Uno dei temi ricorrenti, almeno i primi tempi, degli estrattori di materia vegetale è cercare di paragonare i risultati ottenuti con prodotti commerciali utilizzati.
E' normale e serve per capire se l'attività di estrazione ci fa ottenere aromi appaganti e se possiamo proseguire o meno in questa attività.
Vi accorgerete, con il passare del tempo e dopo molte estrazioni, che il paragone non è veritiero in relazione al fatto che non si parte dalla stessa materia vegetale, la nomenclatura dei liquidi commerciali non corrisponde al reale contenuto, la nostra esperienza, nella maggioranza dei casi, ci permette di fare a meno dei prodotti commerciali.
Questo non vuol dire che i nostri estratti sono migliori o peggiori dei liquidi commerciali, sono diversi!
Estrarre un Mata Fina dalle strips del noto e-shop di pout-pourri italiano e compararlo con un prodotto commerciale, a mio avviso, è sbagliato.
Hanno lo stesso nome, sono matrici vegetali diverse.
Estrarre da materia vegetale ci rende consapevoli, questo è certo, che l'etichetta non è rappresentativa di tutti i prodotti che hanno lo stesso nome.
Un esempio su tutti: voglio un Kentucky italiano, il tipico sigaro dei nostri territori.
Kentucky della valtiberina ne esistono almeno 10 varianti in base alla raffinazione (o stagionatura) e in base alla capa (o wrapper) ne possiamo aggiungere ancora.
Kentucky beneventano, almeno 3 varianti.
Kentucky di Chiaravalle (il Forte).
Avanone del Brenta, almeno 5 varianti.
Provate lo Spingarda o il Cospaia di Tornabuoni, oppure l'antico Toscano "il Presidente" ovvero il Manfredi di Amazon al posto del Garibaldi.
Sono tutti Kentucky italiani diversi fra loro.
Ve lo dico per il vostro bene: non entrate nell'universo dei sigari centroamericani! è un Mellstrom nel quale, una volta entrati, non se ne esce più...
come diceva il mio illustre concittadino, il ghibellin fuggiasco, "...perdete ogni speranza, o voi che entrate!"