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Salve a tutti,

Sto riflettendo da un mesetto sull'opportunità di avviare un'attività in proprio dedicata al mondo dello svapo. Seguendo le discussioni del forum ho notato che non sono l'unico in giro per l'Italia ad essersi posto alcune domande specialmente ora che il fumo elettronico pare abbia finalmente iniziato la sua evoluzione da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa. Qualche giorno fa ho quindi deciso di contattare la nuova nata Associazione Nazionale Fumo Elettronico con lo scopo di capire quali prospettive avesse per il futuro mercato italiano e ora, certo che possa essere utile anche ad altri, riporto in stralcio lo scambio di opinioni avuto con Massimiliano Mancini, presidente ANAFE e imprenditore.

I prossimi mesi potrebbero essere risolutivi per il destino dell'intero settore.

Nel frattempo va benissimo:

- Parlare di fumo elettronico per informare e sensibilizzare l'opinione pubblica;
- Fare ricerca scientifica per avallare il più possibile la tesi che vede le e-cigs come una più sana alternativa al fumo tradizionale;
- Investire in questo settore per creare fatturato, occupazione e dargli una qualche valenza tra le voci economiche del Paese.

Come però capirete dalle informazioni che trovate di seguito, i tempi ad oggi sono decisamente stretti e, per dare un qualche senso nel breve-medio termine alle discussioni, alla ricerca e agli investimenti in atto, è fondamentale che gli operatori di settore non agiscano in maniera indipendente (vedi ad es. i recenti interventi di Ovale contro alcune testate giornalistiche che fanno puntualmente cattiva informazione), ma che scelgano piuttosto di dare peso alla sola associazione di categoria esistente in Italia. Questo infatti è un settore che, al contrario di quello del tabacco, non vanta alcun potere forte e ritengo pertanto che solo dando fiducia all'ANAFE si possa permetterle di acquistare quel grado di rappresentatività necessario ad essere un credibile interlocutore per l'opinione pubblica (ivi inclusi i mass media) e per gli enti governativi chiamati a breve ad esprimersi in materia. Sottolineo inoltre che da statuto l'associazione è aperta sia a persone fisiche che giuridiche interessate a vario titolo al settore del fumo elettronico e quindi trovo che sia fondamentale che vi aderisca il maggior numero possibile di realtà imprenditoriali sparse per l'Italia a prescindere dalla loro entità e dalla forma in cui hanno deciso di operare sul mercato (società di capitali, ditte individuali ecc...).

Eccovi l'e-mail...

P.S. - A tutela mia e dei gestori di questo forum tengo a chiarire di aver ottenuto tramite e-mail dal Sig. Mancini il consenso a diffondere integralmente o parzialmente le e-mail che ci siamo scambiati.

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Data: 03 settembre 2012
Oggetto: Mercato italiano del fumo elettronico - Vuoto normativo e incertezza degli investimenti

Spett.le A.Na.F.E.,

Sono un giovane imprenditore che guarda con interesse alla possibilità di investire nel settore del fumo elettronico. A seguito di attenta analisi di questa nuova area di mercato, pur confidando nelle sue potenzialità, con la presente mi rivolgo a Voi quale unico ente a vocazione rappresentativa degli operatori di settore a livello nazionale non solo nell'auspicio di una mia adesione alla Vs. associazione, quanto innanzitutto per chiarire quali siano le linee di azione che intendete perseguire nell'interfacciarVi con le Pubbliche Autorità in questo momento di forte incertezza.

Attualmente il mercato italiano del fumo elettronico è essenzialmente costituito da una rete sempre più fitta di punti vendita fisici e on-line alimentati da un intenso flusso di importazione di hardware che trova la sua origine prevalentemente in Cina, sebbene non siano ormai una rarità piccole realtà industriali italiane di matrice manifatturiera volte soprattutto alla produzione di liquidi da vaporizzare. Il destino dell'intero comparto verrà di fatto deciso durante i prossimi quattro mesi nell'ambito di una serie di importanti eventi istituzionali che tengo di seguito a menzionare:

A) In sede internazionale, tra il 12 e il 17 Novembre 2012 si terrà a Seoul la Quinta Sessione della Conferenza delle Parti aderenti alla Convenzione Quadro dell'Organizzazione Mondiale della Sanità per il Controllo del Tabacco (cd. "WHO FCTC COP5") nell'ambito della quale saranno presentati due documenti (FCTC/COP/5/12 e FCTC/COP/5/13) dal titolo "Control and prevention of smokeless tobacco products and electronic nicotine delivery sysyems". Detti documenti, sulla base dei dati raccolti nel corso dell'ultimo biennio tra gli Stati Membri dell'OMS, forniranno linee guida regolamentari per i medesimi;

