Possiedo due RBA, il Kayfun Lite + e l'eXpromizer V2 e su entrambi monto coils in titanio con resistenza compresa tra 0.2 e 0.27 ohm e wick in cotone. Uso entrambi gli atom con la SX350 mini M class con limite di temperatura a 205°C e potenza variabile tra 14 e 20 Joule/sec.
Sul KFL le letture di resistenza della box sono sempre consistenti nel senso che se steam engine prevede una resistenza di 0.25 ohm, la lettura a freddo con la SX può essere 0.24 o 0.26 e rimane stabile nel tempo. Con l'eXpromizer montato sulla stessa SX invece è il terno al lotto, una lettura magari è corretta la seconda (sempre a freddo) è capace di darmi 0.45 ohm (invece che 0.25).
Potete immaginare quale sia l'effetto di tale variabilità sul TC: con la stessa configurazione a volte il vapore è caldissimo a volte è come lo volevo.
Dopo aver armeggiato un pò ho scoperto che tutto dipende dal pin centrale dell'eXpromizer V2, ovvero quel cilindro con un terminale filettato maschio che va ad avvitarsi sulla torretta larga e l'altro terminale con foro filettato nel quale si avvita la vite in rame che lo collega al pin centrale della batteria. Se il pin centrale non viene avvitato saldamente alla torretta, si crea una resistenza aggiuntiva di circa 0.2 ohm. In pratica il contatto elettrico tra i denti del filetto del pin e quello della torretta, sempre bagnati di liquido, è un contatto precario e solo stringendo con forza la vite la resistenza scende.
Il problema è che stringendo troppo la vite, l'O-ring in silicone che isola il pin centrale dalla base si schiaccia eccessivamente e mette in corto l'atom.
Pertanto per come è fatto l'eXprom V2, non è l'atom più adatto per il TC. Il rimedio è abbastanza semplice e consiste nel sostituire all'O-ring una guarnizione in gomma dura o un anellino di teflon in modo da poter serrare il pin senza produrre cortocircuiti.
Al di là della semplicità del rimedio per l'eXpromizer, si pone più in generale la questione che gli atom che usiamo possono introdurre una resistenza aggiuntiva in serie a quella della coil e falsare completamente la risposta del circuito TC.
Gli stessi pin a molla, tanto apprezzati per altri versi, possono introdurre resistenze non trascurabili e quel che è peggio è che variano in funzione di quanto compressi sono. E' chiaro che se una coil ha una resistenza di 1 ohm, l'errore introdotto da da un pin a molla di 0.05 ohm è praticamente trascurabile, ma se montiamo una coil in Ni200 da 0.15 ohm l'errore introdotto è del 33% che tradotto in gradi centigradi diventa un errore di 60-70 °C, quanto basta per renderlo completamente inutile.
Rimedi generali non ne conosco, ma possiamo cautelarci misurando la resistenza dell'atom messo in corto circuito ovvero collegando le due torrette con un filo di rame e misurandone la resistenza. Se la box ci dà il messaggio di corto circuito, il nostro atom è perfetto, sempre che l'ohmetro della box funzioni correttamente. Molto più probabilmente la box darà il messaggio di resistenza troppo bassa ma non ci dirà quant'è.
Una prova pratica che possiamo eseguire per verificare se la lettura della temperatura è corretta, è la prova dell'acqua. Basta bagnare completamente di acqua la wick ed erogare potenza. Siccome l'acqua evapora a 100 °C, finché la wick è intrisa d'acqua la nostra box deve leggere 100 °C o giù di lì per almeno qualche secondo. Se le letture sono nel range 95-105 °C direi che sono più che accettabili, ma se leggiamo 70 °C o 130 °C significa che l'errore è di 30 °C. Per eseguire correttamente la prova bisogna avere l'accortezza di mantenere bagnate anche le gambette della coil (è abbastanza facile con l'RBA aperto far aderire il cotone anche alle gambette).
Un'ulteriore prova si può fare nello stesso modo ma usando il PG in purezza che evapora a 188 °C. Se svapate introno ai 200 °C come me, quest'ultima prova è molto più significativa di quella con l'acqua. Attenti però a non mescolare PG ed acqua che anche percentuali minime di acqua riducono drasticamente la temperatura di evaporazione. Se volete fare entrambe le prove con la stessa wick, fate prima quella con il PG e poi quella con l'acqua.
