Roma, 04 dic - “L'emendamento presentato ieri in commissione Industria al Senato al Decreto Sviluppo che nelle intenzioni (solo nelle intenzioni) vorrebbe regolamentare il commercio delle sigarette elettroniche è un attacco superficiale e irresponsabile che dà un colpo mortale ad un settore che in un pochi anni ha creato, solo in Italia, migliaia di posti di lavoro e che è tra i pochi in crescita. Se questo emendamento passasse senza il contributo di chi questo settore lo ha creato e sviluppato, le conseguenze sull'occupazione sarebbero gravissime, si creerebbe un ingiusto e ingiustificabile vantaggio per le lobby del tabacco, e la sopravvivenza economica di migliaia di famiglie italiane sarebbe messa a rischio. Chiediamo dunque il ritiro immediato dell'emendamento per tutelare innanzitutto le migliaia di lavoratori del settore che con l'introduzione delle nuove norme inevitabilmente perderebbero l'occupazione. Chiediamo inoltre l'istituzione di un tavolo di concertazione per la regolamentazione del prodotto sigaretta elettronica. Metteremo in campo tutte le iniziative necessarie legali e di protesta per salvaguardare i posti di lavoro messi in discussione dal provvedimento”. La reazione arriva da un giovane imprenditore, Riccardo Ascione, leader del gruppo Ovale Europe, che produce e distribuisce sigarette elettroniche in Europa. “Altro che decreto per lo sviluppo, questo emendamento affosserebbe un intero settore. La nostra azienda per esempio, ha puntato tutto sulla ricerca, la tecnologia, la sicurezza e la tracciabilità dei nostri prodotti conquistando in Italia, in meno di un paio di anni, oltre un milione di affezionati clienti e dando lavoro ad oltre mille persone con circa 300 negozi su strada, senza contare che riceviamo oltre 1500 richieste di lavoro al giorno. Per entrare più strettamente nella questione tecnica, la sigaretta elettronica non è un prodotto succedaneo dei prodotti del tabacco perché non ha combustione nè lavorazione del tabacco e non può essere regolamentata come la sigaretta tradizionale. E' un prodotto elettronico. L'emendamento è di fatto un atto di forza, è una violazione alla libertà di impresa e una violazione della concorrenza leale. L'emendamento parte dal presupposto che il settore non è sufficientemente regolamentato, un argomento che è anche condivisibile e che va risolto con un approfondimento dal quale chi come noi per anni ha studiato la materia, non può e non deve essere escluso. Tuttavia ci sembra che con questo emendamento si voglia solo affrontare in maniera sbrigativa e dunque superficiale la questione. E la questione, a leggere i contenuti dell'emendamento, non è come questi prodotti incidano (bene o male) sulla salute di chi li utilizza. La questione è chi ci deve guadagnare. Di fatto si blocca la diffusione di un prodotto vietando una indispensabile e accurata comunicazione dello stesso, imponendo la stessa tassazione prevista per le sigarette tradizionali e soprattutto consentendone la vendita solo ai tabaccai. Sostanzialmente si sottrae un'idea su cui degli imprenditori sani hanno investito per cederla a chi? Innanzitutto questo avviene in assoluta controtendenza rispetto a quanto avviene negli altri paesi Europei. Ad esempio in Inghilterra il governo appoggia e incoraggia l'utilizzo della sigaretta elettronica come si evince da una serie di articoli pubblicati da varie testate tra cui citiamo il Guardian (
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) Perché non è opportuno che la vendita venga affidata ai tabaccai? Noi, ad esempio abbiamo creato una linea di prodotti che utilizzano un sistema altamente tecnologico e brevettato, in grado di simulare perfettamente il piacere di fumare senza fornire tutti i negativi effetti collaterali associati a prodotti del tabacco tradizionale. Tutto questo avviene attraverso una catena mondiale di distributori monomarca (in Italia oltre 300) che possa servire i clienti con integrità, competenza e responsabilità. Trattandosi di prodotti di alta tecnologia che utilizzano liquidi prodotti in esclusiva in Italia, tracciabili e rispondenti ad elevati standard di sicurezza, l'azienda si fa carico di una adeguata formazione dei rivenditori. I tabaccai come potrebbero seguire un prodotto di impatto così “delicato” senza questo background? Possibile che si avvantaggi ancora una volta la categoria dei tabaccai che già possono contare sulla possibilità di vendere numerosi prodotti e servizi? Come? Frenando anzi dando uno stop ad un prodotto concorrente che anche se non è provato che faccia smettere di fumare almeno è certo che è un ottimo aiuto nei programmi di dissuasione dal fumo. E se non è provato che tutte le sigarette elettroniche siano sicure al 100%, almeno ci sono ottime probabilità che siano meno nocive di quelle tradizionali. Su questo punto si sono esposti molti scienziati tra cui Umberto Veronesi, oncologo ed ex ministro della salute che non ha certo bisogno di presentazioni.
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