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Già! Una guerra senza senso e piena di contraddizioni. Clamorose contraddizioni!
Si è parlato di tante cose in questi ultimi 9/10 mesi... ma mai approfonditamente della sigaretta elettronica. Mai una puntata seria nei vari talk show che ormai dilagano sulle nostre TV. Mai una puntata con ospiti autorevoli (e non semplici rappresentanti dell'associazione tabaccai italiani). Perchè?
La risposta è semplice: dietro le sigarette tradizionali ci sono molti interessi privati... ma anche pubblici. Interessi che è difficile scardinare se non addirittura impossibile. Interessi per i quali... "chi tocca, muore".
Vi siete mai chiesti per quale motivo l'uomo è andato sulla Luna... ma non è mai stato capace di trovare un valido sostituto (magari anche migliore) del petrolio? Eh eh... "chi tocca muore!" (Enrico Mattei?). Avete presente come erano i personal computers poco meno di 20 anni fa e che strabiliante evoluzione hanno avuto? Se l'uomo si fosse impegnato nello sviluppo dei motori a scoppio (da un secolo a questa parte) con lo stesso impegno con il quale si è impegnato negli ultimi vent'anni con l'elettronica del personal computers... a quest'ora le nostre automobili anzichè fare la coda dal benzinaio per un autonomia media di 12/14 km con un litro di benzina... farebbero 1000 km con un litro di spremuta di qualche strano frutto a crescita spontanea inventato in laboratorio. E invece l'unica evoluzione che abbiamo avuto in cento e passa anni di storia... è qualche km di autonomia in più. I motori delle nostre "modernissime" automobili continuano a sprecare oltre il 75% dell'energia presente nel carburante. Come? In calore buttato in atmosfera!
E' tutto riassunto (a mio avviso egregiamente) in quest'articolo di Patrice Makabu... che vi segnalo per una lettura. La fonte è
Leggetelo con attenzione: capirete come funziona il nostro paese (e non solo) e soprattutto da chi è comandato.
Le sigarette elettroniche e la guerra del fumo - di Patrice Makabu
Firenze. La sigaretta elettronica oltre ad essere diventata un fenomeno di costume dal 2010 ad oggi, poiché fumarla è diventato uno status symbol ma anche un modo accattivante per eliminare o ridurre un vizio che porta gravi danni alla salute, pare essere diventata anche oggetto di contesa tra le aziende produttrici, i monopoli di Stato, i produttori di tabacco. Perchè?
Come tutti sappiamo i danni causati dal fumo delle normali sigarette sono stati spesso oggetto di campagne di sensibilizzazione, il fumo che ha origine dalla combustione del tabacco e dalla carta che lo avvolge è costituito da ben 4.000 sostanze tra cui molte irritanti: catrame, monossido di carbonio e nicotina, unite ad ammoniaca, acido cianidrico, acroleina, formaldeide ed altri componenti che possono provocare eccesso di muco, bronchite cronica, enfisema e malattie polmonari di vario genere, alito cattivo, malattie cardiocircolatorie, tumori.
Le campagne anti fumo nel corso di decenni poco sono riuscite a fare, hanno scongiurato solo in parte il consumo di sigarette, in molti casi attraverso la diffusione di immagini relative alle “conseguenze del fumo”, presentando dati inerenti alle vittime del tabacco che non sono mai stati confortanti, anzi, ma ciò non è bastato.
Negli ultimi due decenni si è addirittura assistito ad un incremento del consumo di tabacco a partire da fasce di età sempre più basse, circa un adolescente su tre dichiara di fumare, dai dati dell'indagine Doxa per il 2010 elaborati dall' Istituto Superiore di Sanità emerge che i fumatori in Italia sono 11,1 milioni (il 21,7% della popolazione), l'età 25 – 44 anni rappresenta la percentuale più alta dei fumatori, i giovani fumatori tra i 15 ed i 24 anni rappresentano il 21,9%.
