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Devo confessare un piccolo vizio…
Ogni volta che entro in un negozio di e-cig, sia esso fisico o in rete, per prima cosa cerco i drip tip.
È stato così fin da quando ho comprato le prime Phantom molti anni fa e da allora l'atto di togliere il vecchio per provare il nuovo è quasi più entusiasmante dell’acquistare un PV completo o un liquido goloso.
Ma da sempre con un po’ di disappunto, li trovo nelle sezioni Accessori…assurdo.
Una cover per la box, uno sportellino alla moda, una wrap simpatica per la batteria, una custodia in silicone per il tubo, un nuovo astuccio per gli attrezzi da rigenerazione: questi sono accessori; il drip tip no, il drip tip è importantissimo, è il Terzo Elemento.
Qui nel forum ne abbiamo parlato spesso e sempre si è convenuto fosse necessario dedicare una maggiore attenzione alla sua scelta; siccome qualche giorno fa l’argomento è tornato alla ribalta, ho deciso di raccogliere qualche foto e buttare il sasso nello stagno: quella che segue non è una guida né un compendio ma un invito al confronto, perché sappiamo che nello svapo è il nostro gusto a fare la differenza e nessuno avrà mai le identiche sensazioni di un altro.
Cominciamo a dire che l’oggetto esiste da un bel po’ di tempo, esteticamente lo immaginiamo come quello che si innesta sulle sigarette per filtrare il fumo o quella parte terminale della pipa a contatto con le labbra; oppure lo vediamo – lungo o lunghissimo - in qualche film, tra le dita guantate di una signora elegante che lo imbratta di rossetto…
…insomma un oggetto che in Italia ha un nome preciso ma sfortunato sul quale sorvoliamo perché in alternativa potremo chiamarlo con il sinonimo inalatore, fermo restando che drip tip è più comodo e l’acronimo DT ancora meglio.
I primi drip tip erano simili a quelli odierni ma più somiglianti ai classici filtri; i materiali erano perlopiù plastici o metallici e di forme semplici.
Nella foto vediamo i più comuni ed economici, di plastica o alluminio con attacco CE.
Il drip tip CE si posizionava sugli atomizzatori senza particolari pressioni in quanto erano assenti le scanalature con gli o-ring che oggi ben conosciamo; agili sì.. ma la comodità si pagava con frequenti perdite di e-liquid o distacchi a tradimento.
Oltre al CE, comparivano i primi drip tip proprietari, compatibili esclusivamente con gli atomizzatori dei quali erano parte integrante in alcuni modelli.
Con l’avvento dell’attacco 510 (e poi dell’810), finalmente la produzione di inalatori si è standardizzata e abbiamo assistito a un grande proliferare di idee e proposte.
A cosa serve il drip tip? Ad aspirare il vapore e basta?
No, insieme all'atomizzatore il DT è l’elemento che influenza maggiormente il risultato finale, quello che speriamo di ottenere premendo il tasto fire della box o del tubo.
Mangiare con una forchetta di plastica usa&getta è uguale a mangiare con una di acciaio? E bere da un bicchiere di cristallo è uguale a bere da una ciotola di terracotta? Eh no…
La struttura del nostro apparato gustativo (labbra, lingua, papille, interno delle guance e palato) è estremamente complessa, basta una minima alterazione – un'afta, un dente che duole, un taglietto sulla lingua – e il malessere si trasmette a tutto il resto del corpo; allo stesso modo un sapore gradevole, unito alla percezione olfattiva, può richiamare alla nostra memoria ricordi di persone care e momenti felici della vita.
Quando aspiriamo il liquido appena evaporato dalla resistenza di un atomizzatore, chi se non il drip tip diventa ambasciatore della buona o della cattiva novella?
Ad esempio, chi ha provato un liquido alla menta con un drip tip di legno fessurizzato? A parte lo sgradevole contatto delle labbra con la superficie screpolata, le molecole di mentolo penetrano allegramente nelle fibre del legno impregnandolo e in seguito, pur cambiando liquido, le ritroveremo sempre lì.
E l'alluminio con il limone? Una combinazione più che discutibile…
Il silicone con i tabacchi? Come bere brandy dal tubo per innaffiare.
