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IL VERDETTO


Una cosa è il fumo, un’altra è lo “svapo”: le sigarette elettroniche non sono dannose

redazione, 8 Luglio 2016 10:03

«Significativamente meno dannose del fumo». Dopo una lunga serie di studi il verdetto sulle sigarette elettroniche annunciato dalla Public Helath England, l’Agenzia di Sanità Pubblica inglese, si avvicina molto a una piena assoluzione. E anche se sono previste ulteriori indagini, per ora una cosa è certa: una cosa è il fumo, un’altra lo “svapo”. Il primo fa una serie di danni che il secondo non fa. Non solo, le sigarette elettroniche possono aiutare a smettere di fumare, anche se, dicono gli esperti inglesi, i percorsi proposti dai servizi sanitari specifici sono più efficaci. E dato che lo “svapo” non è un nemico da temere come il fumo delle sigarette vere e proprie, i consumatori di e-cigarettes meritano un trattamento diverso dagli altri.

Al momento di stabilire le regole nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro, quindi, «bisogna tenere conto delle evidenze e fare una netta distinzione tra svapo e fumo». La dichiarazione congiunta, firmata dalle più autorevoli società scientifiche del Regno Unito (Action on Smoking and Health (ASH), alla British Lung Foundation, al Cancer Research UK, a Public Health Action, al Royal College of Physicians e al Royal Society for Public Health UK) non può che aver fatto piacere ai manager della Fontem Ventures, azienda leader nel business del “vapore”, proprietaria del marchio “blu” di sigarette elettroniche.

«Questo parere conferma il crescente consenso sul fatto che lo svapo e l’utilizzo di sigarette elettroniche sono significativamente meno dannosi del fumo tradizionale e dovrebbero essere incoraggiati come alternativa al fumo - commenta l’azienda in una nota . Inoltre, Public Health England, ma non solo, ha sottolineato che lo svapo nei luoghi pubblici non ha alcun impatto significativo sulla qualità dell’aria, e questo conferma la lungimiranza della regolamentazione italiana dove, già dal 2014, è stato stabilito di lasciare autonomia nel permettere o meno ai vapers di utilizzare la sigaretta elettronica nella maggior parte degli spazi pubblici chiusi».


(Healthdesk.it)







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UK, svanito ogni dubbio sulla e-cig? Public Health England e le maggiori organizzazioni d’oltremanica unite



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IL VERDETTO: Una Cosa è Il Fumo, Un'altra è Lo "svapo". [SigarettaElettronicaForum.com]


Public Health England è tornata chiaramente a ribadire la propria
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, e questa volta lo ha fatto attraverso un documento congiunto e condiviso con le più autorevoli organizzazioni e istituzioni britanniche in tema di salute e lotta al fumo: Action on Smoking and Health, British Lung Foundation, Cancer Research UK, Public Health Action, Royal College of Physicians, Royal Society for Public Health UK e altre organizzazioni. La Gran Bretagna vuole dunque restare nel dibattito sulle sigarette elettroniche e lo sta facendo in maniera autorevole già da molti mesi.

L’impegno condiviso ufficializzato ieri e che si basa sul
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dello scorso anno di Public Health England, su un recente
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del Royal College of Physicians e sul
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del Consiglio Superiore della Sanità del Belgio secondo cui le sigarette elettroniche possono essere usate come strumento per smettere di fumare, è volto a fornire informazioni aggiornate e messaggi chiari al pubblico sulle nuove evidenze che man mano la ricerca scientifica sta portando da tutto il mondo sulle sigarette elettroniche e sugli impatti sulla salute pubblica. Public Health England che, ricordiamo, è l’Agenzia di Sanità Pubblica del Governo britannico ha riaffermato che “le sigarette elettroniche sono significativamente meno dannose del fumo” e che nel Regno Unito “più di 1,3 milioni di utilizzatori di sigarette elettroniche ha smesso completamente di fumare”.

Ed è giunto oggi il commento del
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, responsabile scientifico della Lega Italiana Antifumo – LIAF, impegnato a livello internazionale nel campo della ricerca applicata sulla sigaretta elettronica: “Nel Regno Unito si continua a registrare una continua e progressiva riduzione del numero di tabagisti a fronte di un corrispondente aumento del numero di vapagisti. Sulla scia di questo grande successo per la salute pubblica del paese del Brexit, torna a farsi sentire la più importante autorità governativa per la sanità anglosassone. Public Health England (PHE) ribadisce con forza la sua posizione sulla straordinaria opportunità che le sigarette elettroniche possono rappresentare per milioni di fumatori che si vogliono affrancare dal fumo di sigaretta una volta per tutte. Il vapore elettronico è 20-25 volte meno dannoso del fumo di tabacco, con un rischio residuo che è destinato a ridursi ulteriormente per via dell’innovazione tecnologica e dell’introduzione di specifici standard di qualità e sicurezza. L’autorità sanitaria inglese, inoltre – ha aggiunto il Professor Polosa – esorta a comunicare queste evidenze con chiarezza e senza indugi al fine di incoraggiare quanti più fumatori ad abbracciare il vapagismo quale porta di uscita dal tabagismo e pone l’accento sulla importanza di continuare un monitoraggio attento del numero di fumatori e svapatori e di delineare con metodologie scientificamente comprovate eventuali danni a organi e sistemi del corpo umano nel lungo termine”.

