Cugiuz
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Dopo mesi di silenzio (scritto, non certo "letto"), mi è venuta voglia di "recensire" l'atom in oggetto (non mi sembra ci siano discussioni dedicate a riguardo), in quanto mi ha riacceso l'entusiasmo per un nuovo prodotto.
Si sa, la scimmia è sempre in agguato, ma la mia latita da un po: ho quindi pensato io ad alimentarla. Volevo un nuovo atomizzatore (non che ne abbia bisogno, ma si sa: noi vapers i bisogni inutili ce li creiamo da soli). Vedendo che l'atom era disponibile in uno dei miei negozi fisici preferiti e ad un prezzo mediamente inferiore a quelli online, mi lancio nell'acquisto.
Premetto che non posto foto (almeno per ora) semplicemente per pigrizia, ma vedrò di essere il più preciso possibile nelle descrizioni e il più oggettivo possibile nell'elenco dei pro e dei contro.
L'atom si presenta, insieme al suo sacchettino di spare parts, in uno spesso tubo di plexiglass, chiuso sulla sommità da un tappo di metallo e nella parte inferiore da una basetta alla quale è avvitato l'atom e che funge anche da stand/basetta di rigenerazione. Tutto molto minimal, ma comunque elegante. La prima bestemmia ci scappa per aprire suddetto packaging, in quanto gli o-ring del cap superiore e della basetta fanno una tenuta terrificante, quasi da sottovuoto.
La seconda bestemmia ci scappa nel tentativo di scomporre il tank nelle sue parti: anche qua gli o-ring hanno una tenuta quasi adesiva. Se non si ha pazienza abbastanza si rischia di fare subito qualche danno. Il consiglio è quello di svitare il top-cap/campana tenendo ferma la base e non il contrario.
L'atom (e passiamo agli aspetti positivi) è un 22 mm ed è composto da pochissimi pezzi: tre in tutto (quattro se si considera il tip). In realtà ce n'è uno in più (motivo per il quale nel pacchetto delle spare parts è presente uno strano attrezzo a forma di U), ma è irrilevante. I pezzi in questione sono: tank in policarbonato (senza alcuna filettatura, contenete anche i fori di regolazione dell'aria, ricavati nel serbatoio stesso), base e campana. Basta. Questo farà la gioia di chi, come me, smonta ogni parte per il lavaggio prima di ogni rigenerazione.
Il deck è piccolino, stile Gus, con due viti a croce molto ravvicinate tra loro (al momento ho fatto solo coil con diametro 2 mm proprio per questo motivo) e delle asoline per fermare il corone. L'aria arriva da sotto la coil, entrando dalle asole alla base del deck (che saranno parzializzate con le regolazioni del tank) e uscendo da due buchini (dal diametro di 0.8 credo) sotto la coil. La campana è molto piccola, così come anche il camino molto stretto. E' un mtl puro.
La parte del camino è un tutt'uno col top-cap e si inserisce nel tank a pressione, tenuto dall'o-ring. La stessa campana si aggrappa al deck, invece, tramite filettatura (l'unica presente).
La rigenerazione, nonostante gli spazi esigui (sono abituato alle praterie del Dvarw), è piuttosto semplice, anche se non lascia tanto spazio all'improvvisazione: già una coil da 2.5 la vedo un po' troppo grande per gli spazi tra le torrette e nella cmpana stessa. Fino ad ora ho rigenerato con Ni80, da 28 gauge, 7 spire su punta da 2. Nessuna difficoltà a sistemare la coil (che deve essere rialzata rispetto alle viti, altrimenti corre il rischio che tocchi le stesse), né tanto meno a sistemare il cotone nelle asole tramite cacciavite a punta piatta. Il liquido sale per capillarità attraverso i piccoli canali, quindi non è necessario posizionare il cotone dentro gli stessi canali. Nelle prove fin qui eseguite, nessun problema di alimentazione: mai sentito gorgogliare e mai andato in secca.
Il refill avviene alla vecchia maniera, ovvero dal basso, alla Dvarw, per intenderci. Nessun controllo del liquido.