Insomma a ogni drip tip il suo liquido, esattamente come ad ogni categoria di liquidi è bene dedicare l’atomizzatore che renda al meglio, per conformazione e setup.
L'inalatore non deve interferire con gli aromi, semmai renderne più nette le sfumature, deve sublimarli veicolando le essenze più nobili come fa un buon profumo, che non deve coprire ma esaltare le caratteristiche naturali della pelle.
Dicevamo che i primi materiali impiegati erano plastica o metallo; oggi invece godiamo di una scelta enorme che spazia da quanto c’è di più sintetico al più naturale possibile.
L’acciaio è bellissimo, lucido, elegante, il suo brillare illumina qualunque atomizzatore; non trattiene odori e si pulisce bene, è simbolo di robustezza e inalterabilità.
Però è freddo. Però si scalda. E guai a prenderci un colpo sui denti
Buono con gli aromi secchi, quasi inerte con le note dolci, amplifica i balsamici e non si fa spaventare dalla frutta, che è sempre un po’ acida.
Attenzione negli acquisti, perché un prezzo troppo conveniente e la dicitura “color acciaio” o “colore SS” non sempre equivale a materiale acciaio: in realtà potrebbe rivelarsi tutt'altro metallo e assisteremmo all'inesorabile scolorimento/brunitura del drip tip in breve tempo.
Oppure potrebbe essere un acciaio di bassa lega, in luogo degli standard 304 o 316 o 316L.
L’alluminio è leggero, si presta a simpatiche colorazioni e - per quanto mi riguarda - i suoi pregi finiscono qui, trovo che rilasci un sentore metallico con qualunque aroma venga combinato.
Sconsigliabile a chi soffre di allergia al nickel (presente in lega): si risolverebbe con un cappuccio in silicone forato ma allora tanto vale cambiare drip tip.
Bronzo, ottone e rame, metalli gloriosi da curare con qualche strofinatina in più rispetto agli altri, per evitare la comparsa di ossidazioni non proprio piacevoli al palato e con qualche controindicazione per i suddetti problemi di intolleranza. Che fascino eh…
Come detto per l’acciaio, i metalli hanno un feeling piuttosto algido in partenza riscaldandosi velocemente nell'uso e - soprattutto nei DT corti su atomizzatori spinti da alti wattaggi - tendenti a scottare.
Invece il titanio ha tutti i pregi dell’acciaio, è un po’ meno leggero dell’alluminio ma resistente il doppio, è antibatterico per natura, quasi atermico e insapore, insomma ideale anche per i drip tip. Amato dai bravi modder, in commercio troviamo esemplari di grande bellezza.
La fibra di carbonio utilizzata per gli inalatori è da includere tra le materie plastiche, poiché viene intrecciata nei tipici pattern proprio come un tessuto e poi immersa in un bagno di resina; in modelli di pregevole fattura, invece si masterizza con metalli di vario tipo.
I drip tip in fibra di carbonio sono robusti, termicamente isolanti, con proprietà ignifughe e resistenza agli agenti chimici, per cui non assorbono/non rilasciano/ non alterano il sapore degli e-liquid.
Per la plastica il discorso sarebbe infinito come tutti i suoi nomi: non potendo dilungarci nell'elenco dei vari materiali polimerici, chi volesse approfondire troverà utile la seguente pagina di Wikipedia >
Materie plastiche - Wikipedia
I drip tip plastici sono realizzati principalmente in celluloide o delrin (POM) o metacrilato (PMMA) o policarbonato o silicone o teflon o ultem (PEI).
Quali sono i pregi delle plastiche? Si scaldano più lentamente dei metalli, si puliscono abbastanza bene (a parte quelle bianche che tendono a ingiallire), hanno superficie morbida e non fredda per le labbra, possiamo trovarne di ogni foggia/misura/colore/qualità/prezzo.
Per contro possono deteriorarsi nel tempo e le più scadenti hanno la pessima caratteristica di emanare un proprio odore/sapore influendo sugli aromi che le attraversano; questo non vale per il PEI, il PMMA, il POM e il teflon che sono resistenti e insapori.
Il delrin (POM) è oggi il più diffuso perché quasi sempre fornito tra i drip tip di serie insieme agli atomizzatori, nella classica colorazione nera o in diverse varianti; plasmabile e versatile, garantisce robustezza e atermicità, non influisce sugli aromi e si pulisce con una sciacquata.