Sul KFL le letture di resistenza della box sono sempre consistenti nel senso che se steam engine prevede una resistenza di 0.25 ohm, la lettura a freddo con la SX può essere 0.24 o 0.26 e rimane stabile nel tempo. Con l'eXpromizer montato sulla stessa SX invece è il terno al lotto, una lettura magari è corretta la seconda (sempre a freddo) è capace di darmi 0.45 ohm (invece che 0.25).
Potete immaginare quale sia l'effetto di tale variabilità sul TC: con la stessa configurazione a volte il vapore è caldissimo a volte è come lo volevo.
Dopo aver armeggiato un pò ho scoperto che tutto dipende dal pin centrale dell'eXpromizer V2, ovvero quel cilindro con un terminale filettato maschio che va ad avvitarsi sulla torretta larga e l'altro terminale con foro filettato nel quale si avvita la vite in rame che lo collega al pin centrale della batteria. Se il pin centrale non viene avvitato saldamente alla torretta, si crea una resistenza aggiuntiva di circa 0.2 ohm. In pratica il contatto elettrico tra i denti del filetto del pin e quello della torretta, sempre bagnati di liquido, è un contatto precario e solo stringendo con forza la vite la resistenza scende.
Il problema è che stringendo troppo la vite, l'O-ring in silicone che isola il pin centrale dalla base si schiaccia eccessivamente e mette in corto l'atom.
Pertanto per come è fatto l'eXprom V2, non è l'atom più adatto per il TC. Il rimedio è abbastanza semplice e consiste nel sostituire all'O-ring una guarnizione in gomma dura o un anellino di teflon in modo da poter serrare il pin senza produrre cortocircuiti.
Al di là della semplicità del rimedio per l'eXpromizer, si pone più in generale la questione che gli atom che usiamo possono introdurre una resistenza aggiuntiva in serie a quella della coil e falsare completamente la risposta del circuito TC.
Gli stessi pin a molla, tanto apprezzati per altri versi, possono introdurre resistenze non trascurabili e quel che è peggio è che variano in funzione di quanto compressi sono. E' chiaro che se una coil ha una resistenza di 1 ohm, l'errore introdotto da da un pin a molla di 0.05 ohm è praticamente trascurabile, ma se montiamo una coil in Ni200 da 0.15 ohm l'errore introdotto è del 33% che tradotto in gradi centigradi diventa un errore di 60-70 °C, quanto basta per renderlo completamente inutile.
Rimedi generali non ne conosco, ma possiamo cautelarci misurando la resistenza dell'atom messo in corto circuito ovvero collegando le due torrette con un filo di rame e misurandone la resistenza. Se la box ci dà il messaggio di corto circuito, il nostro atom è perfetto, sempre che l'ohmetro della box funzioni correttamente. Molto più probabilmente la box darà il messaggio di resistenza troppo bassa ma non ci dirà quant'è.
Una prova pratica che possiamo eseguire per verificare se la lettura della temperatura è corretta, è la prova dell'acqua. Basta bagnare completamente di acqua la wick ed erogare potenza. Siccome l'acqua evapora a 100 °C, finché la wick è intrisa d'acqua la nostra box deve leggere 100 °C o giù di lì per almeno qualche secondo. Se le letture sono nel range 95-105 °C direi che sono più che accettabili, ma se leggiamo 70 °C o 130 °C significa che l'errore è di 30 °C. Per eseguire correttamente la prova bisogna avere l'accortezza di mantenere bagnate anche le gambette della coil (è abbastanza facile con l'RBA aperto far aderire il cotone anche alle gambette).
Un'ulteriore prova si può fare nello stesso modo ma usando il PG in purezza che evapora a 188 °C. Se svapate introno ai 200 °C come me, quest'ultima prova è molto più significativa di quella con l'acqua. Attenti però a non mescolare PG ed acqua che anche percentuali minime di acqua riducono drasticamente la temperatura di evaporazione. Se volete fare entrambe le prove con la stessa wick, fate prima quella con il PG e poi quella con l'acqua.