Il tiro, come anticipato, è da mtl puro (anche se sono presenti asole molto ampie nella regolazione, ma a mio modo di vedere utilizzandole, si snatura un po' la vera funzione di quest'atom): se si utilizza il solo buchino da 0,8, il tiro è da bocca "a culo di gallina". Persino troppo per uno come me, che adora il tiro contrastato. Mi ricorda quello più stretto del Berserker. Con due buchini già meglio, con tre è praticamente perfetto per i miei gusti.
Dal punto di vista aromatico, beh, sono rimasto veramente colpito: fino ad ora l'ho utilizzato con un Virginia (parlando di tabacchi singoli) e con gli aromatizzati Azhad. Ottimo, veramente ottimo. Lo paragono al Kayfun Prime e, anzi, è ancora meglio. Con gli scuri non l'ho ancora testato. Il vapore è abbondante, non secchissimo, ma neanche umidissimo. Giusto, direi. E appagante. Alimenta alla grande e il tiro è di una fluidità e di una silenziosità impressionanti. Fino ad il tiro migliore, nel mio "parco macchine". Siamo a livello del Kayfun, anche se ogni tanto quest'ultimo mi gorgoglia. Questo, invece, mai avuto un cedimento.
Altra nota di merito: il driptip. E' diventato subito il mio preferito, insieme a quello del Dvarw.
Sintetizzando, ecco i pro e i contro.
Pro:
- qualità costruttiva buona
- presenza di pochissimi pezzi
- driptip fantastico
- resa aromatica ottima (per ora) con i chiari e gli aromatizzati
- alimentazione sempre costante: mai in secca e mai una perdita
- tiro incredibilmente silenzioso e lineare
Contro:
- o-ring che fanno una tenuta esagerata (dovuto anche al fatto che, probabilmente, non esistono filettature, se non quella della campana). All'inizio ho avuto serie difficoltà a smontarlo e a regolare l'aria, in quanto il serbatoio faceva persino fatica a ruotare. Anche al primo refill ho dovuto sudare sette camicie per estrarre il deck. Il consiglio è quello di lubrificare abbondantemente e sempre gli oring. Dopo averlo fatto non ho più avuto problemi.
- nome un po' imbarazzante da pronunciare nel negozio fisico, specialmente se la commessa è di sesso femminile.
Alla fine della fiera, anche se sono passate sole 24 ore dall'acquisto, posso dire con certezza che il Troya mv2 entra nella classifica insieme agli altri due atom dai quali difficilmente mi separo: Dvarw e By-ka v7.
Si sa, la scimmia è sempre in agguato, ma la mia latita da un po: ho quindi pensato io ad alimentarla. Volevo un nuovo atomizzatore (non che ne abbia bisogno, ma si sa: noi vapers i bisogni inutili ce li creiamo da soli). Vedendo che l'atom era disponibile in uno dei miei negozi fisici preferiti e ad un prezzo mediamente inferiore a quelli online, mi lancio nell'acquisto.
Premetto che non posto foto (almeno per ora) semplicemente per pigrizia, ma vedrò di essere il più preciso possibile nelle descrizioni e il più oggettivo possibile nell'elenco dei pro e dei contro.
L'atom si presenta, insieme al suo sacchettino di spare parts, in uno spesso tubo di plexiglass, chiuso sulla sommità da un tappo di metallo e nella parte inferiore da una basetta alla quale è avvitato l'atom e che funge anche da stand/basetta di rigenerazione. Tutto molto minimal, ma comunque elegante. La prima bestemmia ci scappa per aprire suddetto packaging, in quanto gli o-ring del cap superiore e della basetta fanno una tenuta terrificante, quasi da sottovuoto.
La seconda bestemmia ci scappa nel tentativo di scomporre il tank nelle sue parti: anche qua gli o-ring hanno una tenuta quasi adesiva. Se non si ha pazienza abbastanza si rischia di fare subito qualche danno. Il consiglio è quello di svitare il top-cap/campana tenendo ferma la base e non il contrario.
L'atom (e passiamo agli aspetti positivi) è un 22 mm ed è composto da pochissimi pezzi: tre in tutto (quattro se si considera il tip). In realtà ce n'è uno in più (motivo per il quale nel pacchetto delle spare parts è presente uno strano attrezzo a forma di U), ma è irrilevante. I pezzi in questione sono: tank in policarbonato (senza alcuna filettatura, contenete anche i fori di regolazione dell'aria, ricavati nel serbatoio stesso), base e campana. Basta. Questo farà la gioia di chi, come me, smonta ogni parte per il lavaggio prima di ogni rigenerazione.