Cominciare è facilissimo, smettere è un' impresa difficile che nella maggior parte dei casi si configura in una serie di risultati deludenti, anche a seguito di attività concrete e piani di dissuasione, a partire dal Decreto Balduzzi, che vieta la vendita di prodotti ai minori di 18 anni (e non più 16 dal 1 gennaio 2013) con un inasprimento delle sanzioni. Tuttavia i risultati concreti in termini di riduzione di consumi non sono stati negli anni rilevanti, nonostante la sensibilizzazione e le normative a tutela della salute.
A partire dal 2011 inaspettatamente i consumatori di tabacco di colpo iniziano a diminuire, c'è chi da un giorno all' altro riesce a smettere di fumare e chi riduce fino ad oltre del 50% il consumo quotidiano di sigarette, merito della buona volontà? Certamente si, ma il merito è soprattutto oggi della sigaretta elettronica, che si conferma un validissimo sostituto alla sigaretta tradizionale. Una invenzione delle case farmaceutiche? No, questa volta no, le case farmaceutiche non c' entrano nulla, strano ma vero.
La sigaretta elettronica sembra non avere niente a che fare con la medicina, non si tratta di un sostituto al classico cerotto alla nicotina o della nauseante gomma da masticare al gusto di tabacco che spopolava ma falliva l'intento alcuni anni fa.
La sigaretta elettronica, dapprima pensata come paliativo nell'attesa di smettere definitivamente di fumare diventa a distanza di soli tre anni il nuovo modo di fumare che limita, o annulla addirittura tutti o quasi gli effetti negativi collegati all' inalazione delle sostanze presenti nella sigaretta tradizionale, che in questo caso sono sostituite da estratti naturali con l' aggiunta di glicole propilenico, nicotina (non sempre), ed acqua.
La scelta dei gusti è ampia quasi sconfinata, merito dei produttori di aromi per industrie alimentari che fabbricano attualmente i preparati per e-cig, fumare la sigaretta elettronica per un ex fumatore oggi significa recuperare olfatto, gusto, e migliorare il proprio stato di salute generale, la nicotina aspirata è minima qualora presente – ed opportunamente indicato in confezione.
Secondo la ricerca del laboratorio Arista presentata a Napoli, nei composti per sigarette elettroniche con maggior concentrazione di nicotina (16 milligrammi per millilitro), dieci aspirazioni corrispondono all' assunzione di 0,3 milligrammi di sostanza: un terzo rispetto alla sigaretta tradizionale, delle altre sostanze nocive sviluppate dalla combustione di una normale sigaretta non vi è traccia, per di più è doveroso dire che la combustione tradizionale e l'inalazione di nicotina attraverso vapore acqueo sono due processi nettamente differenti.
Il glicole propilenico contenuto nei preparati per sigarette elettroniche altro non è che un veicolo per fragranze, utilizzato nell'industria alimentare, farmaceutica, cosmetica e per creare composti per le macchine da fumo di teatri, discoteche, esercitazioni di emergenza. Circa 2.000.000 di italiani ad oggi utilizzano la sigaretta elettronica, 500.000 la utilizzano regolarmente, l'indagine sui consumi, presentata durante la Giornata mondiale senza tabacco lo scorso 31 maggio fotografa per la prima volta a partire dall' introduzione di un metodo alternativo alla classica sigaretta che solo il 22,1% degli italiani non ha modificato le abitudini tabagiche.
I dati presentati si rivelano a dir poco sorprendenti, ma a qualcuno, questa trasformazione di abitudini a favore di un miglioramento della salute generale non piace, naturalmente parliamo delle industrie del tabacco, che prontamente pare inizino a correre ai ripari.
