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Nko
per quanto mi riguarda, questo tipo di politica serve solo per mettere in moto coloro che cercano pezzi rari con il solo spirito di rivendere guadagnandoci qualche euro (ed atom che diventano ‘moneta’ cambiando mezza dozzina di proprietari che finiscono per non usarlo nemmeno per paura che perda valore... che poi in questo strano mondo basterebbero un paio di influencer a remar contro per dimezzarne il valore in un paio di settimane!), per appagare le smanie di collezionismo e per suscitare quel tipo di curiosità mosso più dalla voglia di non ‘restar’ fuori piuttosto che per un reale interesse verso un acquisto meditato per bene.
Son convinto che ci siano in giro atom validissimi ma che non si fila nessuno solo perché troppo facilmente reperibili!
Da questo punto di vista, i cloni sono una manna dal cielo... ti togli lo sfizio senza doverti dannare ed... amen!
Dispiace leggere di tanto poco entusiasmo verso un prodotto di uno dei tuoi marchi preferiti (lo deduco da ció che hai scritto in passato e dalla tua ammissione di possedere non pochi pezzi di questo marchio. Io son fermo a soli 4 pezzi: lite v2, zest, et9 con bell cap e pheno type corredati da una manciata di campane e drip tip) che, non solo è costato una discreta somma, ma che, per averlo, ti ha costretto a muoverti in prima persona contattando il modder quasi elemosinando il permesso per averne uno.
Capisco che, se il progetto fosse fortemente orientato verso i soli estratti/macerati, il modder correrebbe il rischio di pezzi invenduti se dovesse spingersi a produrne troppi. Non dimentichiamoci che, a livello mondiale, l’mtl molto stretto e l’uso di estratti/macerati rappresenta solo una piccola nicchia di utenti (ed una grande fetta è proprio in Italia).
Resta il fatto che quando il produttore o il distributore incomincia a farsi ‘giudice’ per valutare se un utente sia degno o meno di possedere un prodotto, si sfocia in una ‘pratica’ molto antipatica e che personalmente odio finendo per tenermi alla larga da questo tipo di prodotti virando su quelli di più facile reperibilità.
Preferisco di gran lunga la politica vapenaute se proprio si vuol rendere un prodotto limitato. É un tipo di politica molto più corretta. Certo, espone il produttore a dei rischi... e già solo per quello meriterebbe di esser premiato rispetto ad altri.
Vero anche che quando inizi ad avere l’impressione che un prodotto venga spinto oltre modo, finisci anche per sviluppare una certa diffidenza ottenendo l’effetto contrario.
Lo zest mi ha stregato con il Kentucky (ne sono ghiotto) soprattutto perché va in una direzione ‘particolare’ e ‘diversa’ da renderlo ‘unico’... estetica elegante (preferisco quest’ultimo al Menelaus) ma il progetto resta, IMHO, sin troppo datato. Il sistema di alimentazione è una variazione migliorata del klp!
La gestione resta scomoda obbligandoci ad operazioni non semplicissime e dall’esito incerto, possibili discrete customizzazioni ma che si pagano a caro prezzo... come gli atom che restano tra i più cari che offre il mercato. Spendendo una cinquantina di euro in meno oggi hai la possibilità di prender sistemi più versatili, di più semplice gestione e con resa aromatica eccellente.
Fatta questa premessa, mi piacerebbe (se ti va) che tu mi spiegassi le sostanziali differenze tra uno zest ed il menelaus: sia a livello strutturale (il menelaus deriva da IOU/Aiolos? Monta il deck minimo 775? In cosa differisce rispetto a quelli dello zest? Diametro della camera di vaporizzazione? Volume camera di vaporizzazione? Differenze tra campana/camino serie zest e menelaus?) sia in termine di resa.
Grazie