rico06698
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Premessa: è la mia prima recensione quindi scusate per eventuali errori.
Comunque sia, eccomi dopo qualche giorno di utilizzo e due settimane di attesa per la consegna a parlare del Pulse 22 di Vandy Vape, un dripper specializzato nel bf il cui nome sta prendendo sempre più spazio nell’ultimo mese. Appena visto su qualche canale americano di YouTube mi è salita la scimmia, sopratutto per il prezzo molto basso (24€ su GB).
Partendo dalle cose generali è un dripper da 22mm disegnato da Tony B., in commercio nelle colorazioni acciaio e nero, specializzato nel bf, l’ho subito preso per buttare via il coral della mia Pico Squeeze.
La scatola è in cartone, molto economica, ma curata nei dettagli. C’è in rilievo il logo del Pulse sul cartone sia all’esterno che all’interno.
Sfilato il cartoncino superiore possiamo già vedere il dripper e un driptip un po’ più stretto e alto.
Scendendo più all’interno della scatolina possiamo trovare i pezzi di ricambio (oring di ricambio di diverso spessore, due viti, un pin normale, un pin bf di ricambio, una punta da 2.5 e un attrezzino identico a quello della GeekVape fatto da cacciavite a croce e due brugoline) e il libretto delle istruzioni. Quest’ultimo è scritto in diverse lingue tra cui anche in italiano, quindi molti di noi possono stare tranquilli anche su questo. Leggendo le istruzioni si capisce subito che abbiamo in mano un dripper entry level, per chi vuole iniziare a rigenerare. Infatti all’interno è descritto passo dopo passo cosa fare per la rigenerazione, anche come bagnare il cotone.
Il dripper si scompone in quattro parti: deck, campana, anellino per la regolazione dell’aria e il driptip.
Il pin è abbastanza sporgente, ottimo da questo punto di vista.
Il deck è placcato oro, le finiture lasciano un po’ a desiderare. Ho fatto la foto con la lente macro per farvi vedere meglio come sono, la foto non è sfocata e non è uscita male. Comunque da quella foto si può notare il centro del deck e il meccanismo di fuori uscita del liquido che sembra ottimo.
La campana invece è ottima a livello di finiture, presenta queste quattro prese d’aria giganti, molto alta per far sì che le prese d’aria finiscano sopra la coil.
Passiamo alla rigenerazione:
Ho voluto usare gli attrezzi dati in dotazione e il mio filo ni80 26ga per una mono coil da 0.35 ohm, che è la resistenza che uso sempre sulla Pico Squeeze per un tiro al limite del polmonare. Ci ho fatto 5 spire sulla punta data in dotazione le gambette della coil immaginando dovessero essere corte le ho tagliate ad una lunghezza fatta ad immaginazione: primo fail. Erano troppo corte. Rifaccio la coil e taglio le gambette inserendola nel deck e regolandomi di conseguenza. Arrivato alla lunghezza giusta uso l’attrezzino dato in dotazione per avvitare le viti per il bloccaggio della coil. Deludente. il cacciavite è un millimetro più piccolo del dovuto e quando si forza l’avvitamento o lo svitamento scappa facilmente rischiando di rovinare la filettatura della testa della vite. Comunque sia ci sono riuscito ugualmente.
Centro la coil usando la punta e i segni sul deck fatti apposta per mettere la coil nella posizione e nell’angolatura giusta. Attivo la coil e si va avanti.
La cotonatura è ottima, facilissima. Volutamente lasciato lungo il mio Native Wicks (lo preferisco al kendo riguardo i bf) per simulare una prima rigenerazione di un principiante entra nelle vaschette in modo eccellente, probabilmente la cotonatura più soddisfacente mai fatta (odio cotonare).
Montato sulla PicoSqueeze posso finalmente vedere il punto forte di questo atom: lo squonk. Con una boccetta dura sarebbe eccellente, con questa ultra soft che ho io si rischia leggermente. Come potete vedere in foto con una pressione più forte il liquido rischia di cadere nelle buche dove si serra la coil e fuoriuscire all’esterno. Questa cosa è bloccata dalla campana quindi si rischia sicuramente di meno, ma mi sembrava comunque doveroso da segnalare. comunque sia voto: 9, mi piace. Attivo il cotone e procediamo verso la fine.
Inserisco la campana posizionandolo bene per le prese d’aria e ho finito.
Risultato finale:
Considerazioni dopo 3 giorni di utilizzo:
3 giorni possono sembrare pochi per un dripper che ha bisogno di vari esperimenti con diverse coil. Ma sapere cosa vi dico? Mi sono innamorato. Prezzo basso, rigenerazione molto facile, scatolina dotata di tutto e di più. Il tiro con tutti e due i fori dell’aria aperti è molto aperto, con un foro aperto più gradevole per i miei gusti. Il driptip giallo rispetto a quello nero ha un tiro leggermente più aperto. L’aria entra al di sopra della coil, ci fa il giro e risale. Quantità di vapore allucinante da questo piccolino. Aroma, probabilmente per il meccanismo dell’aria, facilmente confondibile con quella del mio druga. Un pochino inferiore rispetto a lui, ma comunque quasi impercettibile, ottimo! Lo consiglio a chiunque fosse interessato.
Voto: 9 al dripper ma solo a causa delle finiture del deck, altrimenti sarebbe stato un 10; 9 a Vandy Vape che poteva avere un po’ di più di cura nei pezzi di ricambio.