A distanza di tre anni dal boom assistiamo ad una “guerra” contro le sigarette elettroniche, da un giorno all'altro considerate altamente tossiche e protagoniste di migliaia di contestazioni che invadono giornali, tv, blog ed altri canali di comunicazione, le aziende produttrici dalla loro si sono mostrate sempre estremamente disponibili nel far esaminare i propri prodotti, forti del fatto che chi fuma una sigaretta elettronica è sempre al corrente di quelle che sono le sostanze contenute nei preparati, cosa che non avviene e non è mai avvenuta per le comuni sigarette.
I simboli di rischio chimico sono presenti su ogni confezione di liquido commercializzato, incomprensibile pare ancora oggi il fatto che nulla di tutto ciò sia riportato sui pacchetti di sigarette tradizionali, dove le diciture quali: “nuove gravemente alla salute” piuttosto che “il fumo uccide” peccano incontrovertibilmente di genericità. Come mai il fumo uccide? Per che cosa nuoce gravemente alla salute? Perchè si dà per scontato che tutti sappiano tutto?
Le tecnologie del fumo elettronico stanno progredendo, al fine di migliorare ulteriormente i prodotti offerti, promuovendone anzitutto la trasparenza e ad accreditare la veridicità di quanto dichiarato dai produttori sono scesi in campo esperti di fama internazionale tra i quali: il prof. Umberto Veronesi, direttore scientifico dell' Istituto Europeo di Oncologia ed il prof. Riccardo Polosa, pneumologo dell'Università di Catania, esperto internazionale di tabagismo. Entrambi configurano la sigaretta elettronica come “alternativa sicura alle sigarette tradizionali”, che si è dimostrata molto utile anche per i fumatori che non hanno intenzione di abbandonare il vizio.
E' stata condotta una ricerca, in occasione della quale sono stati reclutati fumatori accaniti che non avevano alcuna intenzione di smettere, ad un anno dall'inizio della sperimentazione sulla efficacia della sigaretta elettronica l'8,7% ha abbandonato le normali sigarette, di questi il 75% ha addirittura abbandonato anche la stessa e-cig. Polosa: “La sigaretta elettronica non è un farmaco ma costituisce un valido aiuto per chi vuole smettere di fumare, quello che ad oggi è certo è che il carico tossico è dalle 200 alle 1000 volte inferiore rispetto alle tradizionali sigarette”.
Come mai le voci autorevoli di due esperti internazionali e di molte decine di ricercatori, analisti, chimici, con dati alla mano, pare non abbiano alcun influsso positivo sulle attuali “censure” che oggi vedono coinvolte le circa cinquemila attività commerciali adibite alla vendita di questi prodotti? Le sigarette elettroniche saranno probabilmente vittima di una spropositata tassazione, merito dell'equiparazione delle stesse al tabacco, di conseguenza ed a partire da qui la censura: il divieto di pubblicizzazione. In parole povere c'è un modo per smettere di fumare che primo nella storia ha avuto grande efficacia ma è vietato pubblicizzarlo: niente pubblicità in tv, sui giornali, niente pubblicità in radio, niente volantini, niente vetrine allestite.
Nei blog non ultima pare essere la sensazione palesemente esplicitata di una possibilità che le sigarette elettroniche, entrino a far parte dei monopoli di Stato, considerando che già oggi vengono come predetto equiparate alle normali sigarette, un mercato fiorente come questo in tempi di crisi farebbe certamente gola alle casse dello Stato. La domanda a questo punto è: che fine faranno gli imprenditori che hanno investito cospicue quantità di denaro per intraprendere un nuova attività?
Alcuni hanno già chiuso i battenti, gli altri saranno tagliati fuori da un mercato che ha avuto una storia breve proprio grazie al successo scaturito da un'idea innovativa? Assistiamo forse ad una situazione facilmente paragonabile a quella che vede in lotta il petrolio contro le energie alternative che stentano a ritagliarsi una propria fetta di mercato?