B) In sede europea, come chiarisce la stessa Commissione UE in risposta all'interrogazione scritta n. E-004937/2012 posta il 15 Maggio 2012 da parte di un europarlamentare italiano, il Comitato di Regolamentazione per il Controllo del Tabacco adotterà verosimilmente entro la fine del 2012 la proposta legislativa di revisione della Direttiva sui Prodotti del Tabacco (Direttiva 2001/37/EC) al fine di ricomprendervi anche le sigarette elettroniche armonizzando così le scelte normative sino ad oggi fatte dai singoli Stati Membri interessati dal fenomeno. Nell'ambito dei lavori di revisione tutt'oggi in corso segnalo in particolare la riunione del 20 Giugno 2012 nell'ambito della quale è stato consultato l'ente britannico ECITA (Electronic Cigarette Industry Trade Association) nella veste di associazione di categoria;

C) In sede nazionale, il 6 Ottobre 2012 perderà efficacia il divieto previsto dall'Ordinanza emanata il 4 Agosto 2011 dal Ministero della Salute lasciando momentaneamente la Circolare ministeriale del 9 Marzo 2010 quale unico riferimento normativo specificatamente rivolto al settore del fumo elettronico nell'ambito dell'ordinamento giuridico nazionale. Nonostante gli input forniti agli Stati Membri da parte della Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza dei Consumatori della Commissione UE tramite la nota di orientamento del 22 Maggio 2008, ad oggi, nelle more della definizione di più stringenti prese di posizione da parte dei competenti organi comunitari e internazionali, le istituzioni italiane stentano infatti a disciplinare in modo chiaro detto nuovo fenomeno di mercato e si assiste piuttosto a occasionali "azioni al buio" intraprese dall'autorità giudiziaria con l'intento di contrastare sul nascere gli inevitabili abusi conseguenti la mancanza di regole certe.

Indipendentemente dalle seppure importanti smentite che sempre più di frequente la ricerca scientifica offre con riguardo ai paventati impatti del fumo elettronico sulla salute umana, ove l'esito del processo in corso consistesse semplicisticamente nell'adozione di misure proibizionistiche ispirate a un mero principio di precauzione così come già sta avvenendo in numerosi Stati Membri (ad eccezione dell'esempio virtuoso del Regno Unito), l'intero comparto ne sarebbe irrimediabilmente compromesso vanificando gli investimenti coraggiosamente fatti sino ad oggi. In particolare, misure quali l'estensione del divieto di utilizzo in luoghi pubblici e/o il riconoscimento dei fluidi a base di nicotina e relativi vaporizzatori come prodotti del tabacco/ prodotti farmaceutici/ dispositivi medici, comporterebbero l'immediato venire meno dei principali fattori di attrattiva su cui si fonda il marketing di questa categoria merceologica, nonché la drastica contrazione della libera iniziativa privata.

Per concludere, alla luce del quadro sopra delineato, mi chiedo pertanto se l'A.Na.F.E. sia a conoscenza di una qualsivoglia anticipazione sulle intenzioni delle istituzioni italiane per il prossimo futuro e in che modo stiaTe intervenendo nel dibattito in corso al fine di tentare di orientarne l'esito assicurando ai Vs. associati ulteriori margini di crescita e dando fiducia a quanti intendano iniziare ad operare attivamente nel settore.

Certo di un Vs. cortese riscontro colgo l'occasione per porgere i miei più cordiali saluti.

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Data: 04 settembre 2012
Oggetto: Re: Mercato italiano del fumo elettronico - Vuoto normativo e incertezza degli investimenti

...Omissis...

Le rispondo qui come presidente ANAFE.

Siamo a conoscenza di quanto da lei esposto e la situazione è complessa e confusa a livello comunitario e nazionale.

Diciamo che negli scenari esposti, l'opzione B potrebbe essere la migliore, ovvero se le ecig venissero regolamentate sotto la direttiva tabacchi, si tratterebbe poi di ottenere le licenze eventuali dal monopolio, con i consueti carichi burocratici, tuttavia opzione di gran lunga preferibile a qualunque inquadramento di carattere farmaceutico o paramedico.

Il fatto che sia stata contattata l'ECITA, con la quale siamo in contatto (come pure con il VDEH Tedesco) è un buon segno perchè gli Inglesi hanno già messo a punto standard qualitativi e codici deontologici di tutto rispetto, che, se dovessero essere adottati a livello comunitario, potrebbero sgombrare il campo dai rapaci dell'ultimo secondo, e favorire le aziende e gli imprenditori più seri.

