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Interessante disamina del modd, famoso per le sue coil ,riguardo ai fili da noi utilizzati
Copio/incollo
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SUBJ: tossicità dei resistori, rischio correlato e strategie per eliminare il rischio
buongiorno a tutti, sono stato taggato ormai in diverse occasioni su post riguardanti la SANA preoccupazione in merito ai metalli presenti nelle leghe resistive, la tossicità relativa e il rischio legato alla pratica del dryburn.
ho pensato a lungo se rispondere a riguardo, ma lo scrupolo del mio conflitto di interessi a riguardo mi ha frenato.
Il secondo motivo, è legato alla complessità e lunghezza della risposta che ne deriva, e dell'argomento che non può certo essere esaurito in quattro righe o un esperimento improvvisato.
Oggi quindi ne parlerò non come ‘Breakill’ ma come Isaac Grillo, Dottore in scienze ambientali e tecnico chimico agro-alimentare.
il Fulcro dei miei studi è sempre stato lo studio dei fattori di rischio per la salute, umana e ambientale, siano essi chimici, fisici o biologici.
Gli strumenti messi a mia disposizione per analizzare un FATTORE DI RISCHIO come quello di cui sopra non si riducono alla semplice chimica analitica, ma richiedono una conoscenza della chimica-fisica (ovvero chimica termodinamica) di ciò che avviene nelle leghe, ma sopratutto richiede la capacità di VALUTARE SCIENTIFICAMENTE L’ENTITA’ DI UN DETERMINATO RISCHIO
NB: i termini “pericolo” “”rischio” e “danno” non verranno usati a caso, ma secondo lo specifico significato della letteratura scientifica
(UNI EN ISO 12100-1; art. 2, lettera s, D.Lgs. 81/08)
RISCHIO= probabilità che avvenga un pericolo x danno derivante da esso
già da questa definizione si intuisce che il fattore di rischio più elevato, è legato alla provenienza del filo di origine, la cui probabilità che provenga da produzioni non deputate all’utilizzo come resistori per sigaretta elettronica è estremamente elevata
qual’è invece la probabilità che il riscaldamento del filo costituisca un pericolo?
analizziamo per semplicità le tre leghe più note, trascurando NI200 e Ti per la già nota pericolosità
KA1 lega di Ferro Cromo ed Alluminio, dalla elevata resistività specifica e stabilità alle alte temperature (punto di fusione 1400 °C)
la sua tossicità è legata prevalentemente alla presenza di alluminio, ma è perlopiù legata ai processi di produzione piuttosto che non all’impiego come resistore. ha una durezza superiore alle sue alternative SS e NiCr , che lo rendono più fragile e suscettibile a degradazione.
la caratteristica colorazione rossastra che deriva dalla (purtroppo) alta reattività con l’ossigeno della lega, è legata all’ossidazione ed idratazione del ferro presente allo stato di ossidazione Fe(3) formando letteralmente ruggine (fe2o3)
tuttavia, la tossicità legata a questo ione, è pressoché nulla (vale anche per la famosa acqua rossa del lavandino che si forma nelle tubazioni rimaste ferme a lungo, nel caso aveste dubbi)
per cui il valore del rischio è estremamente basso, perché anche se la probabilità che si formi ossido ferrico (III) è elevata, il danno derivante è pressoché nullo.
tuttavia la sua scarsa stabilità fisica lo rende poco adeguato alla produzione di una coil complessa, che durerebbe molto meno rispetto alle altre leghe
SS 316L
una lega contenente carbonio, ma più importante il Cromo, che funge da agente passivante, formando uno strato esterno protettivo e che rende la lega estremamente resistente alla corrosione.
Anche l’acciaio ha una temperatura di fusione elevata, intorno ai 1400°C
tuttavia, la lega tra i 600 e gli 800° si trasforma da austenica a ferritica (ASTM A-967 - Standard specification for chemical passivation treatments of stainless steel parts) Il suo decadimento è più rapido e permanente per gli acciai 304 rispetto ai 316, ed è comunque legato ad esposizione a tale temperatura per circa un ora!!!
è in assoluto il materiale più stabile e meno reattivo SE NON SOTTOPOSTO A VARIAZIONI DRASTICHE DI TEMPERATURA
il fattore di rischio principale infatti non è legato alle sue proprietà chimiche, bensì alle sue proprietà fisiche che rappresentano contemporaneamente un pregio ed un difetto nell’impiego come resistore:
l’acciaio ha il coefficiente di dilatazione termica più elevato tra i tre esposti, questo lo rende estremamente fragile una volta riscaldato oltre i 400°C e l'integrità strutturale del filo viene meno, il rischio, per quanto basso, è legato al microparticolato formatosi a causa del continuo dilatarsi e restringersi del filo (con un microscopio è possibile analizzare personalmente tale processo).
(questo il motivo per cui viene impiegato per le padelle, e no per le resistenze dei forni NDR)
l’utilizzo come coil diventa eccellente e impareggiabile in totale assenza di preriscaldamento e dryburn, mentre estremamente DELICATO se utilizzato come coil complessa.