Che cosa s'intende oggi per innovazione? Qualcosa da apprezzare, certamente a fronte di studi che ne accertino l'effettivo beneficio sulla collettività, o da boicottare e tassare spropositatamente qualora andasse a toccare alcuni interessi, al fine di renderla fuori dalla portata? Le perplessità che migliaia di italiani sul web esprimono nei confronti di questo argomento possono trovare il loro punto in comune contenuto in queste semplici riflessioni.
Come mai all'improvviso la lotta al consumo di tabacco si sta risolvendo in un'irresponsabile presa di posizione contro i produttori ed i rivenditori di sigarette elettroniche da parte di chi invece dovrebbe prima di ogni cosa salvaguardare la salute pubblica, al fine di ridurre le vittime del tabacco che a causa delle conseguenze del fumo (che null' altro è che un vizio), portano un esborso consistente di denaro per eventuali cure mediche?
Le sigarette elettroniche vengono ritenute ingiustificatamente ed improvvisamente, non è chiaro secondo quali studi, nocive quanto le sigarette tradizionali e l' interesse per questa circostanza ha assunto una rilevanza tale da diffondere leggende metropolitane ed addirittura panico ingiustificato. Come mai ciò non è accaduto quando per la decaffeinizzazione o l'estrazione di essenze del caffè veniva utilizzato un solvente cancerogeno cinquant' anni prima adoperato per il lavaggio a secco degli indumenti, quale la trielina?
Perchè sembra impossibile riconoscere ai produttori di e-cig e relativi preparati la paternità di un'invenzione che non ha nulla a che vedere con il metodo tradizionale di fumare, pur mantenendone apparentemente tutte le caratteristiche ma limitandone drasticamente - se non annullandone addirittura - tutti gli effetti dannosi per la salute?
Dietro la guerra al fumo elettronico si nascondono interrogativi in merito ai quali bisognerebbe fare delle attente riflessioni, basti dire che sarebbe stato molto più sensato inerentemente ad una riorganizzazione del mercato, far rientrare la sigaretta elettronica all'interno della categoria dei dispositivi medici se proprio vogliamo, considerato che anche le farmacie la commercializzano e che proprio dalla scienza arrivano le risposte a favore.
Ma come tassare poi un dispositivo medico?
Si è parlato di tante cose in questi ultimi 9/10 mesi... ma mai approfonditamente della sigaretta elettronica. Mai una puntata seria nei vari talk show che ormai dilagano sulle nostre TV. Mai una puntata con ospiti autorevoli (e non semplici rappresentanti dell'associazione tabaccai italiani). Perchè?
La risposta è semplice: dietro le sigarette tradizionali ci sono molti interessi privati... ma anche pubblici. Interessi che è difficile scardinare se non addirittura impossibile. Interessi per i quali... "chi tocca, muore".
Vi siete mai chiesti per quale motivo l'uomo è andato sulla Luna... ma non è mai stato capace di trovare un valido sostituto (magari anche migliore) del petrolio? Eh eh... "chi tocca muore!" (Enrico Mattei?). Avete presente come erano i personal computers poco meno di 20 anni fa e che strabiliante evoluzione hanno avuto? Se l'uomo si fosse impegnato nello sviluppo dei motori a scoppio (da un secolo a questa parte) con lo stesso impegno con il quale si è impegnato negli ultimi vent'anni con l'elettronica del personal computers... a quest'ora le nostre automobili anzichè fare la coda dal benzinaio per un autonomia media di 12/14 km con un litro di benzina... farebbero 1000 km con un litro di spremuta di qualche strano frutto a crescita spontanea inventato in laboratorio. E invece l'unica evoluzione che abbiamo avuto in cento e passa anni di storia... è qualche km di autonomia in più. I motori delle nostre "modernissime" automobili continuano a sprecare oltre il 75% dell'energia presente nel carburante. Come? In calore buttato in atmosfera!