Tuttavia le direttive, come ben sa, devono essere recepite a livello nazionale, il che può richiedere tempo, pertanto non è da escludersi un periodo transitorio più o meno lungo.

Per quanto riguarda ANAFE, assistiamo purtroppo al tipico problema italiano, legato alla difficoltà di fare aggregare gli attori sulle cose serie.

Stiamo raccogliendo quote, ma l'adesione è tiepida, e ogni associazione, per avere peso a livello contrattuale o dialogativo con le autorità, deve avere un peso specifico alto, cosa che al momento non c'è.

Per ora l'associazione è nata per buona volontà di pochi operatori, e la carica di presidente e segretario, le più operative, sono sulle spalle di due attori, che vi dedicano il tempo che possono, ritagliandolo dal business quotidiano, senza compensi né grande apprezzamento.

Quindi al momento è un onere e non un onore, tuttavia eravamo coscienti della cosa e la affrontiamo serenamente facendo il nostro meglio.

Dal punto di vista pratico, ANAFE ha ufficializzato la sua esistenza e la sua volontà di partecipare a qualunque decisione normativa, tramite invio di raccomandate al Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Ministero delle Attività Produttive e NAS. Copia integrale delle missive sono visibili sul sito anafe.

Nel nostro caso, per la povera Italia, purtroppo assistiamo alla consueta attitudine ermetica degli organi regolatori, ed al momento non abbiamo risposte di alcun genere.

Anche il tentativo di contatti telefonici al momento non ha sortito grandi risultati, ma i tempi di risposta delle autorità sono biblici.

Al momento non abbiamo altre cartucce da sparare, finchè non avremo un riscontro dalla controparte.

...Omissis...

Spero di aver fatto chiarezza.

Cordialmente,

Massimiliano Mancini

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Oggi 8 Settembre 2012 ho fatto qualche ulteriore ricerca e, pur senza voler incorrere in facili allarmismi, è mia opinione che non solo la finestra temporale entro cui il settore possa crescere liberamente si prospetti breve, ma anche i presupposti di questi cambiamenti mi pare purtroppo non siano dei migliori. Sono infatti di pubblico dominio i dati della ricognizione che si sta tenendo nell'ambito dei lavori di preparazione della Quinta Sessione della Conferenza delle Parti aderenti al WHO FCTC (vedi punto A dell'e-mail), nonché i dati delle consultazioni già tenutesi nell'ambito dei lavori di revisione della Direttiva Tabacco 2001/37/EC (vedi punto B dell'e-mail). In entrambe le sedi i rappresentanti del nostro Ministero della Salute sono il Dott. Giuseppe Ruocco, ma in particolare è la Dott.ssa Daniela Galeone (Direttore dell'Ufficio II del Dipartimento della Prevenzione e della Comunicazione) ad essere il funzionario operativo in materia di tabagismo e tematiche correlate.

Quanto alle ufficiali dichiarate intenzioni del nostro Ministero della Salute risulta che:

- Le risposte al questionario inviato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e datate Aprile 2012 sono molto generiche e quindi bisognerà aspettare la pubblicazione a metà Novembre 2012 da parte dell'OMS di indicazioni regolamentari rivolte agli Stati Membri. Lo scorso studio dell'OMS datato 2009 a fini cautelativi suggeriva di classificare le e-cigs nell'ambito del settore medico-farmaceutico. Dopo tre anni di ricerche e pubblicazioni specifiche, le conclusioni del prossimo studio di Novembre sono un'incognita e non resta che aspettare, ma senza dubbio influenzeranno le scelte sia dell'Unione Europea che dell'Italia;
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- Il parere inviato alla Commissione Europea a fine 2010 è invece molto chiaro e di fatto prospetta da un lato una classificazione delle sigarette elettroniche con o senza nicotina come prodotti del tabacco al fine di permettere un’azione più efficace per la prevenzione dell’iniziazione al tabagismo, dall'altro lato invece viene auspicato il divieto esteso a tutti i tipi di prodotti del tabacco non da fumo in quanto, anche se in alcuni soggetti la sostituzione del fumo di tabacco con prodotti non da fumo potrebbe ridurre l’incidenza di alcune patologie indotte dal tabagismo (cosa non confermata dalle evidenze scientifiche attualmente disponibili), tutti i prodotti non da fumo sono nocivi e potrebbero costituire un ponte verso i prodotti da fumo, specialmente tra i giovani.
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Cosa potrebbe accadere allora?

