a secco, potenzialmente rilasciando sostanze tossiche). La box durante l'erogazione legge costantemente il valore della coil, in istanti di polling molto rapidi e ravvicinati, e se da questo valore risultasse (applicando i dati del TCR o del TFR) una temperatura superiore al cut off il circuito abbassa/taglia la potenza fino a rilevare di essere appena al di sotto del cut off. Fino a non erogare nulla in caso di cotone secco, altrimenti se la temperatura scende sotto il cut off il circuito ritorna ad erogare i watt impostati.

Se la temperatura determinata fosse sempre sotto il cut off allora la box non interverrebbe mai e si vedrebbe che i watt erogati sarebbero costanti.

Tra i materiali ho sorvolato sul titanio perché a rischio rilascio sostanze potenzialmente dannose, per gli altri:
  • Ni20 - TC 620, bassissima resistività, alquanto malleabile, quindi non facile da lavorare per ottenere coil al di sotto di 0.10 Ohm
  • NiFe30 - TC 520, bassa resistività, buona malleabilità con un buon effetto molla, facile da lavorare per ottenere coi tra 0.13 e 0.20 Ohm
  • NiFe48 - TC 400, media resistività, buona malleabilità con un buon effetto molla, facile da lavorare (ma si presta a spezzarsi più facilmente del 30) per ottenere coi tra 0.25 e 0.40 Ohm
  • SS - TC 90-105 (ss304 tc 105, ss316L tc 100, ss317 tc 95), media resistività, poca malleabilità con un buon effetto molla, facile da lavorare per ottenere coi tra 0.50 e 0.80 Ohm
Tutti i fili qui sopra si riferiscono a Zivipf, il produttore più affidabile. Il mio preferito è il NiFe30 e uso spesso anche Ni200. Molto apprezzato anche NiFe48.

Per quel che riguarda l'acciaio per me meglio 304 e le poche volte che lo uso opto per l'Inowire che è un SS304 cavo per cui esternamente è più spesso ma per via della cavità ha la resistività come se fosse 1 misure in meno, per esempio con il 26awg si ottengono i valori resistivi di un 27awg, ma avendo una superficie di contatto maggiore.
 

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@FabOne per adesso vado di Nife30 e Nife48.
Acciaio, (316L) sempre Zivipf ma non mi dice niente. In TC paragonato ai fili menzionati prima, mi sembra esserci un abisso. Troppo "volubile", non so se l'espressione è esatta.

Sono incuriosito di provare il Ni200, ma sento pareri discordanti. C'è chi preferisce il Titanio, chi il Ni200. Devo ancora capire bene il perché ci sono divisioni verso questi tipi di filo. So solo del titanio che è più ostico nel lavorarlo e adesso da te che pu riasciare sostanze dannose. Ma a che temperature?

Comunque sei una enciclopedia. Veramente!
 
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FabOne

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Il titanio che io sappia è molto poco usato ed in merito ad esso le mie sono solo nozioni apprese, ma pare che @ipds ne parlasse (soprattutto in merito al non fare il dry burn, in general) e mi pare che ad alte temperature possa rilasciare degli ossidi.

Comunque per quanto ho visto e il poco che ho provato è veramente scomodo da lavorare. Meglio il ni200 che richiede un po' di pazienza in più ma non è molto differente dal NiFe, ha senso però con una Dicodes o una box DNA ben realizzata che accetti valori tipo 0.08 Ohm.
 

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Io uso il Titanio e mi trovo benissimo ad usarlo in controllo della temperatura (e solo in questa modalità si può usare, categorico!), ma è assolutamente proibito fare qualsiasi tipo di attivazione e tantomeno usarlo in vari watt pena il rilascio di sostanze cancerogene e velenose. Inoltre non lo consiglio a gente poco esperta nella rigenerazione, premesso che debba comunque essere pulito, come tutti i fili, bisogna porre attenzione a non far toccare le spire della resistenza per non creare hot spots, quindi resistenze perfette e cotonature a seguire.
Prendo sempre il Titanio della Zivipf e specie le ultime batch hanno un effetto molla quasi nullo. Se giro una resistenza su punta da 2.25 mm non entra su una punta da 2.5 mm, verrà un 2.28/2.30 ma non di più.
Il Ni200 l'ho provato proprio agli inizi. Era un filo della Crazy Wire 29 ga, ma ho trovato davvero difficile lavorarlo pena rovinare la coil.
 
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