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La disinformazione è il problema numero uno!
Uno studio presentato da Grant O'Connell durante il GFN in corso a Varsavia dimostra che la maggioranza della popolazione ritiene che il vaping è altrettanto o più dannoso del fumo
La situazione peggiora se si prende in esame tutta la popolazione, inclusi i non fumatori. Nel 2013 era il 54 per cento a ritenere la sigaretta elettronica altrettanto o più dannosa di quella di tabacco e due anni dopo questa percentuale aveva raggiunto il 65 per cento. “È preoccupante – ha commentato O’Connell – che nonostante l’aumento delle prove scientifiche che dimostrano che il vaping è meno dannoso del fumo, i fumatori che possono trarre vantaggio dal passaggio all’elettronica non ricevono il giusto messaggio”.
È una conclusione confermata da dati di molte altre analisi e che, purtroppo, non si limita agli Stati Uniti. Anni di campagne denigratorie, studi approssimativi e titoli ad effetto hanno lasciato un retaggio di disinformazione sul tema che ormai è diventato una delle più urgenti questioni da affrontare. Perché in ballo c’è la salute di tanti fumatori.
Uno studio presentato da Grant O'Connell durante il GFN in corso a Varsavia dimostra che la maggioranza della popolazione ritiene che il vaping è altrettanto o più dannoso del fumo
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. Uno dei principali ostacoli alla diffusione della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno per i fumatori è la disinformazione. Uno studio presentato alla platea di Varsavia da Grant O’Connell di Fontem Ventures e basato sull’analisi dei dati del più recente Popular Assessment on Tobacco and Health Study (che esamina l’uso e gli effetti del tabacco sulla popolazione americana) dipinge un quadro preoccupante. La percentuale di fumatori adulti che considera il vaping dannoso quanto il fumo o addirittura di più, è passata dal 43 per cento del 2013 al 57 del 2015.La situazione peggiora se si prende in esame tutta la popolazione, inclusi i non fumatori. Nel 2013 era il 54 per cento a ritenere la sigaretta elettronica altrettanto o più dannosa di quella di tabacco e due anni dopo questa percentuale aveva raggiunto il 65 per cento. “È preoccupante – ha commentato O’Connell – che nonostante l’aumento delle prove scientifiche che dimostrano che il vaping è meno dannoso del fumo, i fumatori che possono trarre vantaggio dal passaggio all’elettronica non ricevono il giusto messaggio”.
È una conclusione confermata da dati di molte altre analisi e che, purtroppo, non si limita agli Stati Uniti. Anni di campagne denigratorie, studi approssimativi e titoli ad effetto hanno lasciato un retaggio di disinformazione sul tema che ormai è diventato una delle più urgenti questioni da affrontare. Perché in ballo c’è la salute di tanti fumatori.