Il metacrilato (PMMA) ha le stesse virtù del delrin unite a una estetica particolare per le sfumature madreperlacee.
Il silicone fa storia a sé: un drip tip realizzato con questo materiale risulta gommoso, comodo e igienico finché si vuole ma come affidabilità il suo valore è scarso, non ha la consistenza necessaria per rimanere stabile e scivola via facilmente dal suo alloggiamento.
I primi DT in teflon sono stati realizzati in bianco o nero, ora li troviamo in tutti i colori, leggeri, resistenti agli urti e alle alte temperature, insapori.
L’ultem (PEI) è all'ultima moda : elevata resistenza al calore e alla deformazione, assenza di sapore e superficie vellutata, il tutto unito al suo bel colore dorato ne hanno decretato il successo da subito, con una produzione che spazia dai drip tip ai tank, dagli anelli estetici alle cover e tanto altro.
Poi c’è la galalite - prodotta con caseina immersa in formaldeide - che ha la singolare qualità di simulare tutti i tipi di materiali naturali come il corno, il guscio di tartaruga, l’avorio, il legno, etc. Non può essere plasmata, viene lavorata a mano o con particolari tecniche meccaniche che incidono abbastanza sul prezzo dei manufatti.
Anche la resina artificiale che impazza nei drip tip e cap di atomizzatori DTL appartiene alla categoria delle plastiche; è molto apprezzata per la varietà di cromatizzazioni e decori casuali ottenuti in fase di miscelazione dei pigmenti e fa parte di quei materiali polimerici più idonei alle temperature del nostro vapore elettronico.
A mio parere il pirex è il materiale meno adatto per gli inalatori, così fragile e così drastico, molto freddo o molto caldo. Malgrado le promesse dei colori e delle forme, la sua eleganza dura un lampo: alla prima aspirata il vapore appanna le pareti vetrose, poi condensa e poi è da asciugare… Peccato.
Al contrario, ceramica e pietre dure sono un buon compromesso tra estetica e utilità quando si tratta di mantenere la freschezza di vapore e di contatto; una bella giada o una ceramica decorata sono setose e non gelide, nei drip tip difficilmente il calore del vapore supera il primo strato interno e allo stesso tempo viene intiepidito senza mai diventare completamente freddo.
Poi, come una tazzina di caffè ben lavata non trattiene odori ma come un piatto, se il drip tip cade probabilmente si rompe o si scheggia.
Vorrei terminare con il legno per l’amore che mi lega a questa materia viva e tiepida, confortante e…delicata.
Dunque se parliamo di legno stabilizzato occorre lo sia sul serio, altrimenti l’acquisto del nostro bel drip tip si rivelerà un fiasco: inizierà a opacizzarsi a partire dal vertice più spesso a contatto con l’umidità delle labbra, piccole fessure si dirameranno su tutta la superficie diventando crepe e a quel punto l’unico rimedio sarà la posa in bagno di vaselina o burro di cacao a tempo indeterminato…
Altrimenti meglio virare su DT ibridi in legno con anima inox che vedremo nella seconda parte dedicata ai Drip tip speciali (quelli artistici, gli artigianali e i preziosi, i fosforescenti, gli anti spit back, quelli con valvola di immissione aria, i curiosi, i brutti…un territorio sterminato!); nella terza sezione sulle Forme e dimensioni ci sarà molto da dire, fra short e long tip, wide-bore e tight-bore, cap e adattatori per tutti i modelli.
Ecco, a questo punto del discorso mi piacerebbe vedere il contributo degli esperti in materia, due a caso: @Sit-Out e @Nicolasan
Ma anche @The Doctor @Pippo Pippacchio @Fox70 @Sva3d @emanuele.monari (che dagli interventi nel forum sembrano interessati e sensibili all'argomento), tutti gli amici del Bar di Sigaretta Elettronica Forum e tutti quelli che hanno da parte qualcosa da raccontare sui drip tip.
Intervenite per correggere, per aggiungere o togliere; se avete voglia di cercare e postare qualche foto particolare (possibilmente in buona risoluzione) sarebbe graditissima.
