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iQOS e fumo, in Svizzera partono le verifiche
Le sigarette iQOS, con il loro sistema elettronico che “riscalda” il tabacco, presentano sul pacchetto avvertenze di salute “soft”. L’avviso “Il fumo uccide” non è visibile sui pacchetti, mentre queste indicano soltanto che “Questo prodotto del tabacco può nuocere alla tua salute e provoca dipendenza.” Il Vice chimico cantonale di Ginevra, Didier Ortelli non conosce il prodotto in questione, ma ritiene che questo avviso non sia conforme alle norme in vigore, affermando che potrebbe essere fatta presto una verifica da parte delle autorità sulla questione.
Ortelli ha ricordato che le norme in vigore prevedono che i produttori di tabacco debbano scrivere sul pacchetto “Il fumo uccide” o “Il fumo danneggia gravemente la salute e chi ti sta intorno”. Essi devono anche scegliere una avvertenza complementari, quale ad esempio: ” Il fumo provoca il cancro mortale ai polmoni”. Per il rappresentante dell’autorità svizzera, le iQOS rientrano all’interno del quadro normativo previsto per i prodotti da fumo: “Se il prodotto è destinato ad essere fumato, non c’è alcun dubbio che si tratti di un prodotto del tabacco e di conseguenza deve essere applicata la legge”. Philip Morris quindi potrebbe essere costretta a rivedere i suoi pacchetto.
Contatta dal sito 20min.ch, PMI ha affermato tramite il portavoce Julian Pidoux che le minisigarette usate con IQOS “non producono fumo, ma a vapore di tabacco“. Va ricordato che però in passato la stessa Philip Morris non ha smentito la fumabilità delle heatstick iQOS. PMI ha comunque ribadito la volontà di rispettare la legislazione sui prodotti del tabacco “che prevede avvertenze sanitarie diverse seconda della natura del prodotto, a seconda che sia fumato oppure no“.
Il sito 20min.ch riporta anche il commento di Stefan Bieri, Vice chimico cantonale di Vaud, che però preferisce non esporsi. “Il chimico cantonale non può pronunciarsi sul livello di nocività di questo tipo di prodotto“. Se un controllo a Ginevra o altrove dichiarasse l’etichetta quale non conforme alla legge, le autorità cantonali della sede del fabbricante [PMI ha sede a Losanna, Vaud, NdR], hanno l’obbligo di far rettificare la stessa, aggiunge Ortelli. Sarebbe quindi del Chimico di Vaud il compito di gestire questa incombenza.
La situazione in Italia
In Italia attualmente le iQOS sono inquadrate dal D.lgs. 504/1995 quali “Tabacchi da inalazione senza combustione”, con la possibilità di mettere sui pacchetti avvertenze non quelle per i prodotti da fumo, ma di quelli del tabacco. A ciò si aggiunge che sulle minisigarette Philip Morris – unico operatore ad avere tale prodotto sul mercato italiano – paga solo il 50% di accisa. Presto però la situazione potrebbe cambiare. Infatti i primi studi peer reviewed su iQOS mostrano emissioni identiche a quelle della combustione, e lo stesso Ministero dell’Economia, nel rispondere ad un’interrogazione dell’ex M5S Sebastiano Barbanti, ha affermato che compierà “gli opportuni approfondimenti che consentano di valutare, stante la complessità tecnica della materia e alla luce delle acquisizioni degli studi sopra riferite, l’appropriatezza del regime fiscale attualmente vigente per i prodotti in argomento“. Ciò anche vista la prossima entrata in vigore della Direttiva 2014/40, che istituisce i cosiddetti “prodotti di nuova generazione, il cui eventuale rischio ridotto dovrà però essere prima verificato dall’ISS sulla base di studi.
Fonte:
Commento: in Svizzera mica si fanno prendere per il cu... in giro
Le sigarette iQOS, con il loro sistema elettronico che “riscalda” il tabacco, presentano sul pacchetto avvertenze di salute “soft”. L’avviso “Il fumo uccide” non è visibile sui pacchetti, mentre queste indicano soltanto che “Questo prodotto del tabacco può nuocere alla tua salute e provoca dipendenza.” Il Vice chimico cantonale di Ginevra, Didier Ortelli non conosce il prodotto in questione, ma ritiene che questo avviso non sia conforme alle norme in vigore, affermando che potrebbe essere fatta presto una verifica da parte delle autorità sulla questione.
Ortelli ha ricordato che le norme in vigore prevedono che i produttori di tabacco debbano scrivere sul pacchetto “Il fumo uccide” o “Il fumo danneggia gravemente la salute e chi ti sta intorno”. Essi devono anche scegliere una avvertenza complementari, quale ad esempio: ” Il fumo provoca il cancro mortale ai polmoni”. Per il rappresentante dell’autorità svizzera, le iQOS rientrano all’interno del quadro normativo previsto per i prodotti da fumo: “Se il prodotto è destinato ad essere fumato, non c’è alcun dubbio che si tratti di un prodotto del tabacco e di conseguenza deve essere applicata la legge”. Philip Morris quindi potrebbe essere costretta a rivedere i suoi pacchetto.
Contatta dal sito 20min.ch, PMI ha affermato tramite il portavoce Julian Pidoux che le minisigarette usate con IQOS “non producono fumo, ma a vapore di tabacco“. Va ricordato che però in passato la stessa Philip Morris non ha smentito la fumabilità delle heatstick iQOS. PMI ha comunque ribadito la volontà di rispettare la legislazione sui prodotti del tabacco “che prevede avvertenze sanitarie diverse seconda della natura del prodotto, a seconda che sia fumato oppure no“.
Il sito 20min.ch riporta anche il commento di Stefan Bieri, Vice chimico cantonale di Vaud, che però preferisce non esporsi. “Il chimico cantonale non può pronunciarsi sul livello di nocività di questo tipo di prodotto“. Se un controllo a Ginevra o altrove dichiarasse l’etichetta quale non conforme alla legge, le autorità cantonali della sede del fabbricante [PMI ha sede a Losanna, Vaud, NdR], hanno l’obbligo di far rettificare la stessa, aggiunge Ortelli. Sarebbe quindi del Chimico di Vaud il compito di gestire questa incombenza.
La situazione in Italia
In Italia attualmente le iQOS sono inquadrate dal D.lgs. 504/1995 quali “Tabacchi da inalazione senza combustione”, con la possibilità di mettere sui pacchetti avvertenze non quelle per i prodotti da fumo, ma di quelli del tabacco. A ciò si aggiunge che sulle minisigarette Philip Morris – unico operatore ad avere tale prodotto sul mercato italiano – paga solo il 50% di accisa. Presto però la situazione potrebbe cambiare. Infatti i primi studi peer reviewed su iQOS mostrano emissioni identiche a quelle della combustione, e lo stesso Ministero dell’Economia, nel rispondere ad un’interrogazione dell’ex M5S Sebastiano Barbanti, ha affermato che compierà “gli opportuni approfondimenti che consentano di valutare, stante la complessità tecnica della materia e alla luce delle acquisizioni degli studi sopra riferite, l’appropriatezza del regime fiscale attualmente vigente per i prodotti in argomento“. Ciò anche vista la prossima entrata in vigore della Direttiva 2014/40, che istituisce i cosiddetti “prodotti di nuova generazione, il cui eventuale rischio ridotto dovrà però essere prima verificato dall’ISS sulla base di studi.
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