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La maggior parte degli utenti di questo forum, così come la maggior parte dei vapers con cui vengo a contatto nella vita reale, ma anche i non vapers che disquisiscono sulla pratica del vaping, ritengono che la principale causa di danno della sigaretta elettronica sia dovuta alla nicotina contenuta nei liquidi. Tale opinione affonda le sue radici nel passato quando era convinzione, tanto comune quanto falsa, che i danni provocati dal tabacco fossero dovuti alla nicotina, mentre oggi sappiamo che i danni maggiori sono provocati dai prodotti della combustione.
Ciò non significa che la nicotina non sia dannosa, ma semplicemente che non è il mostro a cui imputare tutti i mali. Si dice che la nicotina sia un veleno perché in dosi sufficienti può portare anche alla morte. Vero, ma moltissime sostanze, anche fortemente benefiche in piccole quantità, quando assunte in quantità elevate sono tossiche, penso ad esempio alla caffeina ed alla teina.
I luminari della dietologia consigliano di mangiare molte verdure e sicuramente annoverano pomodori e peperoni tra gli ortaggi benefici da consumare in quantità pur sapendo che sono gli alimenti più ricchi di nicotina. Non solo, ricerche recenti individuano proprio nella nicotina di questi ortaggi l'effetto protettivo nei confronti del Parkinson.
Ciò per dire che anche la nicotina in dosi minime è salutare ed è probabilmente un ottimo rimedio piuttosto che un veleno. Quali siano le quantità di soglia, sia quella inferiore benefica che quella superiore di tossicità è ancora argomento di discussione e le certezze sono poche.
Ora succede che molti vapers, tutti ex fumatori, convinti che la maggior responsabile di possibili danni da vaping sia la nicotina, adottano una strategia di riduzione più o meno graduale della nicotina e ciò, di per sé è altamente positivo, condivisibile ed auspicabile. Ma le cose sono un po' più complicate di quanto sembri.
Tipicamente, l'ex fumatore che comincia a svapare, lo fa svapando pochi millilitri di liquido ad alta concentrazione di nicotina. Ad esempio, io smisi le mie 30 sigarette al giorno grazie a 2/3 ml di liquido/die a 18 mg/ml di nicotina (2/3 ml@18) , corrispondenti ad una assunzione giornaliera di 36/54 mg di nicotina, diciamo 45 mg/die in media.
Poi dopo qualche tempo il vaper ex fumatore decide di diminuire la nicotina nel liquido e lo fa generalmente senza difficoltà, ma aumenta la quantità di liquido svapata. Esemplificando ancora il mio caso, in due anni sono passato dai 2/3 ml @18 a 10 millilitri a 3 mg/ml di nicotina. Sembrerebbe un risultato molto positivo anche se in realtà l'assunzione giornaliera di nicotina è passata da 45mg a 30mg, risultato positivo ma non eclatante.
E qui arriviamo al punto fondamentale di questo mio post, ovvero a questa posizione:
La diminuzione dell'assunzione di nicotina, anche se accompagnata dall'aumento della quantità di liquido svapato, è un successo in termine di riduzione di rischi per la salute.
Tutti d'accordo vero? Beh, io non lo sono, non ho questa certezza.
La posizione sarebbe verosimile solo se la nicotina fosse il maggior responsabile dei danni da vaping, cosa tutt'altro che dimostrata. Se invece la maggior causa dei danni fossero l'emissione di prodotti di decomposizione dei liquidi e delle wick o anche le impurità contenute nei liquidi, la posizione crollerebbe immediatamente e potremmo dire
Il danno è proporzionale alla quantità di liquido svapato oltre che, in misura minore, al contenuto di nicotina.
Non illudetevi che io conosca la posizione corretta. Non la conosco è mi sento di dire che ad oggi non la conoscono nemmeno gli scienziati che si occupano dell'argomento.
Certamente possiamo già fare molto per ridurre drasticamente i danni da liquido:
• evitando il surriscaldamento della wick e dei liquidi svapando attentamente con potenze adeguate al sistema in uso
• evitando l'eccessivo accumulo di "gunk" ovvero cambiando frequentemente la coil head o rigenerando frequentemente
• usando il TC correttamente regolato, con hardware affidabile e temperature sufficientemente basse
• usando solo basi di altissima qualità ed aromi privi di acetile , acetil-propionile ed acetoina.
• non usando mai basi full VG o comunque con netta prevalenza di VG, così da limitare l'eventuale produzione di acroleina
Seguendo tali regole sicuramente si riduce l'emissione di sostanze tossiche almeno di un ordine di grandezza (10 volte), come si evince dalla letteratura scientifica degli ultimi 5 anni. Sull'argomento in questo forum ci sono diversi post di approfondimento.
Ma non basta!
Non basta perché, indipendentemente dalle trasformazioni termochimiche indotte dal processo di vaporizzazione, gli stessi liquidi di base, PG e VG, potrebbero essere dannosi.