Ogni volta che entro in un negozio di e-cig, sia esso fisico o in rete, per prima cosa cerco i drip tip.
È stato così fin da quando ho comprato le prime Phantom molti anni fa e da allora l'atto di togliere il vecchio per provare il nuovo è quasi più entusiasmante dell’acquistare un PV completo o un liquido goloso.
Ma da sempre con un po’ di disappunto, li trovo nelle sezioni Accessori…assurdo.
Una cover per la box, uno sportellino alla moda, una wrap simpatica per la batteria, una custodia in silicone per il tubo, un nuovo astuccio per gli attrezzi da rigenerazione: questi sono accessori; il drip tip no, il drip tip è importantissimo, è il Terzo Elemento.
Qui nel forum ne abbiamo parlato spesso e sempre si è convenuto fosse necessario dedicare una maggiore attenzione alla sua scelta; siccome qualche giorno fa l’argomento è tornato alla ribalta, ho deciso di raccogliere qualche foto e buttare il sasso nello stagno: quella che segue non è una guida né un compendio ma un invito al confronto, perché sappiamo che nello svapo è il nostro gusto a fare la differenza e nessuno avrà mai le identiche sensazioni di un altro.
Cominciamo a dire che l’oggetto esiste da un bel po’ di tempo, esteticamente lo immaginiamo come quello che si innesta sulle sigarette per filtrare il fumo o quella parte terminale della pipa a contatto con le labbra; oppure lo vediamo – lungo o lunghissimo - in qualche film, tra le dita guantate di una signora elegante che lo imbratta di rossetto…
…insomma un oggetto che in Italia ha un nome preciso ma sfortunato sul quale sorvoliamo perché in alternativa potremo chiamarlo con il sinonimo inalatore, fermo restando che drip tip è più comodo e l’acronimo DT ancora meglio.
I primi drip tip erano simili a quelli odierni ma più somiglianti ai classici filtri; i materiali erano perlopiù plastici o metallici e di forme semplici.
Nella foto vediamo i più comuni ed economici, di plastica o alluminio con attacco CE.
Il drip tip CE si posizionava sugli atomizzatori senza particolari pressioni in quanto erano assenti le scanalature con gli o-ring che oggi ben conosciamo; agili sì.. ma la comodità si pagava con frequenti perdite di e-liquid o distacchi a tradimento.
Oltre al CE, comparivano i primi drip tip proprietari, compatibili esclusivamente con gli atomizzatori dei quali erano parte integrante in alcuni modelli.
Con l’avvento dell’attacco 510 (e poi dell’810), finalmente la produzione di inalatori si è standardizzata e abbiamo assistito a un grande proliferare di idee e proposte.
A cosa serve il drip tip? Ad aspirare il vapore e basta?
No, insieme all'atomizzatore il DT è l’elemento che influenza maggiormente il risultato finale, quello che speriamo di ottenere premendo il tasto fire della box o del tubo.
Mangiare con una forchetta di plastica usa&getta è uguale a mangiare con una di acciaio? E bere da un bicchiere di cristallo è uguale a bere da una ciotola di terracotta? Eh no…
La struttura del nostro apparato gustativo (labbra, lingua, papille, interno delle guance e palato) è estremamente complessa, basta una minima alterazione – un'afta, un dente che duole, un taglietto sulla lingua – e il malessere si trasmette a tutto il resto del corpo; allo stesso modo un sapore gradevole, unito alla percezione olfattiva, può richiamare alla nostra memoria ricordi di persone care e momenti felici della vita.
Quando aspiriamo il liquido appena evaporato dalla resistenza di un atomizzatore, chi se non il drip tip diventa ambasciatore della buona o della cattiva novella?
Ad esempio, chi ha provato un liquido alla menta con un drip tip di legno fessurizzato? A parte lo sgradevole contatto delle labbra con la superficie screpolata, le molecole di mentolo penetrano allegramente nelle fibre del legno impregnandolo e in seguito, pur cambiando liquido, le ritroveremo sempre lì.
E l'alluminio con il limone? Una combinazione più che discutibile…
Il silicone con i tabacchi? Come bere brandy dal tubo per innaffiare.