Il deck è piccolino, stile Gus, con due viti a croce molto ravvicinate tra loro (al momento ho fatto solo coil con diametro 2 mm proprio per questo motivo) e delle asoline per fermare il corone. L'aria arriva da sotto la coil, entrando dalle asole alla base del deck (che saranno parzializzate con le regolazioni del tank) e uscendo da due buchini (dal diametro di 0.8 credo) sotto la coil. La campana è molto piccola, così come anche il camino molto stretto. E' un mtl puro.
La parte del camino è un tutt'uno col top-cap e si inserisce nel tank a pressione, tenuto dall'o-ring. La stessa campana si aggrappa al deck, invece, tramite filettatura (l'unica presente).
La rigenerazione, nonostante gli spazi esigui (sono abituato alle praterie del Dvarw), è piuttosto semplice, anche se non lascia tanto spazio all'improvvisazione: già una coil da 2.5 la vedo un po' troppo grande per gli spazi tra le torrette e nella cmpana stessa. Fino ad ora ho rigenerato con Ni80, da 28 gauge, 7 spire su punta da 2. Nessuna difficoltà a sistemare la coil (che deve essere rialzata rispetto alle viti, altrimenti corre il rischio che tocchi le stesse), né tanto meno a sistemare il cotone nelle asole tramite cacciavite a punta piatta. Il liquido sale per capillarità attraverso i piccoli canali, quindi non è necessario posizionare il cotone dentro gli stessi canali. Nelle prove fin qui eseguite, nessun problema di alimentazione: mai sentito gorgogliare e mai andato in secca.
Il refill avviene alla vecchia maniera, ovvero dal basso, alla Dvarw, per intenderci. Nessun controllo del liquido.
Il tiro, come anticipato, è da mtl puro (anche se sono presenti asole molto ampie nella regolazione, ma a mio modo di vedere utilizzandole, si snatura un po' la vera funzione di quest'atom): se si utilizza il solo buchino da 0,8, il tiro è da bocca "a culo di gallina". Persino troppo per uno come me, che adora il tiro contrastato. Mi ricorda quello più stretto del Berserker. Con due buchini già meglio, con tre è praticamente perfetto per i miei gusti.
Dal punto di vista aromatico, beh, sono rimasto veramente colpito: fino ad ora l'ho utilizzato con un Virginia (parlando di tabacchi singoli) e con gli aromatizzati Azhad. Ottimo, veramente ottimo. Lo paragono al Kayfun Prime e, anzi, è ancora meglio. Con gli scuri non l'ho ancora testato. Il vapore è abbondante, non secchissimo, ma neanche umidissimo. Giusto, direi. E appagante. Alimenta alla grande e il tiro è di una fluidità e di una silenziosità impressionanti. Fino ad il tiro migliore, nel mio "parco macchine". Siamo a livello del Kayfun, anche se ogni tanto quest'ultimo mi gorgoglia. Questo, invece, mai avuto un cedimento.
Altra nota di merito: il driptip. E' diventato subito il mio preferito, insieme a quello del Dvarw.
Sintetizzando, ecco i pro e i contro.
Pro:
- qualità costruttiva buona
- presenza di pochissimi pezzi
- driptip fantastico
- resa aromatica ottima (per ora) con i chiari e gli aromatizzati
- alimentazione sempre costante: mai in secca e mai una perdita
- tiro incredibilmente silenzioso e lineare
Contro:
- o-ring che fanno una tenuta esagerata (dovuto anche al fatto che, probabilmente, non esistono filettature, se non quella della campana). All'inizio ho avuto serie difficoltà a smontarlo e a regolare l'aria, in quanto il serbatoio faceva persino fatica a ruotare. Anche al primo refill ho dovuto sudare sette camicie per estrarre il deck. Il consiglio è quello di lubrificare abbondantemente e sempre gli oring. Dopo averlo fatto non ho più avuto problemi.
- nome un po' imbarazzante da pronunciare nel negozio fisico, specialmente se la commessa è di sesso femminile.
Alla fine della fiera, anche se sono passate sole 24 ore dall'acquisto, posso dire con certezza che il Troya mv2 entra nella classifica insieme agli altri due atom dai quali difficilmente mi separo: Dvarw e By-ka v7.