Non mi riferisco tanto al PG (VG) in quanto sostanze chimiche, ma al fatto che il PG (VG) in commercio, quello di grado farmaceutico USP/EP, non è mai puro al 100%, ma contiene piccole quantità di sostanze estranee. Un PG USP/EP ad uso farmaceutico di altissima qualità può avere purezza del 99.8% il che significa che su 100ml ci sono al massimo 0.2 ml di impurità ovvero di sostanze estranee. Generalmente nei certificati del PG USP/EP di grado farmaceutico è anche specificato che non sono presenti (in quei 0.2 ml) né glicole mono-etilenico (MEG) né glicole di-etilenico (DEG), o perlomeno che eventuali traccie non sono rilevabili. Ciò non vale per i PG USP di grado alimentare per i quali è invece esplicitamente consentita MEG e DEG in quantità inferiori allo 0.2% (o 0.25% in altre direttive).
Per quel che ne so, DOW Chemicals e REPSOL producono PG USP/EP farmaceutico con purezza garantita superiore al 99.8% mentre Il PG USP/EP di provenienza cinese ha purezza del 99.5%. C'è anche da dire che la purezza tipica di un PG al 99.5% è mediamente superiore, diciamo del 99.8, e che il valore dichiarato 99.5 è solo il minimo garantito. Probabilmente un garantito al 99.8% ha purezze medie sensibilmente superiori.
E allora, quando non c'è MEG né DEG, cosa c'è nelle impurità? In un articolo recentissimo, dai contenuti peraltro discutibili, si sono rilevate quantità sensibili di ossido di propilene, sostanza da cui si parte per la produzione del PG nel processo più utilizzato. Probabilmente si tratta dell'ossido residuo di produzione che non ha reagito trasformandosi in glicole.
Orbene, l'ossido di propilene è un forte irritante, è cancerogeno ed anche mutageno e pertanto se i risultati delle analisi fossero confermate da ulteriori studi, bisognerà cominciare a pensare soluzioni alternative. Anche MEG e DEG sono tossici ma si spera che chi ci vende il PG sia onesto e ci dia solo il grado farmaceutico.
Non ne so nulla di chimica industriale (è uno dei tanti grandi buchi nelle mie conoscenze) ma ritengo sicuramente che sia possibile produrre PG con gradi di purezza superiore a quello farmaceutico e sarebbe auspicabile farlo (sempre che già non si faccia), anche se il prezzo dovesse raddoppiare.
Ma quello delle impurità nel PG ( ma vale anche per VG) è solo un problema funzionale ai miei dubbi sui danni da quantità di liquido indipendenti dalla quantità di nicotina.
Ciò non significa che la nicotina non sia dannosa, ma semplicemente che non è il mostro a cui imputare tutti i mali. Si dice che la nicotina sia un veleno perché in dosi sufficienti può portare anche alla morte. Vero, ma moltissime sostanze, anche fortemente benefiche in piccole quantità, quando assunte in quantità elevate sono tossiche, penso ad esempio alla caffeina ed alla teina.
I luminari della dietologia consigliano di mangiare molte verdure e sicuramente annoverano pomodori e peperoni tra gli ortaggi benefici da consumare in quantità pur sapendo che sono gli alimenti più ricchi di nicotina. Non solo, ricerche recenti individuano proprio nella nicotina di questi ortaggi l'effetto protettivo nei confronti del Parkinson.
Ciò per dire che anche la nicotina in dosi minime è salutare ed è probabilmente un ottimo rimedio piuttosto che un veleno. Quali siano le quantità di soglia, sia quella inferiore benefica che quella superiore di tossicità è ancora argomento di discussione e le certezze sono poche.
Ora succede che molti vapers, tutti ex fumatori, convinti che la maggior responsabile di possibili danni da vaping sia la nicotina, adottano una strategia di riduzione più o meno graduale della nicotina e ciò, di per sé è altamente positivo, condivisibile ed auspicabile. Ma le cose sono un po' più complicate di quanto sembri.
Tipicamente, l'ex fumatore che comincia a svapare, lo fa svapando pochi millilitri di liquido ad alta concentrazione di nicotina. Ad esempio, io smisi le mie 30 sigarette al giorno grazie a 2/3 ml di liquido/die a 18 mg/ml di nicotina (2/3 ml@18) , corrispondenti ad una assunzione giornaliera di 36/54 mg di nicotina, diciamo 45 mg/die in media.
Poi dopo qualche tempo il vaper ex fumatore decide di diminuire la nicotina nel liquido e lo fa generalmente senza difficoltà, ma aumenta la quantità di liquido svapata. Esemplificando ancora il mio caso, in due anni sono passato dai 2/3 ml @18 a 10 millilitri a 3 mg/ml di nicotina. Sembrerebbe un risultato molto positivo anche se in realtà l'assunzione giornaliera di nicotina è passata da 45mg a 30mg, risultato positivo ma non eclatante.
