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Come ben sapete, l'oncologo di fama internazionale Umberto Veronesi ha parlato positivamente delle sigarette elettroniche. Riferendosi ad esse, afferma espressamente "...da la stessa gestualità, il piacere di avere in bocca una sigaretta (di tabacco, n.d.r.) ma non fa venire il cancro".
Direi che c'è poco da mettere in dubbio il significato dell'affermazione. Se però tra i lettori, c'è qualche San Tommaso... li invito ad ascoltare l'opinione dell'illustre Veronesi... direttamente dalle sue parole:
Avete sentito?
Durante la giornata leggo però il titolo di un articolo comparso su una autorevolissima testata giornalistica: Il "Centro Meteo Italiano". :shock:
L'autore dell'articolo (che non si firma, n.d.r.) si è prodigato in una curiosa interpretazione delle parole di Veronesi... a partire dal titolo. A voi il giudizio...
«E-cig: per Veronesi innocua ma inutile. La sigaretta elettronica non farebbe male alla salute: ma non sarebbe il miglior metodo per smettere di fumare»
04 novembre 2013 - 17:43
Umberto Veronesi all’attacco della sigaretta elettronica, afferma che il dispositivo senza nicotina non crea danni per il semplice fatto che non contiene tabacco e non c’è combustione di carta e tabacco, ma non sono realmente utili per smettere di fumare. Proprio il contenuto della e-cig, infatti, è l’altro punto cruciale della questione: da tempo gli esperti sottolineano l’importanza di sapere con esattezza, per poter valutare le conseguenze sulla salute, cosa contengono i vari prodotti e, soprattutto, di fare una netta distinzione tra quelli che contengono tabacco e quelli invece senza. Secondo Veronesi, questi dispositivi possano rappresentare un valido aiuto per chi vuole uscire dalla dipendenza ma non devono certo essere ritenuti né una panacea per tutti né un passatempo, ma uno strumento che può essere utile nel processo di disassuefazione dal fumo perché agisce essenzialmente sulla gestualità, che è uno degli elementi principali della dipendenza psicologica dal fumo. Uno strumento che si deve comunque inserire in un percorso di disassuefazione che coinvolge prima di tutto il paziente con la sua volontà e poi un medico specialista che lo supporti.
Attualmente sono ancora pochi gli studi che misurano l’efficacia delle sigarette elettroniche nella disassuefazione dal fumo e sono proprio gli esiti di una nuova ricerca scientifica che tenta di fare luce sul tema al centro dell’incontro milanese Gli italiani che hanno scelto il fumo elettronico sono circa 1,5 milioni e danno volume ad un fatturato di circa 350milioni di euro, su cui è stata introdotta un’imposta sul consumo pari al 58,5 per cento del prezzo di vendita della sigaretta elettronica, comprese le parti di ricambio e liquidi.
Poi la medesima famosissima testata giornalistica, riscrive l'articolo cambiandolo un po'...
Anche in questo caso... l'autore è sconosciuto.
«Sigarette elettroniche: per Veronesi assolutamente innocui. Ma anche inutili. Secondo il noto oncologo la sigaretta elettronica non farebbe male alla salute: ma non sarebbe comunque il miglior metodo per smettere di fumare».
04 novembre 2013 - 20:16
Umberto Veronesi va all’attacco della sigaretta elettronica, affermando che il dispositivo senza nicotina non crea danni per il semplice fatto che non contiene tabacco e non c’è combustione di carta e tabacco, ma non è realmente efficace per smettere di fumare. Proprio il contenuto della e-cig, infatti, è l’altro punto cruciale della questione: da tempo gli esperti sottolineano l’importanza di sapere con esattezza, per poter valutare le conseguenze sulla salute, cosa contengono i vari prodotti e, soprattutto, di fare una netta distinzione tra quelli che contengono tabacco e quelli invece senza. Secondo Veronesi, questi dispositivi possano rappresentare un valido aiuto per chi vuole uscire dalla dipendenza ma non devono certo essere ritenuti né una panacea per tutti né un passatempo, ma uno strumento che può essere utile nel processo di disassuefazione dal fumo perché agisce essenzialmente sulla gestualità, che è uno degli elementi principali della dipendenza psicologica dal fumo. Uno strumento che si deve comunque inserire in un percorso di disassuefazione che coinvolge prima di tutto il paziente con la sua volontà e poi un medico specialista che lo supporti.
Attualmente sono ancora pochi gli studi che misurano l’efficacia delle sigarette elettroniche nella disassuefazione dal fumo e sono proprio gli esiti di una nuova ricerca scientifica che tenta di fare luce sul tema al centro dell’incontro milanese Gli italiani che hanno scelto il fumo elettronico sono circa 1,5 milioni e danno volume ad un fatturato di circa 350milioni di euro, su cui è stata introdotta un’imposta sul consumo pari al 58,5 per cento del prezzo di vendita della sigaretta elettronica, comprese le parti di ricambio e liquidi. Per il resto vale il vecchio detto: la migliore sigaretta è quella che non si fuma.