Nichrothal 80 o NICHEL CROMO
la sua caratteristica principale è la estrema stabilità alle alte temperature ed alla corrosione, la stabilità rimane costante fino al punto di fusione di 1400°C.
il basso coefficiente di dilatazione (motivo per cui non varia resistività con la T, come invece l’acciaio), ne conserva l’integrità strutturale anche dopo notevoli variazioni di T.
il riscaldamento iniziale (preattivazione) dato al resistore diventa fondamentale in quanto ricopre lo strato esterno della coil di monossido di cromo (CrO), termodinamicamente stabile, molto poco reattivo con l’ossigeno, e protegge il resistore dalla degradazione.
la sua tossicità, a dispetto del nome che richiama due metalli pesanti, è talmente bassa da essere stato utilizzato in passato anche per protesi dentarie, e tuttora come elemento riscaldante in forni alimentari e a microonde.
il fattore di rischio residuo è legato alla presenza di HOTSPOT, punti caldi dove si raggiunge la temperatura critica, e che se ignorati e svapati liberamente possono raggiungere la T critica di fusione della lega, per raggiungere l’emissione di ioni Cr-2 e Ni+2 tuttavia si dovrebbe raggiungere la temperatura di ebollizione che è di 2913°C!!!!!
(le condizioni normali di vaporizzazione raggiungono raramente i 300°C NDR)
inoltre si ricorda che lo stato di ossidazione che rende il cromo bioccumulabile e biotossico è il cosiddetto esavalente, ovvero nello stato di ossidazione Cr+6
il nichel, se a livello alimentare e per contatto rappresenta un fattore di rischio non indifferente, sopratutto in osggetti ipersensibili, è tossico per inalazione nelle sue forme legate
solfuro di Nichel e
nichel tetracarbonile.
in mancanza di disponibilità di ioni S-2 e (co)-2 (monossido di carbonio), come avviene nei vaporizzatori questi composti non si formano
diverso è ciò che avviene in una fonderia dove si forma appunto monossido di carbonio, e quindi tetracarbonile di Nichel o nei motori delle auto, dove possono essere presenti impurità di zolfo dovuti a carburanti poco raffinati.
il fattore di rischio quindi è legato totalmente alla purezza del materiale, e all'assenza di impurità che possono portare alla formazione dei composti di cui sopra.
Analizzare il rischio derivante dal dryburn richiede altrettante righe, ancora più complicate, ma se avete piacere, sarò felice di approfondire la ricerca a riguardo ed analizzare altrettanto approfonditamente la questione
Copio/incollo
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SUBJ: tossicità dei resistori, rischio correlato e strategie per eliminare il rischio
buongiorno a tutti, sono stato taggato ormai in diverse occasioni su post riguardanti la SANA preoccupazione in merito ai metalli presenti nelle leghe resistive, la tossicità relativa e il rischio legato alla pratica del dryburn.
ho pensato a lungo se rispondere a riguardo, ma lo scrupolo del mio conflitto di interessi a riguardo mi ha frenato.
Il secondo motivo, è legato alla complessità e lunghezza della risposta che ne deriva, e dell'argomento che non può certo essere esaurito in quattro righe o un esperimento improvvisato.
Oggi quindi ne parlerò non come ‘Breakill’ ma come Isaac Grillo, Dottore in scienze ambientali e tecnico chimico agro-alimentare.
il Fulcro dei miei studi è sempre stato lo studio dei fattori di rischio per la salute, umana e ambientale, siano essi chimici, fisici o biologici.
Gli strumenti messi a mia disposizione per analizzare un FATTORE DI RISCHIO come quello di cui sopra non si riducono alla semplice chimica analitica, ma richiedono una conoscenza della chimica-fisica (ovvero chimica termodinamica) di ciò che avviene nelle leghe, ma sopratutto richiede la capacità di VALUTARE SCIENTIFICAMENTE L’ENTITA’ DI UN DETERMINATO RISCHIO
NB: i termini “pericolo” “”rischio” e “danno” non verranno usati a caso, ma secondo lo specifico significato della letteratura scientifica
(UNI EN ISO 12100-1; art. 2, lettera s, D.Lgs. 81/08)
RISCHIO= probabilità che avvenga un pericolo x danno derivante da esso
già da questa definizione si intuisce che il fattore di rischio più elevato, è legato alla provenienza del filo di origine, la cui probabilità che provenga da produzioni non deputate all’utilizzo come resistori per sigaretta elettronica è estremamente elevata
qual’è invece la probabilità che il riscaldamento del filo costituisca un pericolo?
analizziamo per semplicità le tre leghe più note, trascurando NI200 e Ti per la già nota pericolosità
KA1 lega di Ferro Cromo ed Alluminio, dalla elevata resistività specifica e stabilità alle alte temperature (punto di fusione 1400 °C)
la sua tossicità è legata prevalentemente alla presenza di alluminio, ma è perlopiù legata ai processi di produzione piuttosto che non all’impiego come resistore. ha una durezza superiore alle sue alternative SS e NiCr , che lo rendono più fragile e suscettibile a degradazione.