E' tutto riassunto (a mio avviso egregiamente) in quest'articolo di Patrice Makabu... che vi segnalo per una lettura. La fonte è
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Le sigarette elettroniche e la guerra del fumo - di Patrice Makabu
Firenze. La sigaretta elettronica oltre ad essere diventata un fenomeno di costume dal 2010 ad oggi, poiché fumarla è diventato uno status symbol ma anche un modo accattivante per eliminare o ridurre un vizio che porta gravi danni alla salute, pare essere diventata anche oggetto di contesa tra le aziende produttrici, i monopoli di Stato, i produttori di tabacco. Perchè?
Come tutti sappiamo i danni causati dal fumo delle normali sigarette sono stati spesso oggetto di campagne di sensibilizzazione, il fumo che ha origine dalla combustione del tabacco e dalla carta che lo avvolge è costituito da ben 4.000 sostanze tra cui molte irritanti: catrame, monossido di carbonio e nicotina, unite ad ammoniaca, acido cianidrico, acroleina, formaldeide ed altri componenti che possono provocare eccesso di muco, bronchite cronica, enfisema e malattie polmonari di vario genere, alito cattivo, malattie cardiocircolatorie, tumori.
Le campagne anti fumo nel corso di decenni poco sono riuscite a fare, hanno scongiurato solo in parte il consumo di sigarette, in molti casi attraverso la diffusione di immagini relative alle “conseguenze del fumo”, presentando dati inerenti alle vittime del tabacco che non sono mai stati confortanti, anzi, ma ciò non è bastato.
Negli ultimi due decenni si è addirittura assistito ad un incremento del consumo di tabacco a partire da fasce di età sempre più basse, circa un adolescente su tre dichiara di fumare, dai dati dell'indagine Doxa per il 2010 elaborati dall' Istituto Superiore di Sanità emerge che i fumatori in Italia sono 11,1 milioni (il 21,7% della popolazione), l'età 25 – 44 anni rappresenta la percentuale più alta dei fumatori, i giovani fumatori tra i 15 ed i 24 anni rappresentano il 21,9%.
Cominciare è facilissimo, smettere è un' impresa difficile che nella maggior parte dei casi si configura in una serie di risultati deludenti, anche a seguito di attività concrete e piani di dissuasione, a partire dal Decreto Balduzzi, che vieta la vendita di prodotti ai minori di 18 anni (e non più 16 dal 1 gennaio 2013) con un inasprimento delle sanzioni. Tuttavia i risultati concreti in termini di riduzione di consumi non sono stati negli anni rilevanti, nonostante la sensibilizzazione e le normative a tutela della salute.
A partire dal 2011 inaspettatamente i consumatori di tabacco di colpo iniziano a diminuire, c'è chi da un giorno all' altro riesce a smettere di fumare e chi riduce fino ad oltre del 50% il consumo quotidiano di sigarette, merito della buona volontà? Certamente si, ma il merito è soprattutto oggi della sigaretta elettronica, che si conferma un validissimo sostituto alla sigaretta tradizionale. Una invenzione delle case farmaceutiche? No, questa volta no, le case farmaceutiche non c' entrano nulla, strano ma vero.
La sigaretta elettronica sembra non avere niente a che fare con la medicina, non si tratta di un sostituto al classico cerotto alla nicotina o della nauseante gomma da masticare al gusto di tabacco che spopolava ma falliva l'intento alcuni anni fa.
La sigaretta elettronica, dapprima pensata come paliativo nell'attesa di smettere definitivamente di fumare diventa a distanza di soli tre anni il nuovo modo di fumare che limita, o annulla addirittura tutti o quasi gli effetti negativi collegati all' inalazione delle sostanze presenti nella sigaretta tradizionale, che in questo caso sono sostituite da estratti naturali con l' aggiunta di glicole propilenico, nicotina (non sempre), ed acqua.
La scelta dei gusti è ampia quasi sconfinata, merito dei produttori di aromi per industrie alimentari che fabbricano attualmente i preparati per e-cig, fumare la sigaretta elettronica per un ex fumatore oggi significa recuperare olfatto, gusto, e migliorare il proprio stato di salute generale, la nicotina aspirata è minima qualora presente – ed opportunamente indicato in confezione.