Mah... chi può saperlo? Magari entro sera ci sarà il terzo articolo.
Direi che c'è poco da mettere in dubbio il significato dell'affermazione. Se però tra i lettori, c'è qualche San Tommaso... li invito ad ascoltare l'opinione dell'illustre Veronesi... direttamente dalle sue parole:
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Durante la giornata leggo però il titolo di un articolo comparso su una autorevolissima testata giornalistica: Il "Centro Meteo Italiano". :shock:
L'autore dell'articolo (che non si firma, n.d.r.) si è prodigato in una curiosa interpretazione delle parole di Veronesi... a partire dal titolo. A voi il giudizio...
«E-cig: per Veronesi innocua ma inutile. La sigaretta elettronica non farebbe male alla salute: ma non sarebbe il miglior metodo per smettere di fumare»
04 novembre 2013 - 17:43
Umberto Veronesi all’attacco della sigaretta elettronica, afferma che il dispositivo senza nicotina non crea danni per il semplice fatto che non contiene tabacco e non c’è combustione di carta e tabacco, ma non sono realmente utili per smettere di fumare. Proprio il contenuto della e-cig, infatti, è l’altro punto cruciale della questione: da tempo gli esperti sottolineano l’importanza di sapere con esattezza, per poter valutare le conseguenze sulla salute, cosa contengono i vari prodotti e, soprattutto, di fare una netta distinzione tra quelli che contengono tabacco e quelli invece senza. Secondo Veronesi, questi dispositivi possano rappresentare un valido aiuto per chi vuole uscire dalla dipendenza ma non devono certo essere ritenuti né una panacea per tutti né un passatempo, ma uno strumento che può essere utile nel processo di disassuefazione dal fumo perché agisce essenzialmente sulla gestualità, che è uno degli elementi principali della dipendenza psicologica dal fumo. Uno strumento che si deve comunque inserire in un percorso di disassuefazione che coinvolge prima di tutto il paziente con la sua volontà e poi un medico specialista che lo supporti.
Attualmente sono ancora pochi gli studi che misurano l’efficacia delle sigarette elettroniche nella disassuefazione dal fumo e sono proprio gli esiti di una nuova ricerca scientifica che tenta di fare luce sul tema al centro dell’incontro milanese Gli italiani che hanno scelto il fumo elettronico sono circa 1,5 milioni e danno volume ad un fatturato di circa 350milioni di euro, su cui è stata introdotta un’imposta sul consumo pari al 58,5 per cento del prezzo di vendita della sigaretta elettronica, comprese le parti di ricambio e liquidi.
Poi la medesima famosissima testata giornalistica, riscrive l'articolo cambiandolo un po'...
Anche in questo caso... l'autore è sconosciuto.
«Sigarette elettroniche: per Veronesi assolutamente innocui. Ma anche inutili. Secondo il noto oncologo la sigaretta elettronica non farebbe male alla salute: ma non sarebbe comunque il miglior metodo per smettere di fumare».
04 novembre 2013 - 20:16
Umberto Veronesi va all’attacco della sigaretta elettronica, affermando che il dispositivo senza nicotina non crea danni per il semplice fatto che non contiene tabacco e non c’è combustione di carta e tabacco, ma non è realmente efficace per smettere di fumare. Proprio il contenuto della e-cig, infatti, è l’altro punto cruciale della questione: da tempo gli esperti sottolineano l’importanza di sapere con esattezza, per poter valutare le conseguenze sulla salute, cosa contengono i vari prodotti e, soprattutto, di fare una netta distinzione tra quelli che contengono tabacco e quelli invece senza. Secondo Veronesi, questi dispositivi possano rappresentare un valido aiuto per chi vuole uscire dalla dipendenza ma non devono certo essere ritenuti né una panacea per tutti né un passatempo, ma uno strumento che può essere utile nel processo di disassuefazione dal fumo perché agisce essenzialmente sulla gestualità, che è uno degli elementi principali della dipendenza psicologica dal fumo. Uno strumento che si deve comunque inserire in un percorso di disassuefazione che coinvolge prima di tutto il paziente con la sua volontà e poi un medico specialista che lo supporti.
Attualmente sono ancora pochi gli studi che misurano l’efficacia delle sigarette elettroniche nella disassuefazione dal fumo e sono proprio gli esiti di una nuova ricerca scientifica che tenta di fare luce sul tema al centro dell’incontro milanese Gli italiani che hanno scelto il fumo elettronico sono circa 1,5 milioni e danno volume ad un fatturato di circa 350milioni di euro, su cui è stata introdotta un’imposta sul consumo pari al 58,5 per cento del prezzo di vendita della sigaretta elettronica, comprese le parti di ricambio e liquidi. Per il resto vale il vecchio detto: la migliore sigaretta è quella che non si fuma.
Mah... chi può saperlo? Magari entro sera ci sarà il terzo articolo.