Ebbene entro fine 2012 dovremmo capire se in Europa si è dell'idea di classificare le e-cigs come prodotti del tabacco o meno, ma comunque, una volta messa a punto la proposta di revisione alla originaria Direttiva Tabacco, c'è da aspettarsi che il testo definitivo venga approvato in Commissione e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea non prima del 2014 e inoltre le Direttive comunitarie non sono automaticamente operative entro gli Stati Membri, ma necessitano di essere recepite da questi ultimi tramite appositi atti interni (verosimilmente per l'Italia si tratterà di un Decreto Legislativo) producendo così un'ulteriore margine di ritardo nell'applicazione della futura Direttiva revisionata.

Quali sono quindi i più probabili scenari futuri?

A) DALLA PADELLA... Le e-cigs saranno classificate come prodotti del tabacco. Cosa esattamente questo comporti è tutto da vedere, ma certamente aumenteranno i carichi burocatrici, lieviteranno i costi e si darà una stretta ai modi e ai luoghi di commercializzazione rendendo il settore meno redditizio. Resta inteso che un tale stato di cose non entrerebbe a regime prima di 2-3 anni, ma entro allora dubito che il Ministero non fornisca nuove misure precauzionali che non consistano semplicemente in indicazioni per l'etichettatura di e-liquids contenenti nicotina e il loro divieto di vendita ai minori di 16 anni;

B) ALLA BRACE... La revisione della Direttiva Tabacco non prenderà in considerazione le e-cigs lasciando la situazione invariata, ossia ogni Stato Membro resterà libero di inquadrare come meglio crede questi prodotti (ivi incluso poterli eliminare dal mercato come alcuni Paesi europei e non hanno già scelto di fare). Qualora a Dicembre la proposta di revisione della Direttiva non contempli le e-cigs, in qualsiasi momento ci sarà da aspettarsi una autonoma presa di posizione del Ministero della Salute che a quel punto immagino si metterebbe in linea con l'orientamento dello studio dell'OMS di Novembre 2012 che ho paura confermerà il precedente parere del 2009: i liquidi da vaporizzare a base di nicotina diverrebbero medicinali come gomme/cerotti/pastiglie/inalatori a base di nicotina che troviamo in farmacia (e mi pare che questo abbia senso), mentre l'hardware diverrebbe un dispositivo medico. Quanto agli effetti di scelte di questo tipo, non mi spingo a fare previsioni, ma intuisco che il settore come lo conosciamo oggi ne sarebbe immediatamente affossato e, nella migliore delle ipotesi, potrebbero continuare a farci qualche soldo solo le farmacie.

La terza alternativa consistente nel dare al settore del fumo elettronico un'autonoma regolamentazione non la sto neppure a commentare visto che allo stato attuale è fantascienza a meno che non si ipotizzi un'efficace azione di mediazione da parte di un'associazione di categoria.
 

Marko

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Discussione sicuramente molto interessante...
Per cui ringrazio Ivape per l'interessante post e l'argomentazione trattata ed anche Massimiliano Mancini per l'utile strada intrapresa.

Il punto è proprio questo. Come si può catalogare un prodotto come questo?

in prodotto del tabacco,
prodotto farmaceutico,
dispositivo medico,
prodotto pericoloso da proibire.

se:

prodotto del tabacco non è, visto che non c'entra niente con il tabacco perchè tabacco non c'è e nemmeno qualcosa riconducibile al solo tabacco perchè la Nicotina è presente anche nei pomodori, patate, melanzane e peperoni.
Quindi a meno che non vogliamo tassare anche l'acquisto di pomodori, patate, melanzane e peperoni non possiamo parlare di Nicotina.

Prodotto farmaceutico o medico non può essere, perchè la nicotina è un veleno e quindi fa male.

Prodotto pericoloso non è, perchè è accertata dai vari chimici, medici e ricercatori del settore l'innoquità del vapore prodotto e che non vi siano sostanze tossiche, a parte la Nicotina, che c'è solo se si vuole.


Fa tristezza vedere alcuni stati che anzichè "aiutare i propri cittadini dalla piaga del fumo" fanno di tutto per cercare di trarne profitto sulla salute altrui... un giorno dicono che le Sigarette Elettroniche fanno male.... (per farci comprare quelle normali... monopolio di stato) ed il giorno dopo pensano di "Spacciartele" come dispositivi medici.... :shock: :D :D :D beh.. sono veramente ridicoli.
 

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