Secondo la ricerca del laboratorio Arista presentata a Napoli, nei composti per sigarette elettroniche con maggior concentrazione di nicotina (16 milligrammi per millilitro), dieci aspirazioni corrispondono all' assunzione di 0,3 milligrammi di sostanza: un terzo rispetto alla sigaretta tradizionale, delle altre sostanze nocive sviluppate dalla combustione di una normale sigaretta non vi è traccia, per di più è doveroso dire che la combustione tradizionale e l'inalazione di nicotina attraverso vapore acqueo sono due processi nettamente differenti.
Il glicole propilenico contenuto nei preparati per sigarette elettroniche altro non è che un veicolo per fragranze, utilizzato nell'industria alimentare, farmaceutica, cosmetica e per creare composti per le macchine da fumo di teatri, discoteche, esercitazioni di emergenza. Circa 2.000.000 di italiani ad oggi utilizzano la sigaretta elettronica, 500.000 la utilizzano regolarmente, l'indagine sui consumi, presentata durante la Giornata mondiale senza tabacco lo scorso 31 maggio fotografa per la prima volta a partire dall' introduzione di un metodo alternativo alla classica sigaretta che solo il 22,1% degli italiani non ha modificato le abitudini tabagiche.
I dati presentati si rivelano a dir poco sorprendenti, ma a qualcuno, questa trasformazione di abitudini a favore di un miglioramento della salute generale non piace, naturalmente parliamo delle industrie del tabacco, che prontamente pare inizino a correre ai ripari.
A distanza di tre anni dal boom assistiamo ad una “guerra” contro le sigarette elettroniche, da un giorno all'altro considerate altamente tossiche e protagoniste di migliaia di contestazioni che invadono giornali, tv, blog ed altri canali di comunicazione, le aziende produttrici dalla loro si sono mostrate sempre estremamente disponibili nel far esaminare i propri prodotti, forti del fatto che chi fuma una sigaretta elettronica è sempre al corrente di quelle che sono le sostanze contenute nei preparati, cosa che non avviene e non è mai avvenuta per le comuni sigarette.
I simboli di rischio chimico sono presenti su ogni confezione di liquido commercializzato, incomprensibile pare ancora oggi il fatto che nulla di tutto ciò sia riportato sui pacchetti di sigarette tradizionali, dove le diciture quali: “nuove gravemente alla salute” piuttosto che “il fumo uccide” peccano incontrovertibilmente di genericità. Come mai il fumo uccide? Per che cosa nuoce gravemente alla salute? Perchè si dà per scontato che tutti sappiano tutto?
Le tecnologie del fumo elettronico stanno progredendo, al fine di migliorare ulteriormente i prodotti offerti, promuovendone anzitutto la trasparenza e ad accreditare la veridicità di quanto dichiarato dai produttori sono scesi in campo esperti di fama internazionale tra i quali: il prof. Umberto Veronesi, direttore scientifico dell' Istituto Europeo di Oncologia ed il prof. Riccardo Polosa, pneumologo dell'Università di Catania, esperto internazionale di tabagismo. Entrambi configurano la sigaretta elettronica come “alternativa sicura alle sigarette tradizionali”, che si è dimostrata molto utile anche per i fumatori che non hanno intenzione di abbandonare il vizio.
E' stata condotta una ricerca, in occasione della quale sono stati reclutati fumatori accaniti che non avevano alcuna intenzione di smettere, ad un anno dall'inizio della sperimentazione sulla efficacia della sigaretta elettronica l'8,7% ha abbandonato le normali sigarette, di questi il 75% ha addirittura abbandonato anche la stessa e-cig. Polosa: “La sigaretta elettronica non è un farmaco ma costituisce un valido aiuto per chi vuole smettere di fumare, quello che ad oggi è certo è che il carico tossico è dalle 200 alle 1000 volte inferiore rispetto alle tradizionali sigarette”.