Nella stessa giornata di ieri, inoltre, Public Health England ha pubblicato un
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sullo svapo nei luoghi pubblici rivolto anche ai datori di lavoro e alle organizzazioni sottolineando che i dovrebbe essere lasciata autonomia nel fissare le proprie politiche che “dovrebbero tenere conto delle evidenze e fare una netta distinzione tra svapo e fumo”.

Public Health England continua affermando che “non ci sono attualmente prove del danno provocato dal vapore passivo della sigaretta elettronica e i rischi sono probabilmente molto bassi. Fino ad ora, inoltre, non ci sono state evidenze relativamente al fatto che le sigarette elettroniche avvicinino i giovani al fumo” e i datori di lavoro dovrebbero “supportare i fumatori a smettere di fumare e a non ricadere nel vizio”.
Su questo punto è intervenuta con una nota divulgata in vari paesi europei, l’azienda Fontem Ventures che in UK detiene una consistente quota di mercato nel settore ecig e che distribuisce in Italia il marchio blu: “Questo parere conferma il crescente consenso sul fatto che lo svapo e l’utilizzo di sigarette elettroniche sono significativamente meno dannosi del fumo tradizionale e dovrebbero essere incoraggiati come alternativa al fumo. Mentre le sigarette elettroniche non sono commercializzate come prodotti per la cessazione del fumo, un recente studio pubblicato sulla rivista
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ha dimostrato che lo svapo ha aiutato 6,1 milioni di persone in tutta l’Unione Europea a smettere di fumare
. Public Health England, ma non solo, ha sottolineato che lo svapo nei luoghi pubblici non ha alcun impatto significativo sulla qualità dell’aria, e questo conferma la lungimiranza della regolamentazione italiana dove, già dal 2013, è stato stabilito di lasciare autonomia nel permettere o meno ai vapers di utilizzare la sigaretta elettronica nella maggior parte degli spazi pubblici chiusi”.

(agivapenew)

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E per finire andiamo negli USA con Sigmagazine:

di Barbara Mennitti
L’utilizzo della sigaretta elettronica per smettere di fumare e ridurre i rischi legati al consumo del tabacco è diventata la regola culturale fra gli adulti. Invece di combatterla, dovremmo fare quello che la nostra controparte ha già fatto nel Regno Unito: sostenerla e trovare modi per renderla ancora migliore”. Lo scrive Edward Anselm, direttore sanitario di Health Republic Insurance of New Jersey ed esperto di lotta al tabagismo,
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del quale è senior fellow.



Nel documento Anselm rileva che negli Usa sono circa 24 milioni e mezzo gli adulti che utilizzano l’ecigarette. Un terzo di questi ha smesso completamente di fumare, mentre tre quinti continua a consumare anche sigarette tradizionali. Insomma, la sigaretta elettronica sembrerebbe uno strumento da cavalcare per la lotta al tabagismo, visto anche che ormai sta diventando opinione condivisa anche nella comunità scientifica globale che l’ecig fa almeno meno male del tabacco combusto.
Eppure non è così e Anselm sottolinea l’approccio differente delle autorità sanitarie britanniche e americane. Mentre le prime, dopo che Public Health England aveva dichiarato che il vaping è del 95% meno dannoso del fumo, raccomandano ai fumatori l’uso della sigaretta elettronica, in Usa si va invece nella direzione opposta. Infatti la Food and Drug Administration ha recentemente promulgato una regolamentazione che, imponendo pesanti costi all’industria del vaping, rischia di fatto di ucciderla.
Alla base di questo diverso comportamento ci sarebbero, secondo l’autore, profonde differenze culturali nell’approccio alla salute pubblica dei due Paesi. Mentre il Regno Unito ha sempre guardato con favore alle politiche di riduzione del danno nel campo delle dipendenze, gli Usa sono stati sempre più scettici in materia e le autorità tendono a non intraprendere alcuna azione finché non si dimostra che uno strumento è totalmente sicuro.
Eppure, conclude Anselm, i medici americani dichiarano che i loro pazienti fumatori chiedono insistentemente informazioni sulle sigarette elettroniche e un buon numero di dottori (fra uno e due terzi del totale) ne consiglia l’utilizzo. È per questo che l’autore si augura un cambiamento drastico nell’approccio alla sigaretta elettronica, che dovrebbe essere considerata un importante alleato contro il fumo e i suoi danni. Cambiamento che però, bisogna purtroppo constatare, ancora non si scorge all’orizzonte.
( Sigmagazine)
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Iv3shf
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