Comunque sia, eccomi dopo qualche giorno di utilizzo e due settimane di attesa per la consegna a parlare del Pulse 22 di Vandy Vape, un dripper specializzato nel bf il cui nome sta prendendo sempre più spazio nell’ultimo mese. Appena visto su qualche canale americano di YouTube mi è salita la scimmia, sopratutto per il prezzo molto basso (24€ su GB).
Partendo dalle cose generali è un dripper da 22mm disegnato da Tony B., in commercio nelle colorazioni acciaio e nero, specializzato nel bf, l’ho subito preso per buttare via il coral della mia Pico Squeeze.
La scatola è in cartone, molto economica, ma curata nei dettagli. C’è in rilievo il logo del Pulse sul cartone sia all’esterno che all’interno.
Sfilato il cartoncino superiore possiamo già vedere il dripper e un driptip un po’ più stretto e alto.
Scendendo più all’interno della scatolina possiamo trovare i pezzi di ricambio (oring di ricambio di diverso spessore, due viti, un pin normale, un pin bf di ricambio, una punta da 2.5 e un attrezzino identico a quello della GeekVape fatto da cacciavite a croce e due brugoline) e il libretto delle istruzioni. Quest’ultimo è scritto in diverse lingue tra cui anche in italiano, quindi molti di noi possono stare tranquilli anche su questo. Leggendo le istruzioni si capisce subito che abbiamo in mano un dripper entry level, per chi vuole iniziare a rigenerare. Infatti all’interno è descritto passo dopo passo cosa fare per la rigenerazione, anche come bagnare il cotone.
Il dripper si scompone in quattro parti: deck, campana, anellino per la regolazione dell’aria e il driptip.
Il pin è abbastanza sporgente, ottimo da questo punto di vista.
Il deck è placcato oro, le finiture lasciano un po’ a desiderare. Ho fatto la foto con la lente macro per farvi vedere meglio come sono, la foto non è sfocata e non è uscita male. Comunque da quella foto si può notare il centro del deck e il meccanismo di fuori uscita del liquido che sembra ottimo.
La campana invece è ottima a livello di finiture, presenta queste quattro prese d’aria giganti, molto alta per far sì che le prese d’aria finiscano sopra la coil.
Passiamo alla rigenerazione:
Ho voluto usare gli attrezzi dati in dotazione e il mio filo ni80 26ga per una mono coil da 0.35 ohm, che è la resistenza che uso sempre sulla Pico Squeeze per un tiro al limite del polmonare. Ci ho fatto 5 spire sulla punta data in dotazione le gambette della coil immaginando dovessero essere corte le ho tagliate ad una lunghezza fatta ad immaginazione: primo fail. Erano troppo corte. Rifaccio la coil e taglio le gambette inserendola nel deck e regolandomi di conseguenza. Arrivato alla lunghezza giusta uso l’attrezzino dato in dotazione per avvitare le viti per il bloccaggio della coil. Deludente. il cacciavite è un millimetro più piccolo del dovuto e quando si forza l’avvitamento o lo svitamento scappa facilmente rischiando di rovinare la filettatura della testa della vite. Comunque sia ci sono riuscito ugualmente.
Centro la coil usando la punta e i segni sul deck fatti apposta per mettere la coil nella posizione e nell’angolatura giusta. Attivo la coil e si va avanti.
La cotonatura è ottima, facilissima. Volutamente lasciato lungo il mio Native Wicks (lo preferisco al kendo riguardo i bf) per simulare una prima rigenerazione di un principiante entra nelle vaschette in modo eccellente, probabilmente la cotonatura più soddisfacente mai fatta (odio cotonare).
Montato sulla PicoSqueeze posso finalmente vedere il punto forte di questo atom: lo squonk. Con una boccetta dura sarebbe eccellente, con questa ultra soft che ho io si rischia leggermente. Come potete vedere in foto con una pressione più forte il liquido rischia di cadere nelle buche dove si serra la coil e fuoriuscire all’esterno. Questa cosa è bloccata dalla campana quindi si rischia sicuramente di meno, ma mi sembrava comunque doveroso da segnalare. comunque sia voto: 9, mi piace. Attivo il cotone e procediamo verso la fine.
Inserisco la campana posizionandolo bene per le prese d’aria e ho finito.
Risultato finale:
Considerazioni dopo 3 giorni di utilizzo:
3 giorni possono sembrare pochi per un dripper che ha bisogno di vari esperimenti con diverse coil. Ma sapere cosa vi dico? Mi sono innamorato. Prezzo basso, rigenerazione molto facile, scatolina dotata di tutto e di più. Il tiro con tutti e due i fori dell’aria aperti è molto aperto, con un foro aperto più gradevole per i miei gusti. Il driptip giallo rispetto a quello nero ha un tiro leggermente più aperto. L’aria entra al di sopra della coil, ci fa il giro e risale. Quantità di vapore allucinante da questo piccolino. Aroma, probabilmente per il meccanismo dell’aria, facilmente confondibile con quella del mio druga. Un pochino inferiore rispetto a lui, ma comunque quasi impercettibile, ottimo! Lo consiglio a chiunque fosse interessato.
Voto: 9 al dripper ma solo a causa delle finiture del deck, altrimenti sarebbe stato un 10; 9 a Vandy Vape che poteva avere un po’ di più di cura nei pezzi di ricambio.
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