la caratteristica colorazione rossastra che deriva dalla (purtroppo) alta reattività con l’ossigeno della lega, è legata all’ossidazione ed idratazione del ferro presente allo stato di ossidazione Fe(3) formando letteralmente ruggine (fe2o3)
tuttavia, la tossicità legata a questo ione, è pressoché nulla (vale anche per la famosa acqua rossa del lavandino che si forma nelle tubazioni rimaste ferme a lungo, nel caso aveste dubbi)
per cui il valore del rischio è estremamente basso, perché anche se la probabilità che si formi ossido ferrico (III) è elevata, il danno derivante è pressoché nullo.
tuttavia la sua scarsa stabilità fisica lo rende poco adeguato alla produzione di una coil complessa, che durerebbe molto meno rispetto alle altre leghe
SS 316L
una lega contenente carbonio, ma più importante il Cromo, che funge da agente passivante, formando uno strato esterno protettivo e che rende la lega estremamente resistente alla corrosione.
Anche l’acciaio ha una temperatura di fusione elevata, intorno ai 1400°C
tuttavia, la lega tra i 600 e gli 800° si trasforma da austenica a ferritica (ASTM A-967 - Standard specification for chemical passivation treatments of stainless steel parts) Il suo decadimento è più rapido e permanente per gli acciai 304 rispetto ai 316, ed è comunque legato ad esposizione a tale temperatura per circa un ora!!!
è in assoluto il materiale più stabile e meno reattivo SE NON SOTTOPOSTO A VARIAZIONI DRASTICHE DI TEMPERATURA
il fattore di rischio principale infatti non è legato alle sue proprietà chimiche, bensì alle sue proprietà fisiche che rappresentano contemporaneamente un pregio ed un difetto nell’impiego come resistore:
l’acciaio ha il coefficiente di dilatazione termica più elevato tra i tre esposti, questo lo rende estremamente fragile una volta riscaldato oltre i 400°C e l'integrità strutturale del filo viene meno, il rischio, per quanto basso, è legato al microparticolato formatosi a causa del continuo dilatarsi e restringersi del filo (con un microscopio è possibile analizzare personalmente tale processo).
(questo il motivo per cui viene impiegato per le padelle, e no per le resistenze dei forni NDR)
l’utilizzo come coil diventa eccellente e impareggiabile in totale assenza di preriscaldamento e dryburn, mentre estremamente DELICATO se utilizzato come coil complessa.
Nichrothal 80 o NICHEL CROMO
la sua caratteristica principale è la estrema stabilità alle alte temperature ed alla corrosione, la stabilità rimane costante fino al punto di fusione di 1400°C.
il basso coefficiente di dilatazione (motivo per cui non varia resistività con la T, come invece l’acciaio), ne conserva l’integrità strutturale anche dopo notevoli variazioni di T.
il riscaldamento iniziale (preattivazione) dato al resistore diventa fondamentale in quanto ricopre lo strato esterno della coil di monossido di cromo (CrO), termodinamicamente stabile, molto poco reattivo con l’ossigeno, e protegge il resistore dalla degradazione.
la sua tossicità, a dispetto del nome che richiama due metalli pesanti, è talmente bassa da essere stato utilizzato in passato anche per protesi dentarie, e tuttora come elemento riscaldante in forni alimentari e a microonde.
il fattore di rischio residuo è legato alla presenza di HOTSPOT, punti caldi dove si raggiunge la temperatura critica, e che se ignorati e svapati liberamente possono raggiungere la T critica di fusione della lega, per raggiungere l’emissione di ioni Cr-2 e Ni+2 tuttavia si dovrebbe raggiungere la temperatura di ebollizione che è di 2913°C!!!!!
(le condizioni normali di vaporizzazione raggiungono raramente i 300°C NDR)
inoltre si ricorda che lo stato di ossidazione che rende il cromo bioccumulabile e biotossico è il cosiddetto esavalente, ovvero nello stato di ossidazione Cr+6
il nichel, se a livello alimentare e per contatto rappresenta un fattore di rischio non indifferente, sopratutto in osggetti ipersensibili, è tossico per inalazione nelle sue forme legate
solfuro di Nichel e
nichel tetracarbonile.
in mancanza di disponibilità di ioni S-2 e (co)-2 (monossido di carbonio), come avviene nei vaporizzatori questi composti non si formano
diverso è ciò che avviene in una fonderia dove si forma appunto monossido di carbonio, e quindi tetracarbonile di Nichel o nei motori delle auto, dove possono essere presenti impurità di zolfo dovuti a carburanti poco raffinati.
il fattore di rischio quindi è legato totalmente alla purezza del materiale, e all'assenza di impurità che possono portare alla formazione dei composti di cui sopra.
Analizzare il rischio derivante dal dryburn richiede altrettante righe, ancora più complicate, ma se avete piacere, sarò felice di approfondire la ricerca a riguardo ed analizzare altrettanto approfonditamente la questione