Come mai le voci autorevoli di due esperti internazionali e di molte decine di ricercatori, analisti, chimici, con dati alla mano, pare non abbiano alcun influsso positivo sulle attuali “censure” che oggi vedono coinvolte le circa cinquemila attività commerciali adibite alla vendita di questi prodotti? Le sigarette elettroniche saranno probabilmente vittima di una spropositata tassazione, merito dell'equiparazione delle stesse al tabacco, di conseguenza ed a partire da qui la censura: il divieto di pubblicizzazione. In parole povere c'è un modo per smettere di fumare che primo nella storia ha avuto grande efficacia ma è vietato pubblicizzarlo: niente pubblicità in tv, sui giornali, niente pubblicità in radio, niente volantini, niente vetrine allestite.
Nei blog non ultima pare essere la sensazione palesemente esplicitata di una possibilità che le sigarette elettroniche, entrino a far parte dei monopoli di Stato, considerando che già oggi vengono come predetto equiparate alle normali sigarette, un mercato fiorente come questo in tempi di crisi farebbe certamente gola alle casse dello Stato. La domanda a questo punto è: che fine faranno gli imprenditori che hanno investito cospicue quantità di denaro per intraprendere un nuova attività?
Alcuni hanno già chiuso i battenti, gli altri saranno tagliati fuori da un mercato che ha avuto una storia breve proprio grazie al successo scaturito da un'idea innovativa? Assistiamo forse ad una situazione facilmente paragonabile a quella che vede in lotta il petrolio contro le energie alternative che stentano a ritagliarsi una propria fetta di mercato?
Che cosa s'intende oggi per innovazione? Qualcosa da apprezzare, certamente a fronte di studi che ne accertino l'effettivo beneficio sulla collettività, o da boicottare e tassare spropositatamente qualora andasse a toccare alcuni interessi, al fine di renderla fuori dalla portata? Le perplessità che migliaia di italiani sul web esprimono nei confronti di questo argomento possono trovare il loro punto in comune contenuto in queste semplici riflessioni.
Come mai all'improvviso la lotta al consumo di tabacco si sta risolvendo in un'irresponsabile presa di posizione contro i produttori ed i rivenditori di sigarette elettroniche da parte di chi invece dovrebbe prima di ogni cosa salvaguardare la salute pubblica, al fine di ridurre le vittime del tabacco che a causa delle conseguenze del fumo (che null' altro è che un vizio), portano un esborso consistente di denaro per eventuali cure mediche?
Le sigarette elettroniche vengono ritenute ingiustificatamente ed improvvisamente, non è chiaro secondo quali studi, nocive quanto le sigarette tradizionali e l' interesse per questa circostanza ha assunto una rilevanza tale da diffondere leggende metropolitane ed addirittura panico ingiustificato. Come mai ciò non è accaduto quando per la decaffeinizzazione o l'estrazione di essenze del caffè veniva utilizzato un solvente cancerogeno cinquant' anni prima adoperato per il lavaggio a secco degli indumenti, quale la trielina?
Perchè sembra impossibile riconoscere ai produttori di e-cig e relativi preparati la paternità di un'invenzione che non ha nulla a che vedere con il metodo tradizionale di fumare, pur mantenendone apparentemente tutte le caratteristiche ma limitandone drasticamente - se non annullandone addirittura - tutti gli effetti dannosi per la salute?
Dietro la guerra al fumo elettronico si nascondono interrogativi in merito ai quali bisognerebbe fare delle attente riflessioni, basti dire che sarebbe stato molto più sensato inerentemente ad una riorganizzazione del mercato, far rientrare la sigaretta elettronica all'interno della categoria dei dispositivi medici se proprio vogliamo, considerato che anche le farmacie la commercializzano e che proprio dalla scienza arrivano le risposte a favore.
Ma come tassare poi un dispositivo medico?