E qui arriviamo al punto fondamentale di questo mio post, ovvero a questa posizione:
La diminuzione dell'assunzione di nicotina, anche se accompagnata dall'aumento della quantità di liquido svapato, è un successo in termine di riduzione di rischi per la salute.
Tutti d'accordo vero? Beh, io non lo sono, non ho questa certezza.
La posizione sarebbe verosimile solo se la nicotina fosse il maggior responsabile dei danni da vaping, cosa tutt'altro che dimostrata. Se invece la maggior causa dei danni fossero l'emissione di prodotti di decomposizione dei liquidi e delle wick o anche le impurità contenute nei liquidi, la posizione crollerebbe immediatamente e potremmo dire
Il danno è proporzionale alla quantità di liquido svapato oltre che, in misura minore, al contenuto di nicotina.
Non illudetevi che io conosca la posizione corretta. Non la conosco è mi sento di dire che ad oggi non la conoscono nemmeno gli scienziati che si occupano dell'argomento.
Certamente possiamo già fare molto per ridurre drasticamente i danni da liquido:
• evitando il surriscaldamento della wick e dei liquidi svapando attentamente con potenze adeguate al sistema in uso
• evitando l'eccessivo accumulo di "gunk" ovvero cambiando frequentemente la coil head o rigenerando frequentemente
• usando il TC correttamente regolato, con hardware affidabile e temperature sufficientemente basse
• usando solo basi di altissima qualità ed aromi privi di acetile , acetil-propionile ed acetoina.
• non usando mai basi full VG o comunque con netta prevalenza di VG, così da limitare l'eventuale produzione di acroleina
Seguendo tali regole sicuramente si riduce l'emissione di sostanze tossiche almeno di un ordine di grandezza (10 volte), come si evince dalla letteratura scientifica degli ultimi 5 anni. Sull'argomento in questo forum ci sono diversi post di approfondimento.
Ma non basta!
Non basta perché, indipendentemente dalle trasformazioni termochimiche indotte dal processo di vaporizzazione, gli stessi liquidi di base, PG e VG, potrebbero essere dannosi.
Non mi riferisco tanto al PG (VG) in quanto sostanze chimiche, ma al fatto che il PG (VG) in commercio, quello di grado farmaceutico USP/EP, non è mai puro al 100%, ma contiene piccole quantità di sostanze estranee. Un PG USP/EP ad uso farmaceutico di altissima qualità può avere purezza del 99.8% il che significa che su 100ml ci sono al massimo 0.2 ml di impurità ovvero di sostanze estranee. Generalmente nei certificati del PG USP/EP di grado farmaceutico è anche specificato che non sono presenti (in quei 0.2 ml) né glicole mono-etilenico (MEG) né glicole di-etilenico (DEG), o perlomeno che eventuali traccie non sono rilevabili. Ciò non vale per i PG USP di grado alimentare per i quali è invece esplicitamente consentita MEG e DEG in quantità inferiori allo 0.2% (o 0.25% in altre direttive).
Per quel che ne so, DOW Chemicals e REPSOL producono PG USP/EP farmaceutico con purezza garantita superiore al 99.8% mentre Il PG USP/EP di provenienza cinese ha purezza del 99.5%. C'è anche da dire che la purezza tipica di un PG al 99.5% è mediamente superiore, diciamo del 99.8, e che il valore dichiarato 99.5 è solo il minimo garantito. Probabilmente un garantito al 99.8% ha purezze medie sensibilmente superiori.
E allora, quando non c'è MEG né DEG, cosa c'è nelle impurità? In un articolo recentissimo, dai contenuti peraltro discutibili, si sono rilevate quantità sensibili di ossido di propilene, sostanza da cui si parte per la produzione del PG nel processo più utilizzato. Probabilmente si tratta dell'ossido residuo di produzione che non ha reagito trasformandosi in glicole.
Orbene, l'ossido di propilene è un forte irritante, è cancerogeno ed anche mutageno e pertanto se i risultati delle analisi fossero confermate da ulteriori studi, bisognerà cominciare a pensare soluzioni alternative. Anche MEG e DEG sono tossici ma si spera che chi ci vende il PG sia onesto e ci dia solo il grado farmaceutico.
Non ne so nulla di chimica industriale (è uno dei tanti grandi buchi nelle mie conoscenze) ma ritengo sicuramente che sia possibile produrre PG con gradi di purezza superiore a quello farmaceutico e sarebbe auspicabile farlo (sempre che già non si faccia), anche se il prezzo dovesse raddoppiare.
Ma quello delle impurità nel PG ( ma vale anche per VG) è solo un problema funzionale ai miei dubbi sui danni da quantità di liquido indipendenti dalla quantità di nicotina.
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