Insomma a ogni drip tip il suo liquido, esattamente come ad ogni categoria di liquidi è bene dedicare l’atomizzatore che renda al meglio, per conformazione e setup.
L'inalatore non deve interferire con gli aromi, semmai renderne più nette le sfumature, deve sublimarli veicolando le essenze più nobili come fa un buon profumo, che non deve coprire ma esaltare le caratteristiche naturali della pelle.
MATERIALI
Dicevamo che i primi materiali impiegati erano plastica o metallo; oggi invece godiamo di una scelta enorme che spazia da quanto c’è di più sintetico al più naturale possibile.
L’acciaio è bellissimo, lucido, elegante, il suo brillare illumina qualunque atomizzatore; non trattiene odori e si pulisce bene, è simbolo di robustezza e inalterabilità.
Però è freddo. Però si scalda. E guai a prenderci un colpo sui denti
Buono con gli aromi secchi, quasi inerte con le note dolci, amplifica i balsamici e non si fa spaventare dalla frutta, che è sempre un po’ acida.
Attenzione negli acquisti, perché un prezzo troppo conveniente e la dicitura “color acciaio” o “colore SS” non sempre equivale a materiale acciaio: in realtà potrebbe rivelarsi tutt'altro metallo e assisteremmo all'inesorabile scolorimento/brunitura del drip tip in breve tempo.
Oppure potrebbe essere un acciaio di bassa lega, in luogo degli standard 304 o 316 o 316L.
L’alluminio è leggero, si presta a simpatiche colorazioni e - per quanto mi riguarda - i suoi pregi finiscono qui, trovo che rilasci un sentore metallico con qualunque aroma venga combinato.
Sconsigliabile a chi soffre di allergia al nickel (presente in lega): si risolverebbe con un cappuccio in silicone forato ma allora tanto vale cambiare drip tip.
Bronzo, ottone e rame, metalli gloriosi da curare con qualche strofinatina in più rispetto agli altri, per evitare la comparsa di ossidazioni non proprio piacevoli al palato e con qualche controindicazione per i suddetti problemi di intolleranza. Che fascino eh…
Come detto per l’acciaio, i metalli hanno un feeling piuttosto algido in partenza riscaldandosi velocemente nell'uso e - soprattutto nei DT corti su atomizzatori spinti da alti wattaggi - tendenti a scottare.
Invece il titanio ha tutti i pregi dell’acciaio, è un po’ meno leggero dell’alluminio ma resistente il doppio, è antibatterico per natura, quasi atermico e insapore, insomma ideale anche per i drip tip. Amato dai bravi modder, in commercio troviamo esemplari di grande bellezza.
La fibra di carbonio utilizzata per gli inalatori è da includere tra le materie plastiche, poiché viene intrecciata nei tipici pattern proprio come un tessuto e poi immersa in un bagno di resina; in modelli di pregevole fattura, invece si masterizza con metalli di vario tipo.
I drip tip in fibra di carbonio sono robusti, termicamente isolanti, con proprietà ignifughe e resistenza agli agenti chimici, per cui non assorbono/non rilasciano/ non alterano il sapore degli e-liquid.
Per la plastica il discorso sarebbe infinito come tutti i suoi nomi: non potendo dilungarci nell'elenco dei vari materiali polimerici, chi volesse approfondire troverà utile la seguente pagina di Wikipedia >
Materie plastiche - Wikipedia
I drip tip plastici sono realizzati principalmente in celluloide o delrin (POM) o metacrilato (PMMA) o policarbonato o silicone o teflon o ultem (PEI).
Quali sono i pregi delle plastiche? Si scaldano più lentamente dei metalli, si puliscono abbastanza bene (a parte quelle bianche che tendono a ingiallire), hanno superficie morbida e non fredda per le labbra, possiamo trovarne di ogni foggia/misura/colore/qualità/prezzo.
Per contro possono deteriorarsi nel tempo e le più scadenti hanno la pessima caratteristica di emanare un proprio odore/sapore influendo sugli aromi che le attraversano; questo non vale per il PEI, il PMMA, il POM e il teflon che sono resistenti e insapori.
Il delrin (POM) è oggi il più diffuso perché quasi sempre fornito tra i drip tip di serie insieme agli atomizzatori, nella classica colorazione nera o in diverse varianti; plasmabile e versatile, garantisce robustezza e atermicità, non influisce sugli aromi e si pulisce con una sciacquata.
