Buongiorno Caro Sergio,
mi piacerebbe molto approfondire questo discorso con una persona di spessore come lo sei tu, purtroppo non ho tempo di dedicarti una lunga scrittura adesso ma a breve di sicuro lo farò, comunque ti posso dare un'infarinata..
io abito in un piccolo paesotto della provincia di Ferrara (Portomaggiore), un paese di 12'000 abitanti (incrementato negli ultimi 10 anni dall'arrivo di extracomunitari), un paesello di camagna dove il lavoro del terreno di sicuro non manca, in oltre vi nacque la famosissima fabbrica dell'Amarena Fabbri, la Benati, la Jolly Colombani, una fabbrica di orologi ecc ecc.. gli abitanti del paese ovviamente erano tutti dipendenti di queste belle realtà di un tempo, in poche parole il lavoro non è mai mancato e soprattutto a Km 0, poi tutto questo arrivò alla fine e molte di queste realtà chiusero i battenti o si traferirono altrove, costringendo in questo modo i paesani a dover cercare lavoro altrove con difficoltà e spese ulteriori da affrontare, io vengo da una famiglia di falegnami da parte di padre e da sarte da parte di madre e fortunatamente non hanno dovuto affrontare queste "avventure", il problema era un'altro, ho un fratello e una sorella più grandi di me e anche di parecchio (13 anni da mio fratello e 9 da mia sorella) di conseguenza eravamo in 5 in famiglia con spese da affrontare che ben conosci, i miei fratelli erano portati per lo studio sicuramente più di me e quindi i sacrifici della famiglia andavano in buon parte alle scuole, io alla fine della 3°media visto i risultati poco soddisfacenti non ho più voluto continuare ma non volevo nemmeno stare in piazza tutto il giorno, in accordo con mio papà (un po' meno mia mamma) ho iniziato subito a lavorare con lui nella piccola falegnameria (veramente molto piccola), poi a me non piaceva il lavoro perchè preferivo l'odore di benzina e la macchie di olio e quindi trovai un lavoretto da "mistrino" in un'officina meccanica dove mi ero appassionato a non finire e soprattutto il fine settimana avevo la mia paghetta fissa e cospiqua (vista l'età) e mi permettevo di comprarmi da vestire, elaborare la mia amata vespa 50 special (che ho ancora), uscire a mangiare una pizzetta con gli amichetti e lo facevo senza andare ad "elemosinare" quei due spicci che erano rimasti in casa, insomma ero un Signorino (con la S maiuscola), un brutto giorno il "capo" venne a mancare e io non avevo ne età ne esperienza per addossarmi tutto quel ben di dio, nel frattempo vennero i tanto attesi 18 anni e visto che ero svincolato da impegni venni subito chiamato alle armi, conclusa anche questa avventura e ritornato al paesello le esigenze erano maggiori e il lavoro calato drasticamente, essendo tornato dalla leva con un bel po' di patenti ne approfittai e mi misi a dare una mano al volante ad un'amico che possedeva un camion ma anche qui il lavoro calò drasticamente e al volante bastava uno.. decisi di tentare di nuovo con lo studio ma ancora senza successo e vedevo i soldi del mio povero babbo gettati al vento, così ho detto basta e con molta tenacia ho trovato un lavoro da turnista in un'azienda metalmeccanica di Bologna, i soldi qui sono tornati e anche abbondanti ma la vita.. la vita.. la vita.. quella no.. dentro ad una fabbica con turni massacranti al buio e tutto sporco di olio (non quello da motore che piaceva tanto a me), 2 anni e poi Albert ha detto STOP, io non mi gioco la mia gioventù in questo modo e quindi via a rialzarsi le maniche nella disperata ricerca, come per incanto conobbi una persona fantastica che era un direttore di produzione in una nota azienda di insaccati della zona e mi fece la proposta di lavoro, al momento gli dissi: guarda che io ho sempre fatto il meccanico e il metalmeccanico e quindi non so fino a che punto possa esservi utile una figura come la mia nel maneggiare alimenti.. mi disse che gli piacevo come persona e non gli interssava il resto, tanto avrei imparato e così è stato con grandissima soddisfazione sia da parte mia che loro, continuai la mia avventura per 5 anni circa, poi mio fratello che nel frattempo aveva finito gli studi mi fece la proposta di entrare come rappresentante nell'azienda dove lavorava lui e così decisi di accettare.. bene siamo passati dagli insaccati alla biancheria intima, qui si macinavano km e km in macchina e un giorno arrivò il fatidico "colpo di sonno" e boooommm... 8 mesi di ospedale per fratture multiple e il ritorno a casa ovviamente di nuovvo senza lavoro e consapevole che non sarei più riuscito a saltare i fossi per il lungo, abbastanza demoralizzato e con pochi "ghelli" in saccoccia ritornai a candidarmi in quella fabbirica di metalmeccanica e li mi si aprì un'altro mondo ancora, il capo officina mi disse che non ero più adatto a quel tipo di lavoro e mi assegno un lavoretto in ufficio, visti i buoni risultati, sempre questo "capo" mi affidò alle mani del fratello che era dirigente in un'importante azienda di commercio metalli e via di nuovo a cambiare, il primo giorno di lavoro che mi presentai tutto bello vestito e non con la tuta da lavoro mi sembrava un sogno.. io.. Albert... in un'ufficio con la mia scrivania e il mio computer..?? chiissà come andrà a finire.. bene per ora la fine non la so perchè sono ancora seduto qui ormai da 14 anni e spero di rimanerci ancora per molto, alla fine sono un'imiegato con la 3° media ma ho a che fare con ingegneri e/o comunque "gente studiata" che mi possono baciare il c..o sia a livello lavorativo che personale e sarebbe anche meglio che appoggiassero la 24ore e iniziassero a farsi più esperienze di vita vissuta.. non so chi adesso sarebbe disposto ad affrontare un percorso come il mio.. al giorno d'oggi ci sono troppi figli di papà a zonzo o rinchiusi dentro ad una universita ad aspettare che passi il tempo e poi li ritrovi alle casse dei Mc. Donald con il broncio perchè non lavorano da ingegneri o li trovi in piazza a manifestare per cose che nemmeno loro sanno cosa siano.. fortunatamente non ho figli perchè sarebbe veramente difficile spiegargli che questo è il loro futuro o il futuro di molti.. e sarebbe altrettando difficile da padre assistere a questa realtà..
Grazie alla mia famiglia e al mio papà che mi guarda sempre da lassù..