Il metacrilato (PMMA) ha le stesse virtù del delrin unite a una estetica particolare per le sfumature madreperlacee.
Il silicone fa storia a sé: un drip tip realizzato con questo materiale risulta gommoso, comodo e igienico finché si vuole ma come affidabilità il suo valore è scarso, non ha la consistenza necessaria per rimanere stabile e scivola via facilmente dal suo alloggiamento.
I primi DT in teflon sono stati realizzati in bianco o nero, ora li troviamo in tutti i colori, leggeri, resistenti agli urti e alle alte temperature, insapori.
L’ultem (PEI) è all'ultima moda : elevata resistenza al calore e alla deformazione, assenza di sapore e superficie vellutata, il tutto unito al suo bel colore dorato ne hanno decretato il successo da subito, con una produzione che spazia dai drip tip ai tank, dagli anelli estetici alle cover e tanto altro.
Poi c’è la galalite - prodotta con caseina immersa in formaldeide - che ha la singolare qualità di simulare tutti i tipi di materiali naturali come il corno, il guscio di tartaruga, l’avorio, il legno, etc. Non può essere plasmata, viene lavorata a mano o con particolari tecniche meccaniche che incidono abbastanza sul prezzo dei manufatti.
Anche la resina artificiale che impazza nei drip tip e cap di atomizzatori DTL appartiene alla categoria delle plastiche; è molto apprezzata per la varietà di cromatizzazioni e decori casuali ottenuti in fase di miscelazione dei pigmenti e fa parte di quei materiali polimerici più idonei alle temperature del nostro vapore elettronico.
A mio parere il pirex è il materiale meno adatto per gli inalatori, così fragile e così drastico, molto freddo o molto caldo. Malgrado le promesse dei colori e delle forme, la sua eleganza dura un lampo: alla prima aspirata il vapore appanna le pareti vetrose, poi condensa e poi è da asciugare… Peccato.
Al contrario, ceramica e pietre dure sono un buon compromesso tra estetica e utilità quando si tratta di mantenere la freschezza di vapore e di contatto; una bella giada o una ceramica decorata sono setose e non gelide, nei drip tip difficilmente il calore del vapore supera il primo strato interno e allo stesso tempo viene intiepidito senza mai diventare completamente freddo.
Poi, come una tazzina di caffè ben lavata non trattiene odori ma come un piatto, se il drip tip cade probabilmente si rompe o si scheggia.
Vorrei terminare con il legno per l’amore che mi lega a questa materia viva e tiepida, confortante e…delicata.
Dunque se parliamo di legno stabilizzato occorre lo sia sul serio, altrimenti l’acquisto del nostro bel drip tip si rivelerà un fiasco: inizierà a opacizzarsi a partire dal vertice più spesso a contatto con l’umidità delle labbra, piccole fessure si dirameranno su tutta la superficie diventando crepe e a quel punto l’unico rimedio sarà la posa in bagno di vaselina o burro di cacao a tempo indeterminato…
Altrimenti meglio virare su DT ibridi in legno con anima inox che vedremo nella seconda parte dedicata ai Drip tip speciali (quelli artistici, gli artigianali e i preziosi, i fosforescenti, gli anti spit back, quelli con valvola di immissione aria, i curiosi, i brutti…un territorio sterminato!); nella terza sezione sulle Forme e dimensioni ci sarà molto da dire, fra short e long tip, wide-bore e tight-bore, cap e adattatori per tutti i modelli.
Ecco, a questo punto del discorso mi piacerebbe vedere il contributo degli esperti in materia, due a caso: @Sit-Out e @Nicolasan
Ma anche @The Doctor @Pippo Pippacchio @Fox70 @Sva3d @emanuele.monari (che dagli interventi nel forum sembrano interessati e sensibili all'argomento), tutti gli amici del Bar di Sigaretta Elettronica Forum e tutti quelli che hanno da parte qualcosa da raccontare sui drip tip.
Intervenite per correggere, per aggiungere o togliere; se avete voglia di cercare e postare qualche foto particolare (possibilmente in buona risoluzione